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Il questore non è Mughini e Napoli fa spallucce alle sue accuse («cittadini reticenti, anche il salumiere Ciro»)

Il questore Marino dice al Mattino che la camorra si batte anche con la collaborazione dei cittadini. Parole cui Napoli reagisce distrattamente, con indifferenza.

Il questore non è Mughini e Napoli fa spallucce alle sue accuse («cittadini reticenti, anche il salumiere Ciro»)
Giampiero Mughini

L’omicidio alla Sanità

Mentre a Napoli l’opinione pubblica (e privata) è scossa dalle parole di Mughini che in un colpo solo ha steso il maradonismo e il passatismo partenopeo (e in aggiunta ha detto anche che è una città priva di identità al di là del pallone), ieri Il Mattino ha pubblicato un’intervista che meriterebbe un giro nelle scuole. Lo storico quotidiano della città ha sollecitato il questore Guido Marino sulle parole da lui pronunciate in occasione dell’arresto dei presunti assassini del giovane Genny Cesarano alla Sanità. Il capo della polizia parlò di “spregevole reticenza” e Pietro Treccagnoli gli ha chiesto delucidazioni in merito.

Ne è emersa una intervista che non lascia indifferenti. Il questore ha detto chiaro e tondo che a Napoli a essere assente non è lo Stato ma il cittadino.

In questi giorni ho letto che tutto il rione Sanità sapeva chi avesse ucciso Genny. Peccato che nessuno abbia avuto il coraggio, abbia sentito il bisogno di dire quello che aveva visto o che sapeva. Se questo fosse vero, la conclusione sarebbe che tutti inconsapevolmente, e per la loro parte, hanno dato una mano a chi ha ucciso Genny.

E ancora:

Nel caso di Genny se avessimo potuto contare anche sul contributo di chi quella sera stava con il ragazzo forse saremmo potuti arrivare a individuare gli autori del raid prima che si pentisse Carlo Lo Russo.

L'intervista del questore di Napoli al Mattino

L’intervista del questore di Napoli al Mattino

«A noi il salumiere non ha detto nulla»

Ma non è finita qui. Il questore di Napoli affronta anche il protagonista della cronaca di questi giorni, il salumiere Ciro Scarciello che alle telecamere di Chi l’ha visto ha denunciato l’assenza dello Stato e ha rivelato che tutti sanno cosa è accaduto la mattinata della sparatoria agli ambulanti – in cui è rimasta ferita una bambina di dieci anni – ma nessuno parla per paura. Salumiere che è stato isolato dal quartiere per la sua denuncia. Guido Marino ne ha anche per lui.

Che cosa ha fatto di tanto sconvolgente il salumiere della Duchesca? Ha parlato con giornalisti davanti alle telecamere, ma poi quando è stato chiamato dalla Squadra Mobile non ha detto una parola. Qual è allora il suo senso civico?

La città si è rifugiata nel veltroniano “ma anche”

Chi si aspettava che nascesse un dibattito “alla Mughini” è rimasto a dir poco deluso. Nulla di nulla. Come se non avesse parlato nessuno. Come se nulla fosse stato detto. Il giorno dopo, per onor di testata, è il solo quotidiano Il Mattino a provare a tenere vivo il dibattito. Con scarsa fiducia nell’obiettivo, visto che il tema viene relegato alle pagine locali. Vengono intervistati personaggi della vita napoletana: dalla politica all’imprenditoria. Il collante di queste dichiarazioni è, tutto sommato, il veltroniano “ma anche”.

Da Bassolino a Velardi

 “Il questore ha ragione ma…”. «Ma non si può generalizzare» (Lida Vaganoni, ex rettore Orientale). «Ma poi bisogna calare questi principi sul territorio e in alcuni contesti è maledettamente complicato» (Ambrogio Prezioso, presidente degli industriali). «Ma sbaglia anche il questore quando parla genericamente del cittadino, così come sbagliano quelli che dicono che lo Stato non c’è» (Antonio Bassolino che affida a Facebook le sue considerazioni). Persino Claudio Velardi sembra stanco, sottolinea che non c’è rapporto fiducia tra i cittadini e le istituzioni e ricorda che il senso civico di Napoli non è quello di Stoccolma. Ce lo immaginiamo mentre fuori onda dice: “chest’è”. Più netti Umberto Ranieri e (non a caso) l’ex questore Franco Malvano. Mediaticamente, però, il caso è chiuso. Mica come l’affaire Mughini che una settimana dopo continua a far ribollire il sangue nelle vene.

Il resto è silenzio, tranne Marco Demarco che ieri su Twitter si chiedeva: è un questore o un provocatore situazionista?

In conclusione, due cose. Una: tempo fa, Repubblica sul web pubblicò una splendida inchiesta sulla vita condotta da chi aveva avuto il coraggio di denunciare gli estorsori e gli usurai. Lo Stato non ci faceva una bella figura. Due: oggi a Napoli è stato arrestato un gioielliere per complicità con la camorra, tra le altre cose aveva ospitato l’esponente del clan Lo Russo. In questo caso, sarebbe più che reticenza. Forse le parole del questore sono eccessive. Forse. Certo, la reazione della città è sospetta.

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