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I sette gesti tecnici di Napoli-Torino: lo show di Mertens, ma è tutto il Napoli a fare spettacolo

Il match di ieri in pillole: Insigne, Ghoulam Jorginho e Chiriches e il folletto belga. E poi, lo schema su corner per il primo gol che (finalmente) riesce.

I sette gesti tecnici di Napoli-Torino: lo show di Mertens, ma è tutto il Napoli a fare spettacolo

Questa volta abbiamo voluto esagerare: il Napoli di ieri, per quanto fatto vedere sul campo, lo meritava eccome. Vi proponiamo una carrellata di tutto il meglio che gli azzurri hanno espresso, senza fermarci per forza a cinque. Manca anche tanto altro che avrebbe meritato di finire nella nostra rassegna, ma che purtroppo non possiamo riproporvi per motivi tecnici.

La punizione di Ghoulam

Avremmo potuto segnare già prima dello show di Mertens. L’algerino calcia davvero molto dai 25 metri con l’interno sinistro, trovando una parabola che purtroppo centra la rete dalla parte sbagliata, fischiando di un nulla a lato dell’incrocio. Difficilmente Hart ci sarebbe arrivato, fosse finita nello specchio.

Lo schema da corner

Finalmente, verrebbe da dire. Dopo decine e decine di calci d’angolo sprecati in malo modo con scelte cervellotiche dal Napoli, questa volta la giocata riesce. E che giocata. Callejon è bravissimo a galleggiare sulla linea dell’offside sullo scambio con Ghoulam e a mettere dentro un gran pallone basso e teso. Raccolto da Mertens con un movimento in uscita dai blocchi degno di un cestista di razza e scaraventato in rete di prima intenzione.

 

Il lancio di Insigne

Il ragazzo di Frattamaggiore ha sciorinato calcio con naturalezza e consapevolezza devastanti. Qui soltanto una delle sue giocate di gran classe: sventagliata di quaranta metri circa, quasi alla cieca, a pescare Mertens sulla corsa. Al povero Barreca, già uccellato sette giorni fa in una situazione simile da Higuain, non resta che abbattere il belga.

 

La freddezza di Mertens

Delle quattro reti segnate, questa è probabilmente quella che più ricorda un centravanti vero. Senso della posizione notevole per non finire in fuorigioco sul tiro di Callejon e per capire dove andrà il pallone. Finta e dribbling sul portiere granata e gran testardaggine nel riprendere la sua conclusione ribattuta. Da ultimo, killer istinct per alzare il secondo tentativo con un tocco di punta.

 

Il cucchiaio di Jorginho

Gran prova del brasiliano che sembra tornato piuttosto in forma. Con una rinnovata propensione alla giocata in verticale, aggiungeremmo. Peccato non poter proporre il filtrante di esterno destro per la corsa di Ghoulam. Ci consoliamo con questa scucchiaiata di gran pregio a trovare l’inserimento di Insigne. Tempo e giri del pallone sono semplicemente perfetti.

 

Il contropiede di Chiriches

“Ma dove vai?”. L’ha detto chi scrive, nel momento in cui è iniziata l’azione, e l’avranno pensato più o meno tutti. Dopo un anticipo sontuoso, il romeno del Napoli si lancia in avanti come capita abbastanza spesso al compagno che ha sostituito per l’occasione, Koulibaly. Vlad però ha dalla sua sufficiente esperienza per essere meno irruento del senegalese, già nel liberare il movimento di Mertens e poi nello scegliere opportunamente il tempo dell’inserimento sotto porta. Un contropiede aperto e finalizzato da un difensore centrale, abbiamo visto anche questo.

 

La “vaselina” di Mertens

Come ha brillantemente spiegato Adani durante la telecronaca su Sky, è il nome gergale con cui in Argentina definiscono giocate del genere. Sorvolando sulle facili ironie che il termine potrebbe suggerire, non si può che osservare ammirati il modo in cui Dries si cerca lo spazio per la conclusione, pensandola probabilmente già nel momento in cui stoppa la palla, e poi la realizza. Con coefficiente di difficoltà infinito per via della posizione defilata e della traiettoria ad incrociare sotto la traversa dalla parte opposta. Già immaginare una giocata del genere sarebbe follia pura persino in un videogioco. Metterla in pratica, con successo, va decisamente oltre. A qualcuno avrà ricordato un gol di Shevchenko contro la Juventus, ma probabilmente la volontarietà dell’ucraino quella volta fu relativa. Mertens ha decisamente VOLUTO fare ciò che ha fatto. Delirio di onnipotenza o lucida determinazione, va bene lo stesso. “Fermatelo!”, hanno detto Trevisani e Adani. No, no, che fermarlo. Fatelo continuare, ci piace troppo.

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