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Un pari col Palermo e tornano le critiche a Sarri, alla mentalità. Manca solo il papponismo

Meno male che non c’era Benitez in panchina, altrimenti sarebbe scoppiata la guerra mondiale. Impariamo a non drammatizzare

Un pari col Palermo e tornano le critiche a Sarri, alla mentalità. Manca solo il papponismo
Maurizio Sarri

Dall’esaltazione alla depressione

Il Napoli ha pareggiato in casa contro una squadra con un piede e mezzo in Serie B. Hai voglia a dire nessun dramma, come al solito si passa dall’esaltazione alla depressione, fino a sfiorare in alcuni casi l’isteria.

Meno male che non c’era Benitez in panchina altrimenti succedeva la guerra mondiale. Perché la partita di ieri somiglia maledettamente a tante gare dell’epoca rafaelita. In particolare ricordo la sconfitta contro il Chievo del 14 settembre 2014 (un altro Lopez tra i piedi, Maxi…) nella quale (ricordate?) un rigore sbagliato, 33 conclusioni in porta ed una serie infinita di parate di Bardi, 15 calci d’angolo e il 78 per cento di possesso palla non bastarono, tanto che si chiesero le dimissioni dell’allenatore seduta stante.

La verità è che il calcio è uno sport in cui si può vincere, pareggiare o perdere senza che cambi l’ordine politico mondiale.

Ieri Napoli poco lucido e autolesionista

Ieri il Napoli è stato poco lucido, un tantino sfortunato e anche autolesionista (Callejon ha offerto la replica esatta del gol sbagliato a Bergamo il 29 ottobre 2014 https://www.youtube.com/watch?v=s5rTQ0yQ9zk).

Troppe occasioni non concretizzate, troppo facile però analizzare una partita solo in funzione del risultato, che pure è importante. Se Insigne avesse messo dentro l’ultima palla si sarebbe tornato a parlare di Napoli cinico. Anche se è vero che il Napoli di partite “sporche” ne sta giocando troppe ultimamente, e non sempre tutto può andare per il verso giusto.

Si è subito tornato a parlare di mentalità della squadra, dell’allenatore e meno male che non c’è stato ancora un riflusso di papponismo. Addirittura leggere che non serve vincere a Milano se poi si pareggia in casa con il Palermo, oppure che era meglio vincere oggi e perdere a Bologna, come se le vittorie e le sconfitte fossero frutta o verdura da scegliere al supermercato.

L’ambiente impari a non drammatizzare

Purtroppo quella che manca non è la mentalità della squadra, ma è ancora quella dei tifosi. L’ambiente juventino drammatizza molto meno le sue sconfitte, nonostante il blasone della squadra (e quest’anno sono arrivati già a 4…). Da noi si rischia di parlare tutta la settimana di un pareggio, e meno male che la Roma ha perso, almeno sposterà su di sé un po’ di attenzione.

Sarebbe bene restare lucidi, abbiamo vinto anche partite giocate peggio di questa, in cui magari abbiamo sfruttato meglio l’unica occasione avuta.

Forse gli dei del calcio hanno voluto riequilibrare la sorte che ci aveva aiutato recentemente.
È il calcio, nient’altro che questo.

E pensiamo positivo. Con un clima depresso non si va da nessuna parte.

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