ilNapolista

Posta Napolista / Io, tifoso atalantino, difendo la gestione De Laurentiis

I commenti di Ivan all’articolo pubblicato oggi dal Napolista. Abbiamo voluto isolare il suo pensiero, perché lo troviamo interessante. E vogliamo condividerlo con voi.

Posta Napolista / Io, tifoso atalantino, difendo la gestione De Laurentiis
Sarri e De Laurentiis

I commenti sotto un nostro articolo

Oggi abbiamo scritto del Napoli, di Maradona, del logo della Juventus e del futuro. Insomma, abbiamo detto la nostra su quello che riteniamo un approccio troppo influenzato dal passato, pur glorioso, per poter pensare in una certa maniera al futuro. Tra i nostri commenti all’articolo di Massimiliano Gallo, alcuni pure molto critici, ci ha sorpreso e colpito quello di un certo Ivan. In realtà, sono una serie di commenti (in un dibattito con altri utenti su Disqus, ah che bella la tecnologia) che abbiamo deciso di convertire in una Posta Napolista. Li troviamo pregnanti, argomentati. Diciamo che siamo d’accordo con lui.

Tifoso dell’Atalanta

Premessa opportuna: la mia prima squadra è l’Atalanta e se avesse avuto mai Maradona tra le sue fila, anche solo per un anno (figuriamoci se ci sommassi anche i 2 scudetti), vista la sua storia, per quel che mi riguarda, anche se fosse mai sprofondata tra i dilettanti, mi sentirei appagato. Se il senso dell’articolo di Massimiliano vuol tener conto della naturale separazione tra storia sportiva e storia imprenditoriale o comunque gestionale, prendendone atto e rammaricandosi per l’assenza di una strategia che cerchi di porsi in equilibrio tra le due, mi vede sostanzialmente concorde.

Da simpatizzante del Toro capisco benissimo l’affezione per i miti del passato, così come il rammarico per i troppi anni di gestioni incapaci, affaristiche, miopi, servili e povere. Ricostruire il Filadelfia, sebbene con uso diverso, è una scelta che mette insieme l’identità e il consenso popolare, così come il brand e il marketing. Dubito che Adl e il management napoletano trascuri questo aspetto, anzi, devo dire che spesso la gestione di questo Napoli si dimostra più proiettata al futuro (vedi gli ottimi risultati sportivi e di ranking, nonché la sostenibilità e la profittabilità della gestione societaria) che nostalgica e lamentosa.

Immagino che vi siano più ragioni manageriali nell’assenza di una strategia che una mancanza di visione, oppure la forza e la dimostrazione che il Napoli attuale non ha davvero bisogno di guardare il passato, ma che elabora una strategia di sviluppo che non considera il passato, in particolare l’età aurea quale asset primario da sfruttare, bensì uno dei tanti asset.

Intrevallo/1

Insomma, quello che diciamo noi. Senza dimenticare, però, quelle che sono le criticità negative di questa squadra. La gestione della comunicazione e dei social, l’abbiamo scritto oggi e tante altre volte. L’errore madornale nella vendita dei biglietti per il Real Madrid. Tante altre cose che, basta scavare nel nostro archivio, abbiamo imputato a questa società. Cose che, come vedremo, dirà anche il nostro amico bergamasco.

Confronti

Che risponde così a un altro commento, che “invitava” il Napoli a dotarsi dello “stadio di proprietà”. E a copiare il periodo di Maradona per sostituirlo nell’immaginario collettivo.

Mi dispiace ma non sono d’accordo con il tuo appunto. Non credo sia il caso di parlare di gap di fatturati, visto che non stiamo parlando di un mercato formato da una domanda aggredibile con azioni di marketing convenzionali. La sintetizzo così: se nasci tifoso del Napoli morirai da tifoso del Napoli, con buona pace delle operazioni simpatia delle squadre competitor e spesso anche alla faccia delle tue delusioni, proprio perché non sei un consumatore insoddisfatto, ma un tifoso, cosa ben diversa. Lo stadio di proprietà: non è l’unico elemento sul quale basare una strategia di sostenibilità e crescita economica. Non ne nego l’importanza, ma non è l’unico e semmai possiamo discuterne l’efficacia in ogni contesto.

Non credo sia nemmeno immaginabile copiare un periodo passato, soprattutto di un passato profondamente diverso in termini di mercato. Maradona 30 anni fa sbarcò in un campionato con Platini, Zico, Socrates, Rummenigge, ecc. Oggi ben sai qual’è lo scenario. Usciamo dalle logiche dell’aristocratico che non si capacita dell’ascesa della borghesia usurpatrice, per favore.

I miracoli sportivi sono rari, ma possibili, vedi alla voce Leicester tra le ultime. E in ogni caso è tutto da dimostrare che questo Napoli non sia attrezzato per competere, sta ampiamente dimostrando che lo è a mio giudizio.

Competitività, contestualizzazione e l’esempio dell’Nba

Ivan continua. Quando risponde a un commento che sottolinea come il Napoli «aspiri ai piazzamenti in attesa di diventare il Leicester».

Sarò sintetico: reputo società e squadra attrezzate per competere e vincere. lamentele e appunti li trovo non pertinenti, considerato da dove è partita la gestione Adl.

Pochi mesi fa la squadra nba che ha stabilito il record di vittorie nella stagione regolare e già detentrice del titolo, subisce in finale playoff una rimonta a sua volta record perdendo 4-3 dopo essere stata in vantaggio 3-1 nella serie. era la favorita, attrezzata per vincere e gestita benissimo, visto che si presentava da campione uscente. Bisogna distinguere le gestioni e tenere conto di quanto quella sportiva sia anche casuale.

La stagione del Napoli, contestualizzata, mi sembra competitiva e soddisfacente e dimostra che ci siano le premesse per migliorare il risultato presente quest’anno. L’investimento su molti giovani prospetti inoltre pone le basi per una continuità nel tempo di tale capacità, sia sotto l’aspetto sportivo che economico.

Intervallo/2

Contestualizzazione. La parola chiave. Se lanciate una ricerca su Google con la chiave “Napolista contestualizzazione” oppure “Napolista contestualizziamoci” o cose simili, vedrete che l’abbiamo detto.

Si poteva fare di più

Il successivo commento di Ivan risponde alla classica frase sull’affezione di una fetta di tifosi a De Laurentiis. Roba classica, per il Napolista. Non scendiamo nei particolari, anche perché il confronto è molto garbato. Ivan scrive così:

Ormai vivo e lavoro a Napoli e so quanto può essere complicato fare qualcosa qui…. nessun conflitto di interesse, ho una mia piccola attività in tutt’altro campo. Cerco solo di essere obiettivo e devo dire che la gestione Adl ha ottenuto numerosi risultati… si poteva fare di più, magari sì. ma intanto i risultati ci sono. non sono informatissimo, seguo un po’ anche perché Manolo è mio compaesano… però una sciarpa del Napoli in ufficio ce l’ho :).

Ah, dimenticavamo: il caro amico Ivan dice di essere non solo bergamasco, ma per la precisione calcinatese. Ovvero, viene da Calcinate. Il paese che ha dato i natali a Gabbiadini e Belotti.

Il finale

Un appunto conclusivo, sulla situazione del calcio e del modello di business connesso al pallone. Ci pare realista.

Sicuramente, è finita l’epoca dei presidenti paperoni e del milan con due formazioni titolari ovunque. o meglio: sostenibilità… Si è passati dall’era del cowboy a quella dell’astronauta, le risorse sono sempre più preziose e la competizione sempre più ampia. cosa Maradona sia stato sotto il profilo gestionale neanche discutiamolo. Vince chi investe bene ora, non solo di più

La chiusura la lasciamo al campo. A un giudizio su Gabbiadini e Belotti:

Manolo: aveva anche lui potenzialità, è un acquisto che ci stava. Conosco meglio il Gallo che ha un potenziale molto più alto, ma andava scoperto per tempo!

ilnapolista © riproduzione riservata