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Napoli-Torino 5-3, pagelle / Per Sarri l’espressione prediletta di Barney Panofsky

I voti della strana coppia. Maradries: due gol alla Paolo Rossi, uno alla Maradona, un rigore perfetto

Napoli-Torino 5-3, pagelle / Per Sarri l’espressione prediletta di Barney Panofsky

Le pagelle di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia

REINA – Poteva essere una domenica di festa anche per lui, ma il Gallo canta e Pepe tradisce due volte. Un rilancio donato ai granata, che ringraziano e mandano in gol Belotti, indi la punizione non trattenuta di Ljajic. Ilaria cara, lo so, è Natale e bisogna essere buoni ma oggi con Reina non vado oltre il 4,5 e il mezzo voto è regalato – 4,5

Più colpevole di lui la difesa presuntuosa, secondo me. Certo, non possiamo dargli la sufficienza, Fabrizio, ma uno dei gol viene da palla strappatagli dalle braccia dal giocatore in maglia granata. E non si fa – 5

Chiediamo a Stephen Hawking

HYSAJ – Bisognerebbe incaricare Stephen Hawking di studiare e capire da quale buco nero proviene la legge fisica in base alla quale puoi sbagliare una sola volta, ripeto, una sola volta e gli altri ti fanno ballare sul serio. Ecco, la partita di Hysaj è metafora spietata della strana difesa azzurra: fa una buona gara, corre e copre, lanciandosi finanche su Belotti e poi alla fine passa quella palla a Ljajic che poteva segnare il quarto gol granata. Facendo la media esce la sufficienza – 6

Forse esce anche meno, considerando i tanti errori di Hysaj in tutta la partita. Errorucci, sciocchezze, che, però, appunto, ti portano all’improvviso l’attaccante avversario verso la rete. E che spesso sono più gravi di macro-errori dettati dalla sfortuna – 5,5

CHIRICHES – L’unico a salvarsi del tutto nel disastro difensivo di oggi, tenendo presente che si scontava l’assenza del Gigante Nero. Pur non immune da passaggi sbagliati che potevano essere fatali (nel primo tempo in particolare) dà più sicurezza dell’ispanico al suo fianco. In più esce due volte regalmente dalla difesa: la seconda discesa è premiata dalla marcatura. Chiriches è l’unico nome diverso da Mertens nel tabellino delle reti – 6,5

L’emblema della geometria perfetta: l’azione del quarto gol inizia da lui e con lui si conclude. Bellissimo il sorriso che riserva a Mertens sul quinto ed ultimo gol (ultimo solo perché era finito il tempo) – 6,5

ALBIOL – Nel primo tempo pasticcia, con il concorso di colpa di Hamsik, e il Toro riparte pericolosamente. Dopo il primo gol di Belotti si addormenta nuovamente in fase di retropassaggio. Ma il simbolo contraddittorio della sua partita, trascorsa ad arrancare faticosamente, è quel recupero su Maxi Lopez: dapprima sbaglia, poi chiude felicemente, soprattutto per l’incertezza dell’argentino. Infine, alza quel tacco sulla faccia di Rossettini, quando Doveri fischia il rigore per il Toro – 5

Decisamente non è stata una delle sue migliori prestazioni. Sbaglia due disimpegni nei primi 7 minuti. Per ciccare il terzo aspetta il 15’ ma più che un errore veniale stavolta è una zappata che lancia Belotti in area. Per fortuna Belotti non vede Zappacosta e tutto cade nel dimenticatoio – 5

Niente cappellate per Ghoulam

GHOULAM – Bellissima la punizione a giro, al 3’ del primo tempo. Ha il merito dell’angolo toccato per Callejon, nell’azione dell’uno a zero. Almeno lui, dietro, non fa cappellate e già è tanto – 6,5

Secondo me ha giocato una partita splendida – 7

ZIELINSKI – L’azione del tre a zero origina da lui. Copre chilometri e va di nuovo al tiro, invano. Il Toro insidia il centro del campo solo nei dieci minuti iniziali, poi la coppia Zielinski-Hamsik domina senza argini, incontenibile – 7

Un binomio perfetto, quello col Capitano. Il vecchio e il nuovo che si danno la mano e portano avanti la squadra lavorando di fino in miniera. Bellissimo duetto – 7  

ALLAN dal 28’ del secondo tempo – Entra con troppa irruenza e provoca con un fallo inutile la punizione del due a quattro. Il resto è corsa, solo corsa – 6

Si affanna tanto per la squadra. Ha uno spirito di sacrificio encomiabile – 6

Il tocco teso e perfetto di Jorginho

JORGINHO – Conferma l’ottima sensazione data con il Cagliari. La ricerca dello smalto perduto si può dire finita. Nel primo tempo fa impazzire Valdifiori. Da rivedere milioni di volte quel tocco teso e perfetto per Insigne, che poi sombrereggia in area – 7

Un giocatore trasformato, Fabrizio. Cosa può fare la panchina temporanea, mamma mia! Quella giocata per Insigne è da manuale, anzi, un’invenzione perfetta – 7

DIAWARA dal 24’ del secondo tempo – Sarri lo manda in campo per dare più peso in fase di copertura, quando il Toro sventaglia ben quattro punte. Il giovane diamante Diawara non fa male ma talvolta esita – 6

Avevamo un centrocampo talmente bel piazzato, oggi, che il piccolo mostro Diawara non aveva motivo di risaltare più degli altri – 6

HAMSIK – Solita, notevole prestazione, tra costruzione e conclusioni finali. Per fortuna, lo diciamo a posteriori, manca due volte il cinque a due nella stessa azione: se avesse segnato avremmo perso il capolavoro di Mertens qualche secondo dopo – 7

Un primo tempo passato in miniera a lavorare tostissimo. Nel secondo cala:  diversi errori tra appoggi e disimpegni. Orribile quello svarione con cui serve palla a Valdifiori – 7

CALLEJON – Che partita. Due assist vincenti, il primo gol di Mertens e quello di Chiriches, in più il tre a zero nasce dal suo tiro ribattuto da Hart. Avrebbe potuto segnare anche lui ma si “perde” un assist magnifico di Insigne al 28’ del primo tempo – 7

Acchiappa una manata in faccia ma resiste. Poetico, nell’occasione, quel piede che prende arrabbiato la palla durante il contrasto, al 5’ del primo tempo. Bellissimo il tiro parato da Hart e poi vendicato dal folletto belga – 7

Mertens, il cucchiaione nella Nutella

MERTENS – Realizza il suo destino, direbbe Borges, in una domenica da vero nueve, altro che falso. In un giorno di cotanta felicità si possono anche regalare paragoni: due gol alla Paolo Rossi, uno alla Maradona, un rigore perfetto. E dire che, nel suo repertorio odierno, manca la sua specialità: il tiro a giro. Lo chiameremo Maradries, almeno per oggi – 10

Il primo gol arriva da uno schema meraviglioso: Ghoulam-Callejon-Vendicatore, cioè lui. Del rigore non ne parliamo proprio: mio figlio lo dava già per segnato e io facevo gli scongiuri, Mertens che si mette a chiacchierare allegramente con Hurt e io penso che lo sbaglierà, poi la freddezza e il destro netto e forte. E vabbè. Ma sulla cagliosa di Callejon si supera: ci prova e il difensore para di stinco lanciandosi a terra, ma lui insiste e spiazza tutti con la punta della scarpetta. Un elfo natalizio, una quaterna, una pasta e patate azzeccata sotto, gli struffoli a Natale, il regalo preferito sotto l’albero, l’insalata di rinforzo e la minestra maritata in cui tutto si sposa alla perfezione. Il cucchiaione intinto nel barattolone di cioccolato che ti frutta gli applausi del compagno di squadra (Chiriches) che sorride: questo è il quinto gol – 11

INSIGNE – Un architetto virtuoso che disegna e innalza cattedrali di lanci fantastici – 8

Ad un certo punto, con una magia, ha portato via la palla ed è atterrato a tutta velocità nell’area granata. L’ha passata a Callejon ma questi ha dribblato in ritardo, ahimè. Perfetta, al 3’ del secondo tempo, la palla servita a Callejon – 7,5

GIACCHERINI dal 36′ del secondo tempo. Ilà, Giaccherini stava per segnare il sei a tre – 6

E perché non l’ha segnato, Fabrì?? – sv

Barney Panofsky

SARRI – Si potrebbero dire tante cose, tipo i meriti sugli attaccanti che fa rinascere o s’inventa, con tanto di record infranti. Ma merita un omaggio festoso, contro i moralisti farisei anti-turpiloquio. Merita l’espressione prediletta del grande Barney Panofsky: “Cazzo, cazzo, cazzo”. Mi raccomando, ripetuto tre volte – 8

Voleva il falso nueve e si ritrova con un nueve originale che però può essere anche unos, dues, tres, quatros e tutti gli altri numeri dell’abaco. Il miglior attacco del campionato senza centravanti, ma ancora troppi errori in difesa e cali di concentrazione dovuti ad eccesso di bellezza. Un albero di Natale scintillante con qualche pallina che ogni tanto si spegne e tarda a riaccendersi, Fabrizio caro. Questo è, oggi, il Napoli. Imperfetto ma meraviglioso, di quelli che ti tengono inchiodato alla tv, al sediolino, a tutto quello a cui può inchiodarti. E perfettibile. Questa è la cosa più bella. Non siamo ancora arrivati al top – 8

ARBITRO DOVERI – Fischia due rigori sacrosanti e non è poco – 6

Un puntino che passa in secondo piano in mezzo a una prateria di meraviglia, la nostra – 6

 

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