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Napoli-Real Madrid. Io c’ero e in fondo non ho mai rimosso

L’estate 1987. La partita a porte chiuse. Sola titolare. Il gol sbagliato da Giordano. Le curve a 27mila lire. In tre sui gradoni della curva. E Butragueno.

Napoli-Real Madrid. Io c’ero e in fondo non ho mai rimosso
Il colpo di testa di Francini in Napoli-Real Madrid. Venne respinto e poi il difensore segnò. Fu l'1-0 della speranza

L’estate di un diciassettenne

Napoli-Real Madrid è innanzitutto un modo per farti sentire più vecchio. Non hai più 17 anni. Non sei sulla spiaggia con la radio a pile a seguire il sorteggio della prima Coppa dei Campioni della tua vita. Allora ti sentivi di scendere che alla fine avresti preso i più forti, i più temibili. E così fu. Real Madrid-Napoli. Estate 1987. Non c’erano i social network. Altrimenti non avremmo mai vinto lo scudetto. L’estate che portò a Napoli Careca e Francini (oltre a Miano). Fu l’estate di Blue’s, l’ellepì (sì Lp) di Zucchero. Spagna vinse il Festivalbar con Dance Dance Dance. L’estate di I want your sex di George Michael e di I wanna dance with somebody, di Whitney Houston. Proprio in quei giorni si insediò il governo Goria.

Il Real vinceva a valanga

Era l’estate del siamo giovani e forti, e abbiamo Maradona. A Milano, a quello sbruffone che arrivava in elicottero con il professorino di Fusignano, non ci pensavamo nemmeno. Sì, certo, Gullit e Van Basten. Ma noi avevamo Maradona. Eravamo il Napoli. Erano anni in cui ci stavamo liberando dell’orchestra (complesso è poco) juventina. Chi ha memoria, ricorderà quell’estate e le prime partite del Real Madrid. Il campionato spagnolo, non ancora Liga, cominciava prima. E nelle prime tre giornate, il Real segnò 18 gol e ne incassò uno. Ne fece quattro al Cadice, sette allo Sporting Gijon e sette al Real Saragozza. Non c’era Internet, non c’era Youtube. Queste notizie arrivano enfatizzate dall’alone di gigantismo madrileno.

A porte chiuse

Nemmeno noi ce la cavammo male. Vincemmo tutte e cinque le partite del girone di Coppa Italia ma stentammo all’esordio in campionato contro il Cesena. Vincemmo uno a zero fuori casa con gol di Bagni, subimmo per gran parte dell’incontro. Il mercoledì ci aspettava il Santiago Bernabeu. Si giocò a porte chiuse. Era il 16 settembre del 1987. Francini era squalificato. Careca infortunato. A loro mancava Hugo Sanchez.

Sola titolare al Santiago Bernabeu

Real Madrid: Buyo, Chendo, Tendillo, Sanchís, Solana, Michel, Gallego, Martín Vázquez, Gordillo, Butragueño, Santillana. Noi, il Napoli: Garella, Bruscolotti, Ferrara,Bagni, Ferrario, Renica, Sola, De Napoli, Giordano, Maradona, Romano. Sì, Luciano Sola. Giocò al Santiago Bernabeu. Venne sostituito al 72esimo da Bigliardi. Baiano a dieci minuti dalla fine prese il posto di Giordano. A Madrid giocarono Sola, Bigliardi e Baiano giovane. Per fortuna che non c’erano i social.

Giordano si divorò un gol

Fu una strana partita. Con Maradona che rincorreva Chendo sulla destra. E col Real che vinse grazie alla consapevolezza. Null’altro. Un ingenuo quanto inutile fallo in area regalò il rigore a loro: segnò Michel. Poi Buyo perse il pallone in uscita e Giordano, solo, in area, con due difensori verso la linea, calciò incredibilmente alto. A inizio ripresa, Renica colpì il palo d’interno su colpo di testa. La palla incredibilmente uscì. E poi De Napoli deviò nella nostra porta un tiro innocuo. Due a zero. Senza nemmeno che ce ne rendessimo conto. Sì, ci fu una supremazia madrilena, Maradona giocò malissimo, noi orchestrammo poco e niente. Ma due a zero era francamente troppo.

Le curve da 7mila a 27.500 lire

Il ritorno era previsto il 30 settembre. Non andammo a scuola per comprare il biglietto. Le curve – ah, per fortuna i social non c’erano – schizzarono da settemila a 25mila lire (27.500 con la prevendita). Ufficialmente quella sera al San Paolo c’erano 83.827 spettatori. Di fatto, quella sera fu varata la terza fila sui gradoni della curva B. Non c’erano i sediolini, per fortuna Montezemolo e Italia 90 non avevano ancora messo le mani sul San Paolo. Rientrava Careca. Rientrava Francini. Loro avevano continuato a vincere in campionato. E noi anche, ma stentando. Due a uno all’Ascoli. E poi una sconfitta a Pisa che divenne 0-2 per noi a causa di una biglia che colpì Renica in piena fronte.

Il gol di Francini

Fumogeni come se fosse stato Capodanno. Allora, il turn over non esisteva. Per loro, stessa formazione con il solo Hugo Sanchez al posto di Santillana. Per noi, Careca e Francini al posto di Sola e Bruscolotti. Il primo tempo, anzi i primi 44 minuti di quella sera restano un ricordo indelebile negli occhi di chi c’era. Seppure con un Maradona non al meglio, il Real fu annichilito. Francini segnò quasi subito sotto la curva B. Colpo di testa, Buyo respinge e lui la scaraventa in rete. Il buio. Con la i. Non so quanti gradoni mi feci. Non si capì nulla. Impiegai qualche minuto per tornare al mio posto.

Il pallone che si ferma sotto il culo di Buyo

E verso la mezz’ora l’azione che nessuno ha dimenticato. Fuga di Francini sulla sinistra, movimento di Careca che squarcia la difesa. Francini – che non giocò mai più così – mise al centro. Nell’area piccola. C’erano solo loro due. Careca. E Buyo. Careca si era bevuto il marcatore con una finta. E ora era lì. Solo. Solissimo. Chissà se ebbe il tempo di pensare. E se lo ebbe, si ingolosì. Volle toccarla piano, farla passare sotto le gambe del portiere. E il pallone si fermò sotto il culo di Buyo. Un’azione che ha tormentato le nostre notti per tanti mesi. Riproponendosi negli anni. Come i peperoni.

La delusione

Poi andò che sul finire del primo tempo, il Napoli perse un pallone banale a metà campo. In tre secondi il Real apparecchiò quella che oggi chiameremmo ripartenza. Più che altro, una ripartenza scacchistica. Il bianco dà matto in tre mosse. Butragueno taglia la difesa e supera Garella in uscita. Addio. Ci mettemmo a sedere come se ci fosse passato un camion addosso. Ricordo un’occasione all’inizio del secondo tempo che avrebbe potuto riaprire la partita e poi più niente. Triplice fischio finale e si tornò a casa. Mesi dopo, constatammo che non fu l’unica delusione patita al San Paolo. Forse le due più grandi da tifoso nato nel 1970. Entrambe al San Paolo. Entrambe quella stagione. Il 30 settembre e il primo maggio. Il primo maggio fu più doloroso.

Napoli-Real non è più solo per adulti

Napoli-Real Madrid. Da oggi non è più solo roba per persone adulte. Ne potrà parlare anche chi è nato dopo il Duemila. Dopo Bayern, Manchester City, Chelsea, Borussia Dortmund, Arsenal, Benfica. Real Madrid. Peccato per quei sediolini. Non è mai più stata la stessa cosa con i sediolini.

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