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Quel Capodanno del Napoli a casa Vinicio (Juliano lo aiutò a sparare)

Capodanno 1974. Vinicio invitò la squadra a casa sua. Clerici non aveva mai sparato. Juliano diede lezioni anche all’allenatore.

Quel Capodanno del Napoli a casa Vinicio (Juliano lo aiutò a sparare)
Juliano e Vinicio che sparano razzi a Capodanno

Capodanno 74

Come si cementa un gruppo? Come si arriva al successo? Come si smussano le piccole gelosie all’interno della squadra? Come si può togliere qualche presunto muso lungo? Come ci si può dimenticare che tu guadagni il doppio di me? Come si fa capire all’allenatore che forse andresti impiegato in campo in modo differente? La risposta l’ho trovata sfogliando per caso vecchi giornali di fine anno, sapete, quelli che ti rimandano alle analisi di dodici mesi dove puntualmente ti riprometti di fare meglio. In alto a sinistra, la data impietosa, 3 gennaio 1974, il giornale è Sport Sud, la bibbia dei napoletani patuti dell’epoca. In prima pagina il titolo “Il Napoli nel 1974 vuol tornare solo – A razzo sul Foggia” preannuncia la prima trasferta dell’anno sul campo della squadra rivelazione.

‘O lione non era dolce di sale

A parte il titolo simpatico, che rimanda ai botti di fine anno, in Puglia si perse malamente 1 a 0 ma non certamente per quanto fecero gli azzurri la settimana precedente. Quel Napoli, come pensiamo lo sia il gruppo guidato da Sarri, era granitico, era tutto uno con il suo condottiero, credeva ciecamente in ciò che gli veniva inculcato e nei rivoluzionari schemi di gioco adottati dal tecnico brasiliano. Fiducia, quando ce l’hai, è tutto più facile, anche se “O’ lione” non era “dolce di…sale” come si dice da queste parti.

Gli scontenti

Gli scontenti erano quelli che non giocavano, è vero, ma in quel contesto i vari Mascheroni, Vendrame o Albano, potevano dare poco di fronte agli automatismi acquisiti col tempo dall’undici titolare, con gli allenamenti, anche con le ‘imbarcate’ ( si pensi al 2-6 in casa con la Juventus ). Fiducia piena anche davanti a qualche burbero atteggiamento del mister, mezzo tedesco e mezzo napoletano ma soprattutto brasiliano atipico.

Single giustificati

Fu così che Luis De Menezes si inventava le cene dopo le partite, faceva sì che le mogli dei giocatori si frequentassero anche fuori dall’ambito ‘sportivo’, teneva unito il gruppo, soprattutto quello degli ammogliati. Sarà stata l’epoca, in cui si metteva la testa a posto abbastanza presto se facevi l’atleta, ma gli unici tre non sposati di quei meravigliosi, baldanzosi e frenetici anni erano Vavassori, Bruscolotti e Braglia. Del trio, come sappiamo, rimase ‘single’ il solo Giorgio Braglia che di mogli non ne ha mai voluto sentir parlare ed ancora oggi sorride all’idea di essere rimasto da solo.

Due, poi, cedettero

Gli altri due, Vavassori e Bruscolotti, si innamorarono di due ragazze napoletane e le impalmarono in città. Di Mary, cuoca provetta e ‘cementatrice’ del gruppo dell’era maradoniana, sappiamo quasi tutto, della signora Vavassori sappiamo solo che quando lo stempiato Giovanni ‘rischiò’ di allenare il Napoli nell’era Naldi, questi dichiarò : ” Se mi farebbe piacere allenare gli azzurri? ma scherzate, ho una moglie napoletana verace….”.

Juliano, Vinicio e il razzo

Ma cosa si inventò Vinicio per la notte di san Silvestro del 1973? Tutti a casa mia, offro io. Assente giustificato Faustino Canè e gli scapoloni, Braglia tornò a Bomporto, Bruscolotti a Sassano e Vavassori a casa di amici napoletani. E giù un veglione a ritmo di samba, cucina napoletana e brasiliana, cotechino e lenticchie, brindisi di mezzanotte, giocatori che sparavano mortaretti, tric trac e razzi sul balcone di casa De Menezes. Simpatico il siparietto tra il capitano Juliano e lo stesso allenatore. Questi prese un razzo ma ignorò che avrebbe avuto bisogno di una bottiglia come ‘rampa di lancio’. Fu così che intervenne l’espertissimo capitano che fece partire il missile…azzurro.

Clerici non aveva mai sparato

Pare che Clerici e Mascheroni non avessero mai sparato fuochi d’artificio e, con stupore delle mogli, si scatenarono come bambini con i giocattoli in mano. Dopo la parentesi pirotecnica si passò alle danze con ritmo frenetico, balli e trenini vari. Alla fine, verso le tre, tutti a nanna. Prima di salutare tutti, le mogli dei calciatori offrirono, come dono per le festività, un bracciale d’oro alla signora Vinicio. Fu così che il nuovo anno fu salutato in allegria con la speranza che esso potesse portare soddisfazioni in serie al Napoli.

Il gruppo del Napoli

Lungi da noi pensare che gli azzurri di oggi vadano a casa di Sarri o che il mister toscano offra cenone e spari di mortaretti dal balcone di casa sua. Noi ci auguriamo solo che il gruppo del Napoli di oggi continui ad essere coeso e forte, impermeabile alle critiche che pure arriveranno, alle lodi sperticate quando si vincerà con una altra ‘manita’, alle pressioni della stampa, ai momenti belli e brutti che li accompagneranno fino alla fine del campionato. Noi auguriamo loro di essere, stasera a mezzanotte, idealmente tutti insieme, ad augurarsi uno splendido anno nuovo e a continuare a credere che quella maglia azzurra va onorata. Tutti i giorni della nostra vita. Come in un matrimonio.

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