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I dieci terzini destri più forti della storia del Napoli

Storia della maglia numero due, da Grava e Maggio fino a Bruscolotti. Seconda puntata della Hall of Fame Napolista. Chi è stato il più forte?

I dieci terzini destri più forti della storia del Napoli

Seconda puntata

La prima puntata sui portieri è stata pubblicata il 10 novembre 2016

Una volta si chiamavano terzini. Anzi,, per essere precisi: si chiamava “terzino destro”. Oggi, col cambiamento che ha subito il calcio, anche il suo linguaggio è mutato. I telecronisti ed i giornalisti parlano di “laterale destro”, “uomo di fascia” (vale anche per Callejon, ad esempio?), “difensore destro” o “uno dei due centrali”. Insomma in queste definizioni c’è tutto quello che anni fa veniva semplicemente chiamato “terzino destro”, come detto. Ed era contrassegnato inequivocabilmente col numero due, sia che guardava a vista la punta avversaria sia che faceva le sue incursioni sulla fascia.

Il “2” era quello che si scambiava col “5” (lo stopper! i giovani del 2000 sanno chi è uno stopper?) i due attaccanti più pericolosi della squadra avversaria e quindi poteva marcare sia il numero “11” (l’ala sinistra) che si trovava sulla fascia di sua competenza sia il “9” che normalmente giostrava da centravanti. Insomma, Torino-Napoli, Bruscolotti poteva prendere sia Pulici che Graziani, l’altro era di competenza di Ferrario. Chiaro il concetto?

Oggi esistono ancora i difensori ruvidi ed arcigni come quelli di una volta? Guardando il nostro Hysaj diremmo di no, visto che passa più tempo ad attaccare che a difendere. Ed allora questo è un semplice gioco, un excursus divertente nella Storia del Calcio Napoli, per individuare quelli che secondo noi sono i dieci migliori di sempre tra antiche e nuove interpretazioni del ruolo.

10 Christian Maggio (214 presenze – 20 gol, dati aggiornati al 2016) –  Anche lui vicentino come Pretto, classe 1982, ha cambiato varie squadre prima di approdare nell’organico del Napoli e trovare la sua definitiva consacrazione. Le sue migliori stagioni sono ormai alle spalle ma quando Christian Maggio era il padrone della fascia destra ne abbiamo visto di belle, anche in Champions League. Ottime proiezioni, una velocità incredibile col turbo incorporato, duelli all’ultimo sangue con gli avversari. Capitano anche silenzioso, uomo spogliatoio, è alla sua nona stagione nel Napoli. Probabilmente sarà l’ultima, ma quando viene chiamato in causa da Sarri riesce sempre a dare il suo contributo.

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9  Elia Greco (180 – 1)  – Nasce a Cantalupo (Mi) nel 1936, terzino destro ma a volte anche stopper. Si forma nel Legnano, e prima dei 20 anni è già acquistato dal Napoli per il campionato 1955/56, chiamato a sostituire il grande Vinyei, ceduto alla Spal per sopraggiunti limiti di età. Elia Greco ebbe un rendimento elevato, fu molto attento nella copertura difensiva, nonostante non fosse sempre ben impiegato da Monzeglio. Fu dotato di grande professionalità e militò in azzurro per 7 anni, totalizzando 180 presenze impreziosite da una rete contro il Bari. Con il Napoli vinse la Coppa Italia del 1962.

8  Gianluca Grava  (153 – 2)  – È indubbiamente colui che ha incarnato un po’ lo spirito battagliero del difensore di vecchio stampo, alla Bruscolotti, anche se le sue discese sulla fascia sono ancora ben visibili nel ricordo di ogni tifoso del Napoli dell’era De Laurentiis. Casertano, classe 1977, figlio d’arte (il papà ha giocato coi falchetti rossoblu e ne è stato una bandiera), nonostante non sia un gigante, è stato spesso baluardo insormontabile nella retroguardia napoletana mettendoci cuore ed anima. Talvolta grintoso oltre il limite, non erano rare le sue proiezioni offensive che terminavano con invitanti cross per le punte. Di lui si ricorda anche la buona intesa con Capparella sulla fascia destra di un Napoli in serie B e la rete alla Juve Stabia che decise, (sigh, sigh) un derby non proprio memorabile. Alla fine mise insieme 153 presenze con due reti ed oggi è responsabile del settore giovanile degli azzurri.

7  Elseid Hysaj (53 – 0, dati aggiornati al 2016) –  Classe 1994, nasce a Scutari in Albania, viene in Italia sin da piccolo e inizia a tirare calci nelle giovanili dell’Empoli che lo acquista per 50000 euro dal Vllaznia. A 18 anni gioca già in serie B e Sarri ne fa un punto fermo della sua squadra. E’ in pianta stabile difensore destro nella nazionale del suo paese, ha già giocato un Europeo e su di lui il Napoli ha scommesso ad occhi chiusi dopo aver cercato Darmian (e meno male!). Grande fisicità e dinamismo costante, ha nel suo arco una freccia che pochi hanno, una corsa sfrenata e decisa verso l’area avversaria. La sua valutazione è cresciuta in modo esponenziale, acquistato per 5 milioni di euro adesso ne vale molto di più. Dal trattenere punti cardini come Elseid Hysaj dipenderanno molte delle fortune del Napoli degli anni a venire e siamo sicuri che se il giovanotto albanese rimarrà ancora per molto qui, questa classifica la scalerà arrivando verso le porte del… Paradiso.

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6  Giovanni Vincenzi (169 – 0) –  Livornese, classe 1905, terzino per indole e vocazione quando il primo comandamento era “prima non prenderle”. Si giocava coi capelli impomatati ed i mutandoni, si faceva il saluto fascista a centrocampo prima della partita, i giocatori iniziavano a diventare i nuovi idoli del popolo. Prima del Napoli fa un’esperienza al Torino con cui vince anche lo scudetto del 1928. Nell’ottica dei grandi acquisti del presidente Ascarelli (che poi prenderà anche Colombari) passa in azzurro per il primo campionato a girone unico nel 1929-30. Metterà radici qui, investì qualche soldo in una pompa di benzina a Piazza Municipio e disputò 169 gare, senza nessun gol, col Napoli. Straordinaria una foto che lo immortala davanti a Cavanna a spazzare l’area nel fango di Vercelli. Passò a fine carriera all’Ambrosiana Inter quando aveva già dato tutto per gli azzurri. Giocò anche in Nazionale A, il 20 gennaio del 1924 a Genova contro l’Austria.

5  Stelio Nardin (135 – 0)  – Goriziano di Romans d’Isonzo, classe 1939, una roccia granitica e testarda. Primi passi nell’Udinese, poi un primo passaggio al Sud, nel Gladiator di Santa Maria Capua Vetere, da dove lo preleva, ormai più che giovane di belle speranze, il Catanzaro. Dopo cinque anni spesi in Calabria, il Napoli se lo accaparra per il campionato 1965/66. Difensore e francobollatore corretto e grintoso, Nardin, che non disdegna qualche avanzata, gioca a Napoli sei tornei ed entra nell’immaginario collettivo come il secondo della filastrocca “Zoff, Nardin, Pogliana, Zurlini, Panzanato, Bianchi….”. Alla fine colleziona 135 presenze e nessun gol ma ha al suo attivo anche il debutto in Nazionale, il 27 marzo del 1967, a Roma contro il Portogallo, convocato dalla strana coppia Herrera- Valcareggi. A 33 anni suonati lascia Napoli per accasarsi alla Casertana e lascia spazio all’uomo di Sassano.

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4  Luciano Comaschi (302 – 4)  –  Classe 1931, milanese, anche lui appena ventenne raggiunge il Napoli proveniente dal Crotone. E’ l’estate del 1951, si sta costruendo una grande squadra e lui è destinato a farne parte. Dopo qualche apparizione saltuaria in sostituzione di Vinyei, che era un vero e proprio jolly difensivo, Comaschi trova definitivamente spazio formando proprio con l’ungherese una coppia di terzini forti, affidabili e affiatati. Giocatore di grosso temperamento, arcigno marcatore, fu un vero combattente che lasciava il campo solo a maglietta abbondantemente sudata dando ogni stilla di energia per la squadra. Diventò uno dei beniamini della pittoresca folla azzurra del “Collana” che gli affibbiò il soprannome di “‘O Lione“, un’etichetta che perse solo con l’arrivo di Vinicio. Nel Napoli, Comaschi giocò per nove anni totalizzando 302 partite e 4 gol.

3  Mario Pretto (223 – 1) – Vicentino di scorza dura, classe 1915, terzino il suo mestiere, ci mancava solo lo scrivessero sulla carta d’identità. Raggiunse il Napoli, proveniente dallo Schio, nell’era post Sallustro, nel 1937. Per tre anni fu rincalzo difensivo, dovette attendere un po’ prima di entrare in pianta stabile in squadra. Infatti quando giocava, era impiegato anche male, poi trovò definitiva collocazione a terzino, disimpegnandosi anche a sinistra sebbene la sua fascia di prevalenza fosse la destra. Visse la guerra da gladiatore del Napoli fino alla sospensione bellica, poi riprese, sempre con gli azzurri, fino alla stagione 1948-9 quando, dopo 223 presenze ed una rete, lasciò l’Italia per accasarsi in Sudamerica.

2  Ciro Ferrara (247 – 12) –  Napoletano di una Napoli ‘bene’ ed educata, proprio come i suoi piedi che di ruvido avevano ben poco. Classe 1967, cresce nella società e raggiunge l’organico della prima squadra nell’estate del 1983. Debutterà solo nel 1985 contro la Juventus sostituendo Ferraio e mostrando già i suoi notevoli mezzi tecnici. Un terzino che sapeva difendere ma anche attaccare, che sapeva marcare con intelligenza e furbizia ma anche ‘sentire’ la porta avversaria. Il gol nella finale di Stoccarda che valse l’ipoteca sulla Coppa Uefa è entrato nell’immaginario collettivo come uno dei gol più belli di sempre nella storia del Napoli. Al suo attivo 12 gol in 247 presenze prima del doloroso passaggio alla Juventus.

1  Giuseppe Bruscolotti  (387 – 9)  – Classe 1951, sassanese ma napoletano di adozione. Per tutti i tifosi partenopei è “Pal ‘e fierro” e ho detto tutto. Dopo gli inizi col Sorrento, ha dedicato l’intera carriera al Napoli e ai suoi colori, ha gioito, versato lacrime, si è sentito figlio della città. Professionista esemplare, corretto, grintoso, duro da superare, anche se non ha disdegnato qualche marachella verso i più forti attaccanti degli anni ’70 e ’80. È sempre stato un esempio per compagni e avversari e nella storia del Napoli ha conquistato un posto ‘paradisiaco’.

Marcatore arcigno e dal rendimento costante, resta il mistero perchè, a differenza di altri affidabili giocatori, non abbia mail esordito in Nazionale A (si dice chiuso da Gentile, Spinosi e Bergomi ma è una tesi che regge fino ad un certo punto). Alla maglia azzurra ha legato il primo scudetto, due coppe Italia, una coppa di lega italo-inglese e soprattutto una cosa: la stima indiscussa della tifoseria. Nelle sue sedici stagioni al Napoli è stato anche autore di nove reti ed è tuttora il primatista assoluto di presenze facendo passare al secondo posto un’icona come Juliano.

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La prossima puntata, quella sui ‘terzini sinistri’, sarà pubblicata fra 10 giorni.
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