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Il Napoli e la difesa: tanti gol subiti (già 21), è un problema di mentalità

Più che le defezioni o gli errori individuali, al Napoli manca la capacità di trasformarsi da squadra “bella” sempre e per forza a squadra cinica.

Il Napoli e la difesa: tanti gol subiti (già 21), è un problema di mentalità

Il Napoli e la Serie A

Nel nostro pezzo di analisi tattica, questa mattina, abbiamo provato a spiegare e spiegarci come siano arrivati i gol della Fiorentina. Che, lo diciamo subito, rappresentano una “novità” nella stagione azzurra: non nascono da errori individuali, strafalcioni singoli, ma da letture errate. Da situazioni gestite male dall’intera squadra. Può succedere, certo, ma è un campanello d’allarme. Ancora più delle cifre, che comunque dicono tanto: sei gol subiti nelle ultime die partite, 29 in tutto durante la stagione (in 24 partite). In campionato, 21 in 18 match. L’anno scorso, una giornata prima del giro di boa, furono 14.

Sì, sicuramente si tratterà di un momento. Che, tra l’altro, si inscatola in un campionato in cui la stessa Juventus mantiene cifre umane in quanto a gol subiti. Per i bianconeri, ad esempio, le reti al passivo sono 14 in 17 partite. L’anno scorso, in tutto il campionato, furono 20. In proiezione, quest’anno sono 30. Circa 10 n più. A testimonianza di questo diverso contesto generale, basti pensare al fatto che i 21 gol subiti fanno del Napoli la quinta miglior difesa della Serie A. Fino a Napoli-Torino, la squadra di Sarri era seconda in questa speciale graduatoria.

Come subiamo gol

L’analisi di questi numeri, al di là del rapporto con le proporzioni del campionato, deve comunque dare il la a un ulteriore approfondimento. Come abbiamo detto in apertura, i gol di ieri sera rappresentano un caso particolare. Nascono, infatti, da errori di gioco veri e propri. Non da infortuni individuali, come spesso (sempre) è accaduto a questa squadra. Col Torino, il precedente più fresco, ci sono un rinvio rimpallato di Ghoulam, una papera di Reina e un rigore.

Nelle altre occasioni in cui il Napoli ha subito tre reti (Roma e Besiktas), ci furono momenti di assoluto blackout (Koulibaly e Hysaj contro i giallorossi, Jorginho e il calcio di punizione finale contro i turchi). Gli altri gol subiti, andiamo velocemente a memoria, si fanno risalire a veri e propri strafalcioni (Ghoulam a Torino, Reina con Lazio e Bologna). Tutti o quasi. Escludiamo da questa lista quelli delle prime due giornate (Pescara e Milan, ne parlammo qui) e quello di Defrel contro il Sassuolo. Che spiegammo qui dal punto di vista tattico e che ha molte somiglianze a quello concesso ieri sera alla premiata ditta Bernardeschi-Zarate. 

Eppure…

Insomma, il Napoli incassa troppi gol. Ci sono le parole, usiamole. Incassa tanto pur subendo un numero “normale” di tiri a partita, 9.7. Che poi, ci siamo tenuti stretti: il numero non è “normale”, ma bassissimo. Il secondo di tutta la Serie A, dietro solo la Juventus (8,2). La Roma, che ha subito tre gol in meno del Napoli, concede 12,7 tiri a partita.

Come leggere questi numeri? Sfortuna, certo (la punizione di Bernardeschi, magari…). Anche qualche cappellata sparsa di Reina, why not. C’è anche altro, però: una propensione all’errore gratuito, un dispositivo che ieri sera si è inceppato su una giocata ripetuta mille volte dalla Fiorentina, la palla in verticale su Kalinic. E poi, ma questa è la più importante, l’incapacità del Napoli di trincerarsi e quindi sopperire momentaneamente a un problema di scompensi posizionali (come la perdita di distanze di ieri sera, si può leggere nell’analisi tattica).

Insomma, manca la trasformazione da squadra bella sempre e per forza a squadra cinica. Dove, per cinica, intendiamo saper leggere alcuni momenti della partita. Non speculativa, quella è un’altra cosa. Il Napoli non sa rispondere subito ad alcune contingenze di gioco particolari, oppure a un infortunio. Ricordiamo tutti i brividi durante il periodo di assenza di Albiol. Abbiamo visto ieri sera cosa significa dover schierare improvvisamente Maksimovic.

Parola più, parola meno, quello che ha detto Sarri ieri sera.

I gol subiti sono un misto tra bravura degli avversari, sfortuna e cazzate nostre.

In certi momenti abbiamo la testa leggerina rispetto ad alcune situazioni.

A livello di prestazioni, va bene. Ma come mentalità mi aspetto una crescita in tempi brevi

È tutto quanto qui. Quanto detto, quanto scritto da noi. La verità dei fatti. L’anno scorso il Napoli non ha vinto lo scudetto, ma ha fatto il massimo possibile per le sue possibilità. Offensive, ma pure difensive (a fine anno, appena 32 reti al passivo). Gli 82 punti fatti non sono un caso. Quest’anno, i margini sono forse più ampi, ma questo vuol dire che serve una crescita importante. L’ha detto Sarri, lo dicono i numeri. Lo chiedono, i numeri.

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