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Jorginho è il sogno della poesia, Napoli-Pescara è come Amanda Lear: il tempo di un Lp

Napoli-Pescara, la partita non guardata. Il gol di Tonelli è una scatola di fiammiferi, Hamsik-to-Zielinski in una poesia di Susan Sontag.

Jorginho è il sogno della poesia, Napoli-Pescara è come Amanda Lear: il tempo di un Lp

In queste settimane al cinema si può vedere il bel film di Jim Jarmush: Paterson, ambientato nell’omonima città del New Jersey racconta una vita normale, una storia d’amore, due modi diversi di sognare e di poesia. Attenzione, non di poesia nel senso più pratico del termine, a Jarmush non interessa raccontare l’origine o la costruzione di un testo poetico, anche se il film racconta una settimana della vita di un conducente di autobus che è anche poeta, ed è un omaggio a William Carlos Williams, gli interessa raccontare la vita in un determinato luogo e come le cose di quel luogo diventino poesia, siano poesia, nelle poesie entrino.

Parole miracolose

Un lettore si aspetta sempre parole miracolose da una poesia, ma il miracolo, se avviene, accade prima delle parole, sta nelle cose che non ti aspetti. In una delle poesie che il protagonista (che si chiama Paterson, come la città e come il film, non a caso) scrive, l’elemento scatenante è una scatola di fiammiferi; quella scatola al posto di un’altra, i colori dei caratteri delle scritte, il modo in cui sono scritte (a megafono) sono l’ispirazione e la sponda sulla quale far rimbalzare la storia d’amore che il poeta vuole raccontare. La poesia quasi mai viene dai gabbiani che volano o dalla luna splendente, a volte viene dallo smog o da una scatola di fiammiferi.

Tutto questo per dire che Tonelli ieri è stato la scatola di fiammiferi del Napoli, il suo gol è stato la scintilla. Le belle poesie nascono all’improvviso, se il primo verso è un colpo di testa ben indirizzato difficilmente sarà dimenticato.

Il sogno di Jorginho

La poesia a volte la sogni di notte, se sei fortunato la mattina te la ricordi e la ricopi, altrimenti nulla da fare, non te la ricorderai mai più. Possiamo usare Jorginho per entrambi i casi. Di notte abbiamo sognato un gol (finalmente) di Jorginho. È un gol bellissimo, con un gran tiro da fuori area; un gol che il nostro centrocampista ha meritato di realizzare perché sta di nuovo giocando molto bene. Ci siamo svegliati e non ricordiamo bene e ci  scontriamo con la realtà in cui il tiro di Jorginho viene deviato da Bizzarri sulla traversa, la poesia sparisce, almeno che Bizzarri non ne scriva una per conto suo.

Secondo caso: di notte abbiamo sognato un assist di Jorginho (finalmente, di nuovo) su calcio piazzato. Jorginho guarda dentro l’area di rigore, chiama lo schema, disegna una perfetta parabola sulla quale Tonelli sceglie benissimo il tempo e infila di testa la porta del Pescara. Il secondo caso è una poesia riuscita, l’abbiamo ricopiata e ne siamo felici.

Zielinski, Hamsik, Susan Sontag

La cosa più bella della partita di ieri è stata il gol di Hamisk. Per parlarne bene mi viene in soccorso un’altra poesia, poesia che ho usato già in un altro articolo del campionato scorso. La poesia è di Susan Sontag, che oggi avrebbe compiuto 84 anni, si intitola Poem (traduzione in italiano di A. Trevisan e A.M.Curci), ne scelgo quattro versi:

Sotto i miei piedi ci sono sementi.
A un livello ulteriore, la solitudine del suolo
È una turbolenza così tenera,
Che ricarica il fiato con cui lancio sospiri all’aria.

Sono versi bellissimi, andate con la memoria al gol di Hamsik, alla perfetta scelta di tempo nell’inserimento, al perfetto tiro al volo; andate più indietro fino allo strepitoso assist di Zielinski, ci siete? Ora sovrapponete i versi di Sontag alle immagini, come se fosse un replay. Tra i sementi e la solitudine del suolo, c’è la bellezza, c’è un momento in cui né Hamsik, né Zielinski toccano terra, stanno in mezzo, come in un breve volo e quella sospensione che precede tutto e tutto conclude è la tenera turbolenza, che cala sul San Paolo come un vento leggero e ricarica il fiato. I sospiri lanciati dopo all’aria non possono essere che azzurri.

Napoli-Pescara in 33 giri

In questi giorni è uscito un album molto atteso L’amore e la violenza dei Baustelle, un bel disco. Nel ritornello del primo singolo che si intitola Amanda Lear si canta:

I wanna be Amanda Lear
il tempo di un LP
il lato A, il lato B

è una canzone che parla di come le cose siano destinate a finire, anche le belle, quasi sempre, e di come tutto, per quanto lungo ci sembri, non duri più del tempo di un LP. Pensando al Napoli di ieri, e considerando il novantesimo la fine del disco, potremmo dire che il Lato A conteneva canzoni appena abbozzate non riuscite, destinate all’oblio; il Lato B, invece, era perfetto con le canzoni che avremmo voluto ascoltare, che insieme a molte altre non dimenticheremo.

Il post it del drone Giggino

Voglio solo dirvi che quando Mertens ha disegnato il cuore col vapore mi sono commosso. Anche i software hanno un cuore, fumamme.

Notizie dall’Inghilterra

0 a 0 per il Watford, Britos si fa ammonire per ravvivare un po’ la partita. Conte le suona a Ranieri e non ci stupisce. Stupisce, invece, il nuovo tonfo del Manchester City, segniamoci il nome di Davies dell’Everton. Il Newcastle di Benitez vince in trasferta ed è ancora primo. Chissà se presto anche Gabbiadini finirà nei nostri raccontini d’Inghilterra.

Note a margine

  • Hamsik a meno 4 gol da Maradona
  • Mertens ha la migliore media realizzativa della serie A (un gol ogni 99 minuti).
  • Gilardino è invecchiato di colpo.
  • Proseguiamo con la maglia dei Vattienti: Madonna dell’Arco for Kombat
  • #IoStoConSarri ovviamente.

 

Film: Paterson di Jim Jarmush
Album: L’amore e la violenza dei Baustelle
Poesia: Poem di Susan Sontag (chi volesse può leggerla per intero qui):

 

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