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Leandrinho (e Orsolini, più che Zerbin): l’evoluzione del mercato giovane del Napoli

Già in passato, il Napoli aveva acquistato calciatori giovanissimi dall’estero (e non è andata proprio bene). Con Leandrinho e gli altri, si inaugura l’era dei wonderkid.

Leandrinho (e Orsolini, più che Zerbin): l’evoluzione del mercato giovane del Napoli

Oggi per dopodomani

Un nuovo modo di fare acquisti. Anzi, un modo che è già stato utilizzato e che in qualche modo viene portato a un livello superiore. L’abbiamo già scritto nel nostro scouting report di Leandrinho, lo copincolliamo qui:

Il Napoli, per la prima volta negli ultimi anni, decide di pescare un giovane (presunto) fenomeno dal Brasile. Sì, perché c’è una grossa differenza tra quest’acquisto e quelli degli ultimi calciatori carioca approdati in azzurro, Bruno Uvini ed Henrique. Qui si parla di una promessa vera, di quelle che vengono definite craque dalla stampa specializzata. Campioni in divenire, che hanno tanto da dimostrare ma partono dalla dimensione del talento, delle doti potenzialmente sconfinate.

I virtuosi dell’anglofonia calcistica li definiscono wonderkid. Ne sono pieni, letteralmente, i vivai delle grandi squadre europee. Giocatori stranieri acquistati giovanissimi, prima che il mondo iniziasse a conoscerli, a desiderarli. E poi incubati, fatti crescere, ma questo è lo step successivo. Il Napoli ci aveva provato, in passato, a fare acquisti mirati di piccoli presunti fenomeni stranieri da lanciare dopodomani, ovvero nel futuro lontano. Non gli è andata bene.

Necessario miglioramento

Scorrendo la tabella di tutti i trasferimenti degli ultimi anni del Napoli, troviamo: Navarro, Dumitru, Hoffer, Radosevic, Vargas, Bariti, Fideleff, Lasicki, Uvini. Ce ne sarà anche qualche altro, probabilmente ce lo siamo perso. Il senso di questa ricerca, però, sta nell’andare a rintracciare una nuova tendenza del Napoli: l’inserimento nelle trattative di acquisto di calciatori importanti già a livello giovanile. Tra quelli citati, forse, solo Vargas aveva una narrazione da futuro campione. Pure il prezzo fu abbastanza alto, 13 milioni di euro. Non andò benissimo.

Così come non è andata benissimo per gli altri, sintomo che il lavoro di scouting e di evoluzione non è stato fatto in maniera perfetta, totale. Come detto, però, nessuno di questi prometteva come promettono Leandrinho, Diawara, Rog. Come promette Orsolini, che ormai è un obiettivo dichiarato e conteso alla Juventus. Come promette lo stesso Zerbin, che però fa più parte del contingente precedente: calciatore di prospettiva, giovane, ma non ancora verificato – perché non ancora trascritto – sui bloc notes degli osservatori. Una dimensione che, invece, possiedono Leandrinho e Orsolini. Uno è già stato preso, per l’altro si parla di un’offerta da 9 milioni di euro recapitata all’Ascoli. 9 milioni, per un classe 1997. Non è poco.

Progetto giovane

Ecco, questa è una svolta importante nel mercato del Napoli. In quello a lungo termine, soprattutto. Quello che identifica il progetto, ne traccia i contorni. Se Pavoletti rappresenta uno sgarro alla regola dettato dalle necessità, il lavoro su profili così giovani e già così conosciuti a livello nazionale e internazionale dice che il Napoli vuole diventare una voce forte nel mercato dei talenti più prospettici. A livello mondiale. In realtà, questo è un processo iniziato e portato avanti da Giuntoli, tra l’altro con due veri e propri botti. Hysaj e Zielinski, nemmeno o appena 22enni al momento dell’acquisto. Che, possiamo dirlo, erano all’Empoli e all’Udinese solo per una vera e propria svista dei grandi club. Che, ora, possono anche mangiarsi le mani.

Questo, come detto, è il livello ancora successivo. È l’evoluzione, che permette di pagare ancora meno e crescersi in casa i futuri fenomeni. È pure una sfida culturale, soprattutto rispetto all’atteggiamento tipico delle tifoserie sul calciomercato: l’attesa del messia salvifico, del grande nome che possa risolvere i problemi più del lavoro sul campo, sulla crescita del calciatore. Il Napoli si sta muovendo in tante direzioni, tutte opposte a questa. Tutte intriganti, ma tutte difficili. Leandrinho e Orsolini, ma pure gli altri nomi che riempiono il paginone delle trattative (Cragno, Venuti, oppure il mai dimenticato Toljan), sono quindi un’idea nuova per questa società. Anzi, il miglioramento di un’idea già presente. Una crescita, anche nella capacità di investimento economico (pure) su calciatori di questo tipo. Forse, il miglior modo possibile di guardare al futuro.

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