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Salvatore Fergola, pittore dimenticato perché legato ai Borbone

A Palazzo Zevallos la mostra dedicata ad uno dei pittori più importanti della pittura napoletana dell’800

Salvatore Fergola, pittore dimenticato perché legato ai Borbone

È stato un protagonista indiscusso della pittura italiana dell’800. Dimenticato dai più perché pittore di corte presso i Borbone, travolto dal giudizio negativo sulla dinastia dato dalla storia rinascimentale. Finalmente, grazie ad un prezioso e imponente lavoro di studio e ricerca, Salvatore Fergola viene restituito a Napoli ed al mondo intero grazie al Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo. A partire da oggi, infatti, le opere di questo versatile artista sono in mostra nella sede napoletana di Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos.

L’esposizione, intitolata ‘Fergola. Lo splendore di un Regno’, è stata presentata questa mattina alla presenza di Michele Coppola, responsabile delle Attività culturali per Intesa Sanpaolo, Ernesto Antonio Denuzio, coordinatore della sede napoletana di Gallerie d’Italia, e dei curatori Fernando Mazzocca e Luisa Martorelli. Comprende oltre 60 dipinti e disegni dell’artista provenienti da istituzioni prestigiose come la Reggia di Caserta, il Palazzo Reale di Napoli, il Museo di Capodimonte e il Museo Nazionale di San Martino, oltre che da collezioni private. In programma fino ad aprile 2017, lascerà ai visitatori importanti suggestioni oltre che nuove conoscenze relative alla storia di Napoli nell’800. L’esposizione è frutto di uno straordinario lavoro di ricostruzione e ricognizione, che ha alle spalle un imponente lavoro di restauro e diverse opere di salvataggio delle opere dell’artista dai depositi e dagli uffici che i suoi quadri erano andati ad abbellire. Un lavoro che è costato molto, in termini economici ma soprattutto di impegno da parte di tutte le professionalità impegnate nell’opera.

L’idea di realizzare la prima grande esposizione monografica dedicata al pittore è nata da un dipinto facente parte della collezione di Intesa Sanpaolo. “Il dipinto della nostra collezione ‘La Tempesta nel golfo di Napoli’ è stata l’origine da cui partire per studiare e riscoprire il talento e l’entusiasmo del maestro nel narrare la bellezza dei luoghi e la forza della storia napoletana”, ha spiegato Michele Coppola. L’ottica è quella del consueto impegno della banca nel valorizzare lo straordinario patrimonio artistico e culturale italiano.

Un protagonista dell’arte napoletana

Una mostra che, a detta del curatore Fernando Mazzocca, è una novità assoluta: “Oggi in Italia spesso si organizzano mostre sui soliti noti, invece questa è una mostra di ricerca che apre nuovi orizzonti e ci fa conoscere qualcosa di nuovo, non solo un artista ma tutta un’epoca molto interessante, che egli rappresenta”.

Salvatore Fergola. Gallerie d'Italia

L’opera più significativa di Fergola è quella che rappresenta l’inaugurazione della prima strada ferrata in Italia, un primato importantissimo del Regno delle due Sicilie. Un quadro che in tanti conoscono, anche se non ne ricordano l’autore, diverse volte riprodotto, che oggi può essere studiato come appartenente a questo artista dimenticato per ragioni numerose e complesse.

“Soprattutto per un motivo di carattere culturale – ha spiegato Mazzocca – Perché gli studi sulla pittura napoletana del’800 hanno sempre privilegiato la Scuola di Posillipo, molto amata perché rappresenta un approccio diretto alla natura, formata da pittori romantici per eccellenza, svincolati da legami con i committenti. Fergola invece è l’opposto. È stato l’ultimo pittore di Corte, legato più al passato che al futuro ed al presente come invece furono i pittori indipendenti della Scuola di Posillipo, ma che ha anche rappresentato un momento storico eccezionale”.

La carriera

Quella di Salvatore Fergola è stata una carriera lunga e complessa. Nato a Napoli in una famiglia di artisti, Salvatore Fergola (1796 – 1874) si dedicò sin da giovane alla pittura di paesaggio, tanto da poter essere considerato il legittimo erede del grande Jakob-Philipp Hackert. Come “pittore di paesaggio della Real Casa di Borbone”, Fergola seguì il re Francesco I in Sicilia e in Puglia e immortalò nelle sue opere alcuni momenti storici di rilievo del Regno delle Due Sicilie. La sua produzione è stata molto vasta: dalle incantevoli vedute della città dal mare alla rappresentazione del varo dei vascelli reali alle scene di naufragio tipiche del gusto romantico, in cui divenne un vero specialista.

Salvatore Fergola. Gallerie d'Italia

La sua produzione pittorica passò attraverso gli anni dal 1819 fino alla fine del Regno, quando il Regno delle Due Sicilie venne annesso all’Italia e proseguì poi stancamente negli anni dell’Unità, fino alla sua morte, avvenuta nel 1874. “Dal suo lavoro viene fuori una fetta della nostra storia, della storia della dinastia dei Borbone – ha spiegato Fernando Mazzocca – Fergola rappresenta scene di caccia, i viaggi del Re in Sicilia, la vita di Corte, in quadri ad olio in cui conserva l’incanto, la bellezza e la qualità della tempera, cosa che lo distingue dai vedutisti contemporanei. Diventa un pittore di corte che sa interpretare i nuovi tempi e lo slancio della città e del Regno, che vanta primati invidiabili a livello nazionale”.

Dimenticato perché legato ai Borbone

Napoli ai tempi dei Borbone era una metropoli moderna, la terza città in Europa per popolazione. E’ a Napoli che vennero introdotti per la prima volta la ferrovia, ma anche il battello a vapore, i ponti sospesi in ferro e il primo sistema bancario moderno grazie a banchieri provenienti dalla Francia. La città accoglieva tecnici da tutta Europa e con i suoi quadri Fergola rappresentò in pieno lo slancio verso la modernità dei Borbone. “I suoi quadri hanno un forte sapore di attualità – continua Mazzocca – Per questo è stato dimenticato, perché pittore di una dinastia che nella revisione storica rinascimentale ha avuto un’accezione negativa. Gli studi di John Davis, massimo studioso del periodo, oggi presente in sala, hanno contribuito a rivedere un giudizio storico ingiusto che, insieme ai Borbone, ha trascinato con sé anche il loro pittore”.

Ma Fergola è stato molto di più che un pittore di corte. “Nel 1823, mentre lavorava a corte, ha svolto anche un’attività imprenditoriale fondando il primo stabilimento litografico in Italia (a Milano ne sarebbe sorto uno solo 5-6 anni dopo). Da un lato aveva una produzione artistica con distribuzione elitaria e dall’altro un pubblico più vasto, fatto di borghesi proiettati verso i nuovi consumi culturali”. Fergola diventa poi altro ancora, grazie all’evento più importante della sua vita. Nel 1829-30 segue la corte a Madrid con il re Francesco I che porta sua figlia in sposa al Re di Spagna. Al ritorno la compagnia decide di passare per Parigi dove si trattiene diversi mesi ospite del duca d’Orléans e della duchessa di Berry, cognato e sorella del sovrano napoletano ed entrambi tra i più importanti collezionisti d’arte contemporanea in Europa. A Parigi Fergola entra in contatto con altre influenze e la sua ultima produzione è composta di grandi marine in tempesta. Si afferma come uno dei più importanti personaggi della pittura romantica in Italia.

Opere d’arte e documenti storici

“Fergola è un artista versatile e vario, e la visita alla mostra riserva tante sorprese – continua Mazzocca – Ritrae paesaggi e scene particolari ma anche curiosità sulla storia di Napoli, come l’incendio che nel 1816 quasi distrusse completamente il Teatro San Carlo. Le sue opere sono documenti storici ma anche straordinarie opere d’arte per la qualità pittorica, che varia molto negli anni e che rivela una personalità sorprendente dal punto di vista tecnico”. Fergola, insomma, fu importante sia dal punto di vista storico che artistico e adesso non sarà più relegato a uno di cui non si ricorda il nome anche se si sta guardando uno dei suoi dipinti più importanti, “ma occuperà un posto saldo per sempre nella storia della pittura italiana e internazionale grazie ai suoi contatti con la Francia”.

Una curiosità: “Nel suo dipinto più importante Fergola rappresenta il primo tratto ferroviario che collegava Napoli a Portici, all’epoca per percorrerlo, in treno, ci volevano 9 minuti soltanto, oggi, con la Vesuviana, ne occorrono 12 – racconta l’altra curatrice della mostra, Luisa Martorelli – L’artista testimonia la grande importanza riservata dai Borbone alle comunicazioni e anche il cambiamento nella politica di Ferdinando II di Borbone dal suo momento di benevolenza verso gli artisti e l’esercito e quello successivo ai moti insurrezionali del ’48, quando il Re smise di essere liberale. Fergola capì che qualcosa era cambiato e lo rappresentò nelle sue opere. Si avvicinò così al paesaggio della tempesta fino al suo ultimo dipinto, che rappresenta Gesù nell’atto di imporre al mare tempestoso di placarsi, un quadro in cui chiaramente ridicolizza la fine di un Re”.

Salvatore Fergola. Gallerie d'Italia

La mostra ‘Salvatore Fergola. Lo splendore di un Regno’ gode del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e del Comune di Napoli ed è realizzata in partnership con il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa – Fondazione F.S. Italiane.

Sarà visitabile fino al 2 aprile 2017 da martedì a domenica dalle 10 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 20. Il lunedì Gallerie d’Italia osserva il giorno di chiusura, ma non nel mese di dicembre, quando è prevista l’apertura straordinaria anche in questo giorno. L’8 e poi dal 26 dicembre all’8 gennaio 2017 l’orario di visita sarà prolungato in via straordinaria fino alle 20. Ingresso gratuito per i primi due giorni della mostra, il 3 e il 4 dicembre.

Per info: 800454229 info@palazzozevallos.com www.gallerieditalia.com

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