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«Il presidente credo che faccia anche troppo». L’armonia Sarri-De Laurentiis sta dando i suoi frutti

Ormai siamo quasi al cinguettio, anche gli elogi di Sarri alla società. Cinque vittorie nelle ultime sei partite. Il Napoli è la squadra con meno sconfitte in campionato.

«Il presidente credo che faccia anche troppo». L’armonia Sarri-De Laurentiis sta dando i suoi frutti
De Laurentiis e Sarri

Squadra con meno sconfitte in campionato

Facendo i dovuti scongiuri, il Napoli di Sarri è diventata la squadra meno battuta del campionato. La sola ad aver perso soltanto tre volte. Atalanta a Bergamo (fu la prima in campionato), in casa contro la Roma (fu la prima partita del dopo Milik) e infine a Torino con la Juventus. Ventinove ottobre 2016. Da allora, per il Napoli in Serie A nove risultati utili consecutivi. Anche con qualche battuta d’arresto come i pareggi consecutivi in casa contro Lazio e Sassuolo. In nove partite, 25 gol segnati e 11 subiti. Terzo posto in classifica riconquistato, anche se c’è da aspettare il Milan che ha due partite da recuperare (una la gioca stasera a Torino contro il Torino). Miglior attacco del campionato e quinta miglior difesa.

Lo sbandamento dopo l’infortunio di Milik

Il Napoli ha sbandato dopo l’infortunio di Milik. Undici punti in sette partite. Poi, sedici in sei. Con il solo pareggio di Firenze dove abbiamo visto che non è facile vincere per nessuno. Della metamorfosi mentale più che di gioco del Napoli abbiamo scritto in abbondanza. Il Napoli non gioca più come se cercasse l’approvazione di un giudice. Ma per conquistare l’obiettivo. Non ci sono dispersioni di energia. O comunque si cerca di limitarle. Ovviamente siamo stati favoriti dall’aver incontrato Sampdoria e Pescara. Ma è stato importante che il Napoli non si sia mai fatto prendere dall’ansia o dal timore di non riuscire a vincere.

La fine delle scaramucce

Sarri sta parlando spesso del salto di qualità mentale che il Napoli deve compiere. È diventato ormai un leit-motiv. È accaduto anche altro. Quel confronto tra lui e De Laurentiis alla vigilia di Napoli-Inter ha dato i suoi frutti. D’improvviso, è terminato quell’autolesionismo che aveva contraddistinto il rapporto tra i due. Niente più frecciate né da una parte né dall’altra. Fabio Avallone ha scritto della duttilità di Sarri. Che ieri ha rilasciato una dichiarazione sottovalutata a proposito del Napoli che è forse l’unica squadra di livello medio-alto che non ha alle spalle multinazionali o investitori orientali. E ha persino elogiato gli sforzi di De Laurentiis: «Il presidente credo che faccia anche troppo». Insomma, una rivoluzione copernicana.

Scusate il ritardo

Aggiungiamo che se Sarri avesse interiorizzato subito che il Napoli quest’anno ha realizzato una signora campagna acquisti, oggi avremmo qualche punto in più in classifica. Ma, come si dice, non piangiamo sui punti regalati e sul papponismo elargito e godiamoci il cambio di direzione.

L’ampiezza della rosa

Sarri sta sfruttando l’ampiezza della rosa. E le qualità dell’ultimo calciatore che non aveva ancora utilizzato. Quel Tonelli che in otto giorni gli ha risolto due partite. Un gol decisivo all’ultimo minuto contro la Sampdoria. E un altro per sbloccare la partita contro il Pescara. Il Napoli non sembra più giocare a tutta. Ma, almeno contro Pescara e Samp, ha saputo accelerare e ha saputo trarre il massimo dalle proprie accelerazioni. Ovviamente è presto per trarre conclusioni generali e definitive. Il campionato è probabilmente il più aperto degli ultimi anni. Con praticamente cinque squadre in nove punti (considerando i recuperi di Juventus e Milan).

Tre punti in meno rispetto allo scorso anno

Il Napoli ha appena tre punti in meno rispetto allo scorso anno quando era primo in classifica. Oggi, con tre punti in meno, è terzo con appena una lunghezza di vantaggio sulla Lazio. Ha segnato quattro gol in più rispetto allo scorso anno (senza Higuain, senza Milik e senza centravanti). E in verità ha subito sette gol in più. È probabilmente questo l’aspetto più preoccupante.

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