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Con i 28 milioni di Gagliardini, il Napoli ha comprato Zielinski e Diawara

Se Gagliardini – 14 presenze in Serie A – vale questa cifra, qual è il prezzo di Modric? Una cifra assolutamente fuori mercato, per un centrocampista. Pagata da una squadra che ha problemi in difesa.

Con i 28 milioni di Gagliardini, il Napoli ha comprato Zielinski e Diawara

Intendiamoci, prima di cominciare. Il Napolista apprezza Roberto Gagliardini e gli riconosce doti importanti. In una conversazione di redazione, una persona che ha visto Atalanta-Roma ha definito “impressionante” la prestazione, nel secondo tempo di quella partita, del centrocampist ex Vicenza. Che ha solo 22 anni, è un gran talento e merita la cance all’Inter. Detto e sottolineato questo: ma i 30 milioni? Anzi, diciamola bene: ma i 2 milioni per il prestito all’Atalanta, 23 per il riscatto e 3 di bonus? Sono una cifra congrua, giusta, verificata dalla e nella realtà?

I 28 milioni  di Gagliardini e i paragoni

Ecco, apriamolo su questo il dibattito. E sulla condotta di mercato dell’Inter, e sul giudizio del mercato dell’Inter. Che, diciamolo ancora e sottolineiamolo, fa un grande acquisto prendendo Gagliardini. È solo che, questi 28 milioni totali ci paiono una cifra fuori logica. Considerando soprattutto quello che ha mostrato il calciatore finora, quello che gli è stato permesso di mostrare. Nel senso: Gagliardini ha 14 presenze di Serie A alle spalle. Di cui 13 in questa stagione. Più tre prestiti in Serie B. Più sette partite tra Nazionale Under 21 e Under 19. Basta così.

Per carità, noi siamo dei ferventi sostenitori del mercato e del punto di equilibrio tra domanda e offerta. È solo che questa è un’operazione che ci pare fuori mercato rispetto alle altre della nostra serie A. Nel senso: se Pjanic vale 38 milioni, quali sarebbero i parametri che porterebbero Gagliardini a valerne 28? E, sempre rimanendo in casa Inter: se Joao Mario è stato pagato 40 milioni, con un titolo di Campione d’Europa in bacheca e due stagioni da inamovibile nello Sporting Lisbona, tra Portogallo e match internazionali, perché Gagliardini ne vale 28? Alziamo il livello di provocazione: se Gagliardini vale 28 milioni di euro, quanto valgono Modric e Rakitic? In questo momento, Gagliardini vale (varrebbe) poco meno di un terzo di Pogba. Il calciatore più pagato nella storia.

Proviamo per un attimo a rapportarci a cose più terrene. Magari anche più vicine a noi. Zielinski e Diawara, per esempio. Non Rog, che in pratica non l’abbiamo ancora visto. Zielinski e Diawara, invece, sappiamo come giocano. Ebbene, sono stati pagati (fonte Transfermarkt) 14 e 14,5 milioni di euro. Superano, in due, la valutazione di Gagliardini di 500mila euro. Gagliardini è forte quanto la somma algebrica del loro talento? Oppure, per rimanere nella realtà: il contributo da titolare di Gagliardini è inferiore a quello di Zielinski e Diawara? 

Italiani costosi

Non è tanto un elogio al Napoli, che pure se lo meriterebbe. Quanto un’analisi su una situazione-prezzi che è fuori, secondo noi, da ogni tipo di logica. Anche di mercato. O che, in qualche modo, si piega al mercato con estrema facilità. E non vogliamo chiamare in causa il fair play finanziario (con cui l’Inter ha già avuto e dovrebbe avere ancora a che fare, teoricamente), ma un altro punto importante. Un punto toccato anche dall’esperto di finanza applicata al calcio Giovanni Armanini. Questo è il titolo del suo pezzo pubblicato oggi: “Giovani, italiani e carissimi: pesante rialzo dei prezzi per i talenti di casa nostra”. Leggiamo:

Ovviamente sarebbe limitante e riduttivo analizzare la questione come puramente interna. Il rialzo internazionale dei prezzi (c’è la Cina, ma ci sono anche le cifre più alte che pure l’Inghilterra paga per giocatori di valore medio) sta inevitabilmente facendo lievitare il valore dei cartellini e quindi per le società italiane puntare su giocatori italiani (più facilmente inseribili e adattabili ad un progetto più rapidamente, almeno sulla carta) diventa prioritario.

Da qualche mese insomma, i prezzi sono “impazziti”, ma anche l’Italia ci ha messo del suo. Pensiamo alla regola sugli italiani varata in gran fretta dopo il doppio disastro mondiale tra il 2010 e il 2014. Rose da 25 calciatori, di cui 4 cresciuti nel proprio vivaio e 4 cresciuti comunque in Italia. Un’imposizione “nobile”, come intento, ma che ha prodotto un’inevitabile impennata dei prezzi dei calciatori di casa nostra. Non è un caso, del resto, che Caldara e Gagliardini, italiani, abbiano cambiato casacca prima di Frank Kessiè (ivoriano) che pure ha 2 anni in meno e vanta già esperienze nella sua nazionale (ora si aggregherà per la Coppa d’Africa).

Ovviamente, nel pezzo di Armanini viene dato come fatto l’acquisto di Caldara da parte della Juventus (18 milioni dal 2018).

L’Inter

Poi, la seconda parte dell’analisi. Sapete e saprete come la pensiamo sul calciomercato. L’abbiamo scritto: è una giungla in cui tutti sbagliano. Ma tutti. Uno dei nostri pezzi più letti del 2016 racconta proprio questa visione dell’errore inclusivo: “Da Iturbe a Witsel, le sei mosse di mercato che se le avesse fatte il Napoli…“.

L’Inter, secondo noi, c’è ricascata. Non tanto perché acquista Gagliardini, ma perché acquista un altro centrocampista. Ovvero, ingolfa ulteriormente uno dei reparti più ampi e ricchi del suo organico. Al momento dell’ufficializzazione del giovane atalantino, Pioli avrà una rosa con: Joao Mario, Banega, Brozovic, Medel, Kondogbia, Gnoukouri e Felipe Melo. Gli ultimi due sono destinati ad andar via, quindi numericamente (e qualitativamente) l’arrivo di Gagliardini è pure accettabile.

Ma è logico che una squadra che ha Ranocchia, Santon, Andreolli e Nagatomo come riserve di Ansaldi, Murillo, Miranda e D’Ambrosio spenda 28 milioni (!) per un centrocampista? Una squadra, tra l’altro, che ha palesato proprio nel settore difensivo i suoi peggiori problemi? E che, aggiungiamo, non sta vivendo una stagione soddisfacente neanche per i titolari della terza linea? È una questione di numero di calciatori, è una questione di qualità. Che prescinde dal valore assoluto, seppur ancora tutto da dimostrare, di Roberto Gagliardini. Che sarà forte e diventerà fortissimo, è certo. È un predestinato. Ma che, semplicemente, non sapremmo dire perché costi 28 milioni.

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