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Come sta, come gioca (e quanto è forte) il Real Madrid: ovvero, Zidane e i suoi fenomeni

I primi appunti sugli avversari del Napoli agli ottavi di Champions: il Real Madrid è potenzialmente imbattibile, eppure non manca qualche scricchiolio.

Come sta, come gioca (e quanto è forte) il Real Madrid: ovvero, Zidane e i suoi fenomeni

Prima di tutto, aggiorniamo le statistiche. Con il successo di sabato contro il Deportivo, per il Real Madrid fanno 35 risultati utili consecutivi in tutte le competizioni, nuovo record assoluto per il club di Chamartin. Cancellato quello del Real Madrid di Beenhaker (34) che resisteva dal 1989. Chi scrive, inoltre, era stato fin troppo facile profeta parlando delle qualità da goleador, negli ultimi minuti per giunta, di Sergio Ramos, che contro i galiziani si è ripetuto nuovamente. Grazie al suo gol, i blancos hanno blindato la vetta della classifica a quota 37, +6 sul Barcellona. Il miglior viatico possibile per andare a caccia del Mondiale per club.

Zidane, da parvenu a predestinato

Ha fatto in fretta, Zinedine Zidane, a togliersi l’etichetta di ‘parvenu’ sulla panchina delle merengues. Merito di un 2016 in cui i risultati parlano da soli. Champions League e Supercoppa Europea già in bacheca, primato solitario, come detto, nella Liga, con un buon margine sugli inseguitori. Dati che raccontano di una squadra forte, anzi fortissima, non bastasse l’elenco dei singoli che già è quello che è.

Dal punto di vista tecnico, probabilmente il peggior avversario possibile per il Napoli. Un collettivo in grado di andare a segno in migliaia di modi diversi e con facilità irrisoria. L’ultimo zero nella casella dei gol segnati risale alla semifinale di andata della scorsa Champions in casa del Manchester City. Da allora, 79 gol realizzati in 28 gare. Fa poco meno di 3 a partita. Nel 2016/2017 sono 40 reti in 15 partite di Liga, 16 in sei gare del girone di Champions.

Reggersi agli appositi sostegni

La parte del leone, e non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, la fa Cristiano Ronaldo. Le cui statistiche, però, in questa prima parte di stagione sono decisamente “umane”: 10 reti in campionato, soltanto due nel girone di Champions. Facile aspettarselo, al ritorno sulla ribalta europea, con una fame rinnovata. In tal senso, va detto che Zidane è riuscito a fare un ottimo lavoro di distribuzione delle risorse offensive. 19 giocatori mandati complessivamente a segno in tutte le competizioni, compreso il figlio Enzo che ha timbrato il cartellino in Coppa del Re.

Eppure…

Avversario dunque imbattibile, fuori portata, ingiocabile? No, non necessariamente. Detto di una qualità di base quasi mostruosa in tutti gli interpreti, è una squadra che in fondo lascia giocare abbastanza. In Champions League, per dire, il possesso palla medio è solamente del 53,7%, che non è certo una percentuale bulgara. In secondo luogo, è una squadra che non solo lascia giocare, ma concede anche abbastanza.

Nelle 24 gare finora disputate in stagione, la porta delle merengues è rimasta inviolata solamente 4 volte. I gol subiti in campionato sono 14 (solo terza miglior retroguardia, quasi uno a partita), in Champions addirittura 10 in sei gare.

Probabilmente, la partita dell’anno. Almeno fino a febbraio.

Non è raro assistere a dei cali di tensione in retroguardia, come dimostrano le rimonte subite con il Borussia Dortmund (per due volte negli ultimi minuti), il quasi harakiri di Varsavia (da 2-0 a 2-3 prima del pari finale), ma anche le due reti subite sabato in tre minuti dal Deportivo che quasi costavano il primo ko stagionale. È una squadra che più che imporre indiscriminatamente il proprio gioco, va a folate, affidandosi al talento di cui è in possesso dalla cintola in su. Soprattutto in Champions, in particolare, il Real è andato praticamente sempre col freno a mano tirato. Maramaldeggiando solo nella gara interna con il Legia, mentre anche nei due match con lo Sporting Lisbona ha vinto solamente negli ultimi minuti.

Vero, la fase a eliminazione diretta è un’altra cosa e probabilmente altro sarà l’approccio. Ma non è detto che un Napoli concentrato e tatticamente ben disposto da Sarri non possa dire la sua, se non per provare a qualificarsi quantomeno per rendere la vita il più difficile possibile ai ‘galacticos’.

A specchio

Sul campo, sarà interessante vedere la contrapposizione tra i due 4-3-3. Davanti, mancando Bale (quasi certamente fuori per infortunio anche per la gara di ritorno al San Paolo), in assistenza a Cristiano Ronaldo e Benzema dovrebbe esserci Lucas Vazquez. Improbabile vedere James Rodriguez in posizione di esterno, altrettanto vedere un contemporaneo schieramento di Morata insieme alle altre due punte: l’assetto complessivo risulterebbe davvero troppo sbilanciato. A centrocampo, dando per inamovibili Modric e Kroos, la terza casella dovrebbero giocarsela Isco e Casemiro. Possibile anche l’opzione James Rodriguez, ma da valutare sempre per questioni di equilibrio. Crediamo che Zidane non sottovaluterà la proprietà di palleggio della mediana napoletana e vorrà un minimo cautelarsi.

Dietro, a proteggere Keylor Navas, assetto consolidato con Marcelo e Carvajal ai lati e la coppia formata da Varane e Sergio Ramos in mezzo. Una linea arretrata non fenomenale, che può concedere qualcosa. Puntati con decisione nell’uno contro uno, nessuno è irresistibile. Comunque sia, speriamo, tra due mesi, ci godremo una partita stellare. La speranza è di non fare solo da sparring partners.

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