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Tonelli e Gabbiadini, la vittoria contro la Samp è quella della programmazione

I gol decisivi contro i blucerchiati sono arrivati dal quinto centrale e dal terzo attaccante in organico. Elogio alla profondità dell’organico azzurro.

Tonelli e Gabbiadini, la vittoria contro la Samp è quella della programmazione

I volti della serata

Manolo e Lorenzo, Lorenzo e Manolo. E poi Piotr, che è entrato come primo cambio al posto di Allan. Sono loro, i volti di questa serata: Gabbiadini, Tonelli e Zielinski. Sì, il polacco è in seconda fila dietro ai due nomi dei gol, quelli che valgono i tre punti in una partita dall’altissimo contenuto epico ed emozionale. Ma pure il suo ingresso è stato decisivo: 57 palloni toccati, un key pass, 3 duelli aerei su 3 vinti. Insomma, un impatto importante sulla partita.

Non certo, ci mancherebbe, quanto quelli di Gabbiadini e Tonelli. Lo ripetiamo: valgono tre punti. Uno il primo, al secondo gol consecutivo con la valigia già pronta e il biglietto da compilare che manca solo la destinazione (forse). Altri due li vale il secondo, un po’ perché è il gol della vittoria e un po’ perché viene dopo sei mesi difficili a Napoli. A fine partita, dopo la solita frase sul sogno del bambino, Tonelli dice che «il lavoro è stato premiato». Quanto ha ragione.

Fortuna e lavoro

Ha ragione per tutti, questa sera. La vittoria, probabilmente la prima veramente fortunata del Napoli da un po’ a questa parte, è di tutti. Di chi ha allestito questa rosa, di chi la fa lavorare così. Di chi, a un certo punto, decide che il quinto difensore centrale nelle gerarchie entra in campo invece del quarto. Di chi, nel postpartita, dichiara “di credere ancora in Gabbiadini, di dargli fiducia perché è uno che può risolvere le partite e infatti le risolve”. Merito di Sarri, della società. Tutti hanno sbagliato qualcosa, ma la strada è quella giusta.

Se per la squadra, come ha scritto Massimiliano Gallo, è forse il momento di entrare nel club degli adulti, la società ha deciso di percorrere la stessa strada dal sentiero della giovinezza. E dell’abbondanza. Il quinto centrale e il terzo attaccante in rosa, Pavoletti in panchina, che decidono una partita complicata. Una serata complicata, resa ancor più difficoltosa da un campo che è una slavina e da una Samp che è una signora squadra.

Sbagliano tutti

L’organico gestito alla Sarri, la società che acquista cinque difensori centrali e tre attaccanti più Mertens che è il quarto. È una società che, come abbiamo sempre scritto, ha commesso anche degli errori sul mercato. Come sempre, come tutti. Non c’è una colpa più grave da parte di questo Napoli, che stasera (ma anche in altre circostanze) ha dimostrato quanto sia importante la profondità dell’organico. Quanto sia fondamentale avere dei ricambi pronti. Forti, giusti. Che si fanno trovare pronti.

Professionisti e professionali, come Lorenzo e Manolo. Il primo è fermo da un po’, era un idolo in pectore e stasera lo è diventato per davvero. È stato fuori dal campo per sei mesi, ha saputo aspettare il suo momento e ha fatto tutto quello che poteva e doveva fare. Più il gol, che non è altro che una ciliegina. Gustosa, però. L’altro, il secondo, Gabbiadini. È pronto per andar via, intanto entra e mostra le palle sul dischetto a Firenze. Poi va in campo contro la sua ex squadra e tocca 7 palloni. Sì. 7 in tutto. Uno di questi è quello dell’1-1. Prende il pallone, torna a centrocampo. In attesa di collocazione, e intanto fa (bene, benissimo) il calciatore.

Post scriptum

Ah, le ultime notizie di mercato dicono che il Napoli non cede Gabbiadini in mancanza di un’offerta congrua. Se lo tiene, non ha bisogno di cederlo. Non ha il bisogno economico di cederlo. Questa cosa ha un nome: programmazione. Come il quinto centrale. Il fatto che segni un gol da tre punti è solo un caso. Ma la fortuna, si sa, aiuta soprattutto gli audaci.

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