ilNapolista

Real Madrid-Napoli, la sfida del marketing sportivo finisce 5-2

Un’inchiesta di PopUp Magazine e le differenze strategiche tra il club partenopeo e il Real. Gli spagnoli sono anni luce avanti, ma non mancano specificità positive.

Real Madrid-Napoli, la sfida del marketing sportivo finisce 5-2

L’inchiesta di PopUp Magazine

Tutti i punti delle strategie di mercato di Napoli e Real Madrid analizzati nel dettaglio. Un bel lavoro, quello di PopUp Magazine, che analizza una vera sfida tra Davide e Golia. A cominciare dallo stadio, primo punto di questa “sfida nella sfida”. Ovviamente, come spiega anche l’autore del pezzo (Fabrizio Paradiso), non c’è partita: «La sfida degli stadi, vede una rete segnata dai Blancos, visto che hanno un progetto che inciderà decisamente sull’urbanistica di Madrid. Mentre il “maquillage” del San Paolo non riqualifica neanche un’aerea urbana circoscritta». Il riferimento, ovviamente, è al faraonico progetto di ristrutturazione dello stadio del Madrid e ai lavori in corso allo Stadio San Paolo.

Brand e diritti d’immagine

Subito dopo, si passa al brand awareness. Che sarebbe «la notorietà della società calcistica in questo caso, è il parametro che indica quanto è conosciuta e riconosciuti nella mente non solo del tifoso ma anche in quella dei consumatori». Anche per questo aspetto, la sfida è quantomeno impari: «Il recente studio sul brand value delle principali 50 squadre di calcio europee condotto dalla società londinese Brand Finance, vede il Real alla seconda. posizione. Il Napoli si posiziona al 37° posto. Il Real Madrid è un marchio dal potenziale in continua crescita e la vendita di prodotti e delle prestazioni calcistici con il logo dei Blancos è molto più proficua rispetto alla società partenopea. Vendono anche quando perdono. Basti pensare agli introiti del Real Madrid con i diritti d’immagine dei suoi top-player».

Nella chiusura di questo paragrafo, un punto abbastanza interessante esplicato da Paradiso. «Negli anni successivi, Florentino Perez, ha applicato delle condizioni personalizzate ai contratti dei suoi giocatori, visto che l’appeal cambia da giocatore a giocatore. Quindi vediamo Cristiano Ronaldo cedere il 60% dei propri guadagni dai diritti d’immagine al club, mentre a Gareth Bale solo il 40%. Insomma i calciatori e sopratutto i top-player sono dei brand ambassador. Se uno sponsor vuole la sua immagine mi sembra corretto che il giocatore versi una parte dei suoi guadagni al club di appartenenza. Una politica contrattuale che Aurelio De Laurentiis ha più volte applicato, che però ha frenato l’arrivo di molti top-palyer ed il loro entourage di sponsor».

Alla pari (o quasi)

Se anche la sfida dei social viene vinta dal Madrid, c’è qualcosa di buono nelle strategie di mercato del club partenopeo? Sì, la scelta delle maglie e del relativo sponsor tecnico e il lavoro del presidente. Secondo Paradiso, il rapporto con Kappa «punta alla valorizzazione del brand Napoli, concedendo maggiore libertà di manovra nell’ambito del marketing alla società calcistica per realizzare un prodotto unico e non standardizzato. Si tratta dunque di una “griffe” che offre specificità al Napoli. Un’ottima strada per la crescita del club e la riconoscibilità del brand partenopeo attraverso sopratutto dallo stile della sua divisa».

Su De Laurentiis, invece, ecco una sfida tra opposti con Perez: «I due presidente, di un Napoli senza più confini e l’altro di un Real sempre più imbattuto, sono giunti al mondo del calcio per vie traverse, spinti non solo dalla passione per il pallone ma dallo spirito imprenditoriale. Paperoni o paperotti, entrambi spalleggiano bene a suon di acquisti, investimenti ed opinioni discutibili, ma sono loro che vivono il proprio sogno, che molti invidiano: essere presidenti di una squadra di calcio».

Il risultato finale, che non sorprende, è di 5-2 per il Real Madrid.

ilnapolista © riproduzione riservata