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Come gioca il Benfica di Rui Vitoria: una squadra simile al Napoli, nei pregi e nei difetti

Squadra giovane e ricca di talento, il Benfica vive più o meno le stesse dinamiche del Napoli: ottima qualità di gioco, grandi statistiche, problemi in difesa.

Dentro o fuori

Avremmo potuto evitarlo, invece Benfica-Napoli sarà quello che non avremmo mai voluto che fosse: un match da dentro o fuori. Colpa di entrambe: gli azzurri si sono complicati oltremodo l’esistenza dopo aver vinto le prime due gare del girone, i lusitani avevano saldamente in mano il match-ball per chiudere le sorti del raggruppamento a favore loro e nostro e l’hanno gettato in malo modo facendosi rimontare tre reti dal Besiktas nell’ultima mezz’ora. E adesso, Rui Vitoria e Sarri dovranno giocarsi tutto in una gara senza domani. Il vantaggio per il Napoli, sarà quello, non di poco conto, di avere a disposizione due risultati su tre. Come potrà sfruttarlo, cerchiamo di capirlo.

Fare il nostro gioco

Conosciamo ormai piuttosto bene Sarri da sapere che trasmetterà ai suoi giocatori il messaggio di non speculare sul risultato e di fare la propria partita. In soldoni, non ci butteremo certo in avanti alla garibaldina, ma scordiamoci di vedere un Napoli che imposti una gara d’attesa e ripartenza. Sarà fondamentale tuttavia l’approccio alla partita. Come i più attenti ricorderanno, nella gara vinta per 4-2 al San Paolo a settembre il Benfica si presentò in campo senza paura alcuna e anzi tenendo il pallino del gioco per il primo quarto d’ora.

La squadra di Rui Vitoria riuscì a irretire i meccanismi azzurri imponendo il suo possesso palla (sebbene, almeno in Europa, il possesso palla non sia necessariamente una priorità dei portoghesi che nelle cinque partite finora disputate in Champions assommano solo il 47% di possesso medio) dominando nettamente quella fase del match e creando anche almeno due palle gol nitidissime. Entrambe basate sul medesimo presupposto: rapido giro palla e ancor più rapido cambio di fronte.

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La pressione portata dal Napoli aumentando la densità di palla sulla destra non porta risultati. Mitroglou può ricevere giocando da pivot e allargando sulla destra dove l’esterno è salito e può giocare uno contro uno con Ghoulam. Mertens, che quella sera giocava da esterno alto, è nettamente in ritardo e non segue nemmeno l’inserimento, che arriverà di lì a poco, di Nelsinho in sovrapposizione.

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Qui il Benfica ha spostato palla da destra a sinistra ma il principio non cambia. Allan, che a inizio azione era andato in pressione sul lato opposto, è in ritardo. Callejon, pur essendo inizialmente nella posizione giusta, non riesce a leggere l’inserimento da dietro di Grimaldo che taglia tra le linee e in profondità. Albiol, in realtà, riesce poi a seguirlo anche bene prima di infortunarsi e lasciargli campo per il cross.

Il Napoli era poi riuscito ad uscire dalla ragnatela dei lusitani ripagandoli con la stessa moneta, ossia velocizzando il possesso del pallone e muovendo la non perfetta difesa portoghese specie passando da Hamsik che è il giocatore che più di tutti ha il tempo della giocata e la lettura del posizionamento avversario.

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Hamsik trova spazio in mezzo al campo, vede il taglio in profondità di Callejon e lo serve come da classico schema. Scommettiamo che vi ricorda qualcosa.

Essere simili

Pregi e difetti delle due squadre, insomma, si assomigliano notevolmente. Non è un caso che il primo dei tre gol della rimonta del Besiktas, quello di Tosun, al di là della stupenda rovesciata del turco sia arrivata con un cross dalla trequarti sul secondo palo letto malissimo dalla linea portoghese. Come dicevamo prima della gara d’andata, è una squadra piena di talento, ma piuttosto giovane in molti elementi e soggetta a non poche distrazioni. Contro il Maritimo, venerdì sera, è arrivata la prima sconfitta in campionato. Concedendo due reti a una squadra che nelle precedenti undici gare disputate ne aveva segnate solamente sei. E che in coppa di Portogallo solo due settimane prima era stata battuta per 6-0.

Il risultato è maturato nonostante la partita si sia conclusa con dei dati a favore del Benfica francamente irreali: 23 tiri a 9, possesso palla 81% a 19%, percentuale di passaggi riusciti 88% contro 39%. Hanno fatto molto gli autentici miracoli del portiere del Maritimo, tal Eduardo Gottardi, ma anche alcuni errori difensivi della banda di Rui Vitoria ai limiti del grottesco. Luisao e Lindelof, i due centrali, si portano sulla coscienza un gol a testa, il portiere Moraes almeno una parte del secondo, e poi c’è questo:

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Il mediano serbo Fejsa dimostra tutti i suoi limiti con la palla tra i piedi, con i centrali troppo larghi e che gli danno poca o nessuna protezione. L’attaccante del Maritimo parte in contropiede con tutta la metà campo davanti. Solo un doppio miracolo di Moraes impedirà un’altra rete.

L’assenza di Horta, la coppia Guedes-Mitroglou

Il Benfica sta scontando abbastanza, nell’ultimo periodo, l’assenza di Andrè Horta. Seppur giovanissimo, si era caricato il centrocampo delle Aquile sulle spalle e senza di lui, fuori per un guaio muscolare, manca qualcosa. Pizzi ha ottime qualità da regista ma, nascendo mezzapunta, in alcuni momenti assume una posizione troppo alta e tende a far perdere il baricentro alla squadra. Per non concedere il fianco, Rui Vitoria potrebbe posizionare uno tra Salvio e Cervi, che agiscono da esterni alti, un po’ più interno al campo, anche per prendere a uomo, di quando in quando, l’intermedio azzurro di riferimento. A proposito di assenze, peserà molto anche quella di Grimaldo, in posizione da terzino sinistro.

Potrebbe approfittarne da quella parte uno come Callejon, bravissimo a inserirsi e a sfruttare ogni errore dell’avversario. Mentre a chiunque giocherà tra Mertens (chi scrive pronostica il belga, per il semplice fatto che con l’Inter si è riposato) e Gabbiadini sarà chiesto movimento costante per sfruttare la non eccelsa velocità della coppia centrale lusitana.

Davanti, scontata per i portoghesi la coppia formata da Mitroglou e Guedes. Il Benfica ha bisogno di vincere e ricorrerà a tutta la potenza di fuoco disponibile, con i due attaccanti che probabilmente sceglieranno di andare all’uomo contro uomo con Koulibaly ed Albiol cercando di metterli in difficoltà. Un Napoli concentrato e intenso come quello visto con l’Inter ha comunque tutte le carte in regola per fare risultato. È il momento di scoprire se quella di venerdì è stata la gara della svolta.

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