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Rizzoli alle Iene attacca l’Inter. Quindi gli arbitri possono parlare?

È la seconda volta che Rizzoli si giustifica pubblicamente per difendersi dalle accuse di juventinità. A parte il contenuto, la domanda è: chi lo ha autorizzato?

Rizzoli alle Iene attacca l’Inter. Quindi gli arbitri possono parlare?

La questione degli arbitri parlanti

La seconda volta di Nicola Rizzoli. Sarà solo un caso che sia capitato due volte “a favor di Juve”. Ma è un fatto. Due esternazioni irrituali. L’anno scorso, dopo il “testa a testa” con Bonucci. Quest’anno, dopo Juventus-Inter e (soprattutto) dopo la corsa di Icardi verso la porta, servito da Chiellini, bloccata dopo un fischio. Dopo il derby di Torino 2016, Rizzoli parlò a margine di un evento di beneficenza. Quest’anno, invece, l’intervista è stata rilasciata alle Iene. Andrà in onda questa sera, nella puntata del Le Iene Show. In rete gira già qualche anticipazione. Che, in primis, solleva una domanda importante: gli arbitri possono parlare, allora? Rizzoli l’ha fatto due volte, in contesti del tutto particolari. L’evento benefico dell’anno scorso, era aprile, e una classica intervista on the road raccolta da un inviato delle Iene. Quindi, in un luogo fuori dai radar la prima volta e “a sorpresa” per questa seconda.

La domanda sorge spontanea: come funziona, allora, la storia degli arbitri che spiegano le decisioni? Possono farlo, hanno facoltà? L’anno scorso, il presidente Aia Nicchi promise che a partire dal campionato 2016/2017 gli arbitri avrebbero potuto parlare. Ebbene, l’ha fatto solo Rizzoli. On the road, sorpreso dalle Iene. L’arbitro avrebbe anche detto di non potere fare commenti sulle sue decisioni. Poi, però, ha parlato eccome. E qualcuno avrà dovuto firmare una liberatoria perché Rizzoli potesse finire in tv. Rizzoli stesso, quasi sicuramente. E l’Aia? Cosa ne pensa?

Il contenuto dell’intervista

Il secondo punto riguarda, più strettamente, le parole di Rizzoli. Secondo le anticipazioni che girano online, l’intervista si è concentrata sull’episodio di Icardi lanciato a rete. Calcio di punizione battuto da Chiellini all’indietro, che diventa un assist per Maurito. A quel punto interviene il fischio di Rizzoli a salvare la Juventus. Un video diventato virale.

La versione dell’arbitro. Rizzoli parla di sé stesso in terza persona: «Non potrei parlare, però vediamo di fare il possibile (l’abbiamo già scritto sopra, ndr). La palla viene data a Chiellini, la mette a posto con il piede e la passa al portiere per farla battere. Ma, a parte che la palla non è mai stata ferma quindi non si è mai ripreso il gioco correttamente, credo che in questo caso Rizzoli abbia ritenuto la palla non battuta in maniera corretta e quindi ha fatto riprendere da posizione idonea».

«La palla deve essere ferma quando devi riprendere, quindi credo che in quel caso Rizzoli abbia notato che la palla non era ferma. Ma mi sembra che abbia fischiato due volte. Se va avanti, la ribatte ancora e la riferma di nuovo, gliela fa ribattere nuovamente quando la palla è finalmente ferma. Vede che anche qua ancora la palla non era ferma, Rizzoli ha fischiato di nuovo un’altra volta, gliela fa di nuovo mettere nella posizione. La palla è ferma e la batte. Ma di cosa stiamo parlando? Io non valuterei Rizzoli in base a un episodio del genere». Testuale, copincollata, senza filtri.

Rizzoli

Foto tratta da Sportmediaset

Sudditanza psicologica

Il resto dell’intervista, pure quello, ci pare un po’ fuori luogo. Rizzoli, a precisa domanda sul fatto che pare abbia fischiato il fallo dopo le rimostranze di Chiellini, risponde: «Non credo proprio. Non credo proprio che un arbitro possa fare una cosa del genere. Non è mai successo che un giocatore reclami un fallo e l’arbitro fischi. Te lo garantisco». L’argomento immediatamente collegato è la sudditanza psicologica nei confronti della Juventus: «Assolutamente no, non esiste questo tipo di atteggiamento. Non ho paura di rendere difficile la vita alla Juventus. Mi sembra di averlo dimostrato. Si è parlato a inizio campionato di un errore contro la Juventus che avrei fatto io quando giocava contro il Milan, quindi che altro dire? In Italia tutti siamo allenatori, tutti siamo calciatori, tutti siamo arbitri. Il problema è che quando uno prende una decisione, in Italia la decisione è criticabile».

Polemiche pubbliche

Per la seconda volta, Rizzoli “giustifica” in pratica (parlando di regolamento) decisioni favorevoli, anche se dubbie, nei confronti della Juventus. Non l’ha fatto per il Milan, forse non gliene hanno dato possibilità. È proprio questo il punto: quando e come gli arbitri possono parlare? L’abbiamo già detto sopra, lo ripetiamo aggiungendo questo punto. E anche quello relativo all’ultima parte dell’intervista, legato alla polemica Juve-Inter-Elkann. Le (sgradevoli) parole del rampollo di casa Agnelli sul saper vincere o saper perdere, che Rizzoli commenta così: «No, non credo che sia una questione di saper vincere o saper perdere. Credo che l’Inter stia cercando di far di tutto per scontare delle giornate di squalifica ai suoi giocatori ed è comprensibile l’atteggiamento, poi dopo i modi sono criticabili come è criticabile l’operato di un arbitro».

Modi criticabili. L’Inter. Ecco, questo ci pare il massimo del fuori luogo. Un arbitro di Serie A, praticamente un professionista, che in qualche modo si schiera apertamente contro un club di Serie A. Che entra nell’agorà delle polemiche senza remore, dalla porta principale. È un caso, solo un caso, che dall’altra parte della barricata ci sia la Juventus. Ma la Juve c’entra poco, in questo caso. È il Rizzoli versus Inter che non ci piace. Che non è giusto. Che, in qualche modo, mina la serenità del campionato. Pensiamo a un Inter-Roma con Rizzoli, da qui a qualche settimana. Come potrebbe mai essere una partita tranquilla, che va liscia come l’olio?

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