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Ho visto il Barcellona, ma soprattutto ho visto il Camp Nou (altro che San Paolo)

Ammirare Messi e Neymar da vicino è uno spettacolo. Il gioco del Napoli non è da meno, ma lo stadio è di un altro pianeta. Il San Paolo mette tristezza

Ho visto il Barcellona, ma soprattutto ho visto il Camp Nou (altro che San Paolo)

Un week-end catalano

Lo scorso fine settimana sono andato a Barcellona, a trovare una mia vecchia amica napoletana che convive da molti anni con un ragazzo catalano.

Siamo stati in giro tra venerdì e sabato nel centro della città dove mancavo da vent’anni e la sensazione, molto banale, è stata quella che credo provino tutti i napoletani quando arrivano alla Barceloneta o al Barrio Raval. La città è parecchio meno bella della nostra eppure hanno programmato e realizzato operazioni urbanistiche che ne hanno fatto un centro turistico mondiale: lo scorso anno quaranta milioni di turisti, circa il 45% dell’economia cittadina. Altro che lungomare liberato!

Ma non è di questo che volevo parlare. Nel mio primo intervento sul Napolista, voglio parlare del Napoli non di Napoli.

Lo spettacolo di Messi e Neymar

Sabato pomeriggio, mollata Laura a casa con la bambina, Daniel e io siamo andati al Camp Nou a vedere Barcellona-Atletico Bilbao. La squadra era rimaneggiata causa turn over per gli impegni ravvicinati di Coppa del Re, ma ha comunque vinto 3 a 0 contro una discreta squadra (i baschi nel primo tempo hanno preso un palo e sfiorato il gol con un bel colpo di testa di Inaki Williams, primo basco di colore della storia del calcio). Impressionante Messi, che cammina nel campo ma quando decide di accelerare non c’è modo di fermarlo, ma soprattutto Neymar jr., spettacolare quasi come Ronaldinho. Bella partita.

La sera, nonostante Sky m’impedisse di vedere la partita sull’ipad dicendo che non ero nel territorio della Repubblica italiana (chissà perché gli interessa dove sono, visto che pago un abbonamento) siamo riusciti a vedere il Napoli su uno strano sito internet spagnolo. È stata molto più divertente la partita del Napoli di quella del Barça, e non solo per la goleada, ma per un gioco più corale e più organizzato, nonostante la differenza siderale di quantità di fenomeni in rosa.

Sul piano del gioco non abbiamo niente da invidiare, se avessimo i loro attaccanti, probabilmente faremmo il triplete.

Che differenza col San Paolo

La vera differenza è lo stadio. Non è tanto lo stadio come struttura, che è sicuramente bello e senza barriere ma non tanto più nuovo del nostro, quanto il modo in cui si gode lo spettacolo e la serenità complessiva dell’evento. C’erano più di ottantamila persone sabato pomeriggio al Camp Nou e intorno a noi anche vecchiette e ragazze con passeggini, oltre a un esercito di bambini felici in maglia blaugrana. Tra primo e secondo tempo Daniel mi ha detto: ”usciamo, voglio fumare”, perché fumare dentro è vietato e la gente non fuma davvero.

All’esterno degli spalti bagni e bar non sovraffollati e molto puliti e ordinati. Quattro chiacchiere con l’ex candidato alla presidenza del club e altri tipi che parlavano rigorosamente catalano (io fingevo di capire tutto, ma ho solo colto che si lamentavano della qualità del gioco della squadra, che secondo loro non va: beati loro). Tutto e tutti molto semplici.

Abbiamo cambiato settore per seguire Messi

Il secondo tempo l’abbiamo visto in un altro settore per avere sempre la migliore visuale su Messi. Anche questo senza nessuna difficoltà e avendo intorno gente normalissima che si godeva un bello spettacolo. Siamo rimasti fino alla fine, perché non c’era motivo di scappare via prima: sia all’andata sia al ritorno gente che andava a piedi senza difficoltà, senza problemi di ordine pubblico. Insomma un altro mondo.

Il San Paolo è sporco, scomodo, scadente

Ora, senza entrare in discussioni teoriche su papponismo e lealismo (io sono tendenzialmente papponista, ma non radicale), mi viene da chiedermi (e da chiedere ai napolisti) perché una società che è riuscita a portare la squadra ad un livello di gioco elevatissimo, da club con fatturati sopra i trecento milioni, non si ponga seriamente il problema dello stadio e della qualità dello spettacolo che vende ai suoi tifosi. Andare al San Paolo, al di là del legame affettivo, è sgradevole non solo perché la fauna è quella che è (e questo naturalmente non dipende dalla società), ma anche perché si vede male, è sporco, scomodo, cadente e chi più ne ha più ne metta.

Il Comune dovrebbe aver chiesto un mutuo per intervenire sullo stadio. Se questo è vero e non è solo una trovata elettorale di Giggino, è l’occasione per la società di affiancare l’amministrazione con investimenti ulteriori che completino il progetto, dimostrando così a tutti i papponisti che avevano torto, che la priorità non è fare utili ma far crescere la società e il suo patrimonio. Speriamo bene e forza Napoli!

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