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Pasalic e Donnarumma, anche i giovani sanno vincere

Pasalic, classe 95, del Chelsea, gira l’Europa da tre anni. Donnarumma, classe 99, con la sua manona ferma il rigore di Dybala

Pasalic e Donnarumma, anche i giovani sanno vincere
Pasalic calcia il rigore decisivo della Supercoppa

Le trombette di Napoli

Una trombetta isolata. Un suono secco, breve. Poco dopo un “afammok, seeee!!!” forte e chiaro che risuona attraverso le pareti del palazzo. La manona di Gigio Donnaruma ha appena deviato il rigore di Paulo Dybala. Il quinto dei bianconeri. L’espressione colorita subito dopo il suono secco della trombetta appartiene al signor Esposito, il mio ormai noto vicino di casa, che così ha pensato bene di riassumere lo stato d’animo del popolo napoletano. Quando si dice il dono della sintesi.

Fasi alterne di gioco e di noia

È un venerdì anomalo. Antivigilia di Natale. Le strade sono piene. Le case vuote. Non dovrebbe essere giornata di calcio e invece lo è. In tivvù, in un orario anch’esso anomalo, 17:30, danno Juventus-Milan. Supercoppa Italiana. Un trofeo per chi vincerà. Una coppetta per chi perderà. La solita storia all’italiana insomma. Dopo due ore di alti e bassi, di fasi alterne, di gioco piacevole e minuti di noia, dopo un’occasione clamorosa sprecata da Bacca e una calciata da Dybala alle stelle, si arriva giustamente ai rigori. Come l’anno scorso. Come l’anno scorso i bianconeri passano in vantaggio poi l’errore di Mandzukic rimette le cose in parità.

Dybala va a sbattere su Donnarumma

Siamo agli ultimi due rigori. Ormai sono passate le otto. Tanti amici stanno brindando scambiandosi gli auguri nei vari bar del centro. Davanti alla tivvù saremo giusto tre gatti. Uno sono io. Un altro ho appena capito che è il figlio del signor Esposito. Paulo Dybala, la Joya come lo chiamano tutti, U’ picciriddu come lo chiamavano a Palermo, s’è appena scontrato con un altro picciriddu, ma solo d’età, perché Gigio Donnarumma, classe ’99 da Castellammare di Stabia, con i suoi 196 centimetri gli ha sbattuto la porta in faccia. Il Milan ora ha l’ultimo rigore da tirare. Quello decisivo. Se segna game over. Giochi finiti e tutti a casa. In questo venerdì anomalo. Che diventerebbe ancora più anomalo perché ad alzare la coppa, la Supercoppa, o la coppetta che dir si voglia, sarebbe inaspettatamente il Milan.

Pasalic non trema davanti a Buffon

Sul dischetto si presenta Mario Pasalic, un ragazzino croato classe ’95 di proprietà del Chelsea ma che da tre anni gira l’Europa in prestito: prima agli spagnoli dell’Elche, poi ai francesi del Monaco e da quest’ano al Milan. Il ragazzino potrebbe subire la personalità di chi gli sta di fronte: Gigi Buffon, probabilmente il più forte portiere di tutti i tempi. Si sistema il pallone sul dischetto e prende la rincorsa. Mi arrivano distinti i clacson delle auto in fila nel traffico folle del Vomero, mi giunge il rumore di scooter feroci e me li immagino mentre zigzagano tra le auto, distinguo persino qualche voce, ma la cosa che più mi colpisce è il silenzio irreale che mi arriva assordante da casa Esposito. Non vola una mosca. Il signor Gennaro è concentrato. Come quando gioca il Napoli. Parte Pasalic. Buffon va dall’altra parte. La rete si gonfia.

L’eco di Napoli

“Gooooooooool !!! Afammok ! Ata murì…vuje e tutt e juventini…aro’ sta Higuain, aro’ sta…inquadrate a Higuain…!…Oilloc a sta granda lota!!!” e qui mi fermo perché il prosieguo è irriferibile. Poi per fortuna la trombetta prende il sopravvento.

Nel frattempo maglie rossonere rincorrono Pasalic e Donnarumma. Si abbracciano tutti. Il Milan vince meritatamente la Supercoppa italiana. Tutta Napoli è felice. Mezza Italia è felice. L’altra mezza è bianconera.

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