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I cinque gesti tecnici di Napoli-Spezia: la zingarata di Zielinski, il mini sombrero di Rog

Il match di ieri sera in pillole: per il Napoli, isoliamo pure il tacco di Gabbiadini e lo splendido gol di Giaccherini. Bravo Chichizola.

I cinque gesti tecnici di Napoli-Spezia: la zingarata di Zielinski, il mini sombrero di Rog

Il gol in percussione di Zielinski

Noi tifosi del Napoli ci siamo già felicemente abituati alle zingarate del polacco. Che quando decide di partire in questo modo, mettendo la quinta e pure l’overdrive, può fare danni incalcolabili a qualsiasi difesa. A proposito, quella dello Spezia si fa tagliare in mezzo troppo facilmente, che neanche il tonno della pubblicità. Ma Zielinski non è un grissino, affatto: conduzione eccellente, palla sempre attaccata al piede, e destro chirurgico all’angolino. Ormai Piotr è più di una garanzia.

 

La parata di Chichizola

Potrebbe fare pure doppietta, poco dopo, il numero 20. Di testa, che non sarebbe esattamente la specialità della casa. Se l’impresa non riesce è per merito del portiere argentino dello Spezia, che, pur in controtempo (si stava spostando verso il primo palo), sulla frustata a incrociare del polacco riesce a coordinarsi per un intervento bello e davvero difficile con la mano destra.

 

Il tacco di Gabbiadini

E’ il Manolo che avremmo voluto vedere sempre: presente a se stesso e al gioco della squadra, che pure pare assecondarlo finalmente meglio. A metà primo tempo, giocata bella e preziosa: controllo a seguire su passaggio di Insigne, ottima protezione del pallone con annesso colpo di tacco a chiudere l’uno-due con il compagno. Peccato che Insigne apra troppo l’interno e fallisca una rete che sarebbe stata spettacolare.

 

Il gol di Giaccherini

Un film già visto: Insigne dal centrosinistra guarda dalla parte opposta e con un’autentica pennellata va a trovare il compagno. Solo che di solito dall’altra parte c’è Callejon. Questa volta c’è Giaccherini, che fino a quel momento la chance se l’è giocata pure abbastanza male. Ma decide di riscattarsi facendo il primo movimento come lo avrebbe fatto lo spagnolo, piegandosi su se stesso e trovando una grandissima conclusione al volo che si spegne nell’angolo opposto.

L’assolo di Rog

Un altro che fino a quel momento non aveva sfruttato bene la chance da titolare era il croato. Che si redime anch’egli dandoci finalmente un assaggio di cosa può fare davvero. Mini sombrero all’avversario praticamente sulla linea del fallo laterale, accelerazione palla al piede spezzando il raddoppio e tocco delicato a scavalcare il portiere servendo un prontissimo Gabbiadini. Ah, Marko Rog, giusto per non dimenticarcelo, è del ’95.

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