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La tripletta di Mertens è un certificato: ora è un attaccante

Il primo gol di oggi è da attaccante vero, Sarri ha riconosciuto nel postpartita che questo può essere «l’anno della consacrazione di Mertens».

La tripletta di Mertens è un certificato: ora è un attaccante

Un gol da centravanti

È l’uomo del giorno, Dries Mertens. E non è solo questione di tripletta, anche se quella, di solito e già da sola, vale la copertina. La questione riguarda le modalità con cui sono arrivati questi tre gol, tutta la narrazione tecnica e tattica intorno al Mertens falso nueve, centravanti improvvisato, attaccante di scorta. Insomma,, tutto quello che è stato dall’infortunio di Milik in poi, ha coinvolto soprattutto lui. Che, prima d’ora, aveva dato segnali di aderenza al ruolo. Oggi, ha portato un vero e proprio certificato di autenticità. Col timbro della tripletta, la sua seconda con la maglia del Napoli.

Basta riguardarsi i gol per capire che questo certificato è valido, non ha scadenza. Il primo, soprattutto. Uno splendido movimento da attaccante, palla controllata, piede perno e tiro a giro sul secondo palo. Tre tocchi, roba semplice e veloce. Roba bella, come gli altri due gol ma questo è qualcosa di più. Perché sblocca la partita, perché sblocca il giocatore (a secco, in campionato, da Napoli-Empoli 2-0), perché dice che il calciatore non sta più usurpando un ruolo o tappando un buco. No, Mertens oggi è un attaccante. L’ha dimostrato, con i tre tocchi facili del primo gol. L’ha confermato, nella ripresa, con due conclusioni a tu per tu con Storari e un altro gol simile fallito.

L’avevamo detto

Qualcuno, anche noi l’abbiamo fatto, pensava che il Gabbiadini fosse destinato a giocarle tutte, almeno fino al ritorno di Milik. L’avevamo visto bene, contro Inter e Benfica. Se “bene” è troppo, è esagerato, “meglio” è la definizione giusta. Eppure, Sarri ha scelto Mertens. Forse, ha pensato quello che abbiamo scritto nella nostra probabile formazione di ieri, in cui “pronosticavamo” il belga al centro del tridente.

Dovrebbe tornare il tridente leggero, un po’ per “premiare” il Mertens di Lisbona e un po’ per sfruttare le dinamiche che si verrebbero a creare nello scontro con i centrali rossoblu, quasi sempre Ceppitelli e Bruno Alves.

Il Cagliari di Rastelli preparerà la partita secondo la sua identità, quella di una squadra che rinuncia all’attendismo assoluto, ma di certo non si lancerà allo sbaraglio per cercare di vincere fin da subito il match. Avrà una gestione conservativa dello 0-0 e proverà a pungere con i suoi migliori uomini, che giocano tutti in attacco. La presenza di Mertens, in relazione a questo tipo di contesto tattico e alle scarse performance in velocità dei due difensori centrali sardi, potrebbe essere più utile fin da subito. A squadre fresche, con il Cagliari compatto e il Napoli a cercare di “bucare” il muro rossoblu attraverso la manovra. Ci pare la scelta più saggia.

Siamo stati buoni profeti, anche se abbiamo esagerato. Ma per difetto. Ovvero, siamo stati smentiti perché Mertens non è stata la scelta più saggia. Ma quella decisiva.

Sarri

“Smentito” è stato anche Maurizio Sarri, l’ha detto nella sua conferenza stampa. Che ha un significato importante nel percorso di Mertens, in quanto è un’investitura di belle parole. Una roba di cui, francamente, Sarri è abbastanza parsimonioso. Il tecnico del Napoli ha infatti ammesso la sua (vecchia) definizione di Mertens come calciatore da venti minuti, una dimensione di utilità limitata nel tempo che è oggi ingenerosa nei confronti del belga. Che oggi, per l’appunto, è stata smentita dai fatti.

Il Mertens visto a Cagliari, anche secondo Sarri, potrebbe essere «quello della consacrazione». Inoltre, «non è una riserva», «può essere spostato in campo e mantenere lo stesso grande contributo». Insomma, un attestato di stima importante. E, ci viene da dire, meritato. Intanto, per il viscerale attaccamento che Mertens ha sempre dimostrato verso questa sua avventura napoletana. Ma poi, anche per la flessibilità tattica mostrata, l’adattabilità ai nuovi compiti, il contributo di grande impegno sempre assicurato alla sua squadra. E, infine, per la tripletta di oggi. Che è bella, importante, non risolve i “problemi” del Napoli in attacco (quali problemi? Il Napoli ha quattro gol in più rispetto allo scorso anno) ma intanto fa sì che l’attesa per il rientro di Milik sia leggermente più serena. Difficile chiedergli di più

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