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Il Napoli a Cagliari come me quando svuoto la lavastoviglie: organizzato, sincronizzato

Cagliari-Napoli, la partita non guardata (più di altre volte): l’orario del tifoso non connesso, il Napoli che vince e domina solo perché gli altri sono scarsi.

Il Napoli a Cagliari come me quando svuoto la lavastoviglie: organizzato, sincronizzato

Da giovane, al Sant’Elia

Il Sant’Elia stava quasi di fronte all’Autoreparto (misto di manovra) di viale San Bartolomeo a Cagliari, diciamo “sta” se non l’hanno spostato, non sono aggiornato sulle caserme. Nel 1992, ho fatto il militare proprio lì, in caserma arrivavano i biglietti per le partite del Cagliari, li gestiva il Capitano Ruiu. Se glieli chiedevi per tempo potevi andartene allo stadio la domenica pomeriggio. Credo di aver visto almeno sei o sette partite di campionato di quel lungo inutile anno.

Non ricordo molti dettagli, le partite rappresentavano una distrazione come un’altra, quando faceva troppo freddo per andare in spiaggia, al Poetto. Ricordo un Cagliari–Lazio, era il 24 maggio, il mio compleanno. Vinse la Lazio, segnò Doll. Ho visto, poi, un Cagliari–Roma, vinsero i sardi per 1 a 0, segno Pusceddu. Un assurdo Cagliari–Cremonese 0 a 0, poco prima di Natale. Un Cagliari–Milan 1 a 4, tripletta di Van Basten. E, naturalmente, Cagliari–Napoli, uno scialbo 0 a 0, in cui nemmeno Careca e Zola brillarono. Il resto l’ho dimenticato o è su Wikipedia.

Amicizia

Ci andavo con un amico di Nuoro, con uno di Roma. Una volta con uno di Pozzuoli. Eravamo estranei in mezzo ai tifosi del Cagliari, ma non eravamo estranei al pallone, ecco perché ci andavamo. Il calcio è uno dei modi più facili cui ricorrere per sentirti a casa. Anche se solo per un’ora e mezza. Dopo la partita prendevamo l’autobus per andare in centro. Si andava al cinema, si vedeva qualche ragazza e poi si andava a cena da Serafino (mi pare che si chiamasse così la trattoria) e poi si tornava all’Autoreparto. Quel misto di manovra fa pensare subito a quando si diceva “centravanti di manovra”, il pre-falsonueve.

Tutto questo per dire che quando il Napoli gioca al Sant’Elia mi vengono in mente un sacco di cose accadute allora e che ritornano, è successo anche ieri, che però è stata una domenica bellissima.

La domenica ci alziamo tardi

L’orario della partita anticipato alle 12 e 30 fa sì che questa sia ancora più non guardata delle altre, per un fatto di diversa gestione dell’attesa. La domenica ci alziamo tardi. Le 12 e 30 sono troppo vicine alla colazione, alla doccia, alla passeggiata, al secondo caffè. La testa del tifoso non si è ancora messa in moto. Infatti, quando la partita comincia io non me ne rendo conto, credo che sia molto più presto.

Il Napoli è già 2 a 0 quando sto svuotando la lavastoviglie. Lavoro che richiede una perfetta organizzazione così da fare meno fatica possibile. Bisogna essere organizzati: riporre i piatti, i bicchieri, le tazze, le posate e le pentole con la massima precisione. Contano gli spazi occupati e la gestione degli incastri. Quando carichi e, successivamente, svuoti la lavastoviglie devi ragionare un po’ come il Napoli. Se, per fare un esempio, la carichi a caso, come gioca, che so, l’Inter, non ne verrai mai a capo. Mai.

Al Sant’Elia il Napoli vince 5 a 0. Partita convinta e matura, giocata benissimo. Tutti attenti, tutti sincronizzati. Il Napoli c’è e mi dispiace per chi non ci credeva. Mi dispiace per chi non sopportava (o non sopporta) più Sarri, mi dispiace perché vorrebbe divertirsi e non se la gode. Che peccato.

I meriti del Napoli (?)

Vinciamo con l’Inter, dominio assoluto, calcio spettacolo, una partita perfetta. Alla fine sarà 3 a 0, ma avremmo potuto farne di più; in molti – soprattutto tifosi del Napoli – diranno: “Eh, ma l’Inter è scarsa”. Champions League, si gioca a Lisbona. Il Benfica in casa non perde quasi mai, ricordiamolo. Il Napoli gioca molto bene, con personalità. Vince con merito ed è primo nel girone; in molti – soprattutto tifosi del Napoli – diranno: “Eh, ma il Benfica è scarso”. Di nuovo il campionato, vinciamo col Cagliari.  Di nuovo dominio assoluto, zero rischi, calcio spettacolare, facciamo 5 gol in trasferta (cosa che non accadeva da una vita); in molti – soprattutto tifosi del Napoli – diranno: “Eh, ma il Cagliari è scarso”. Qualcuno lo disse anche quando battemmo il Milan 4 a 2.

Quindi: se il Napoli domina vuol dire che l’avversario è scarso? Non mi pare proprio. Il Napoli domina quando gioca bene, come sa, perché è molto forte, accettiamolo, almeno quando vinceremo la prossima partita ce la godremo per un paio d’ore. O no? Per quanto mi riguarda, il Napoli mi rende felice come quando mi ritrovo a leggere un racconto di John Cheever; dove tutto è perfetto, magistralmente orchestrato, e scorre frase dopo frase, dettaglio dopo dettaglio, senza intoppi, ma illuminando fino al punto.

Vedere, guardare

Ieri pomeriggio ho letto un bell’articolo di Raniero Virgilio, che si è trovato in una tipica situazione da partita non guardata. Era in volo sopra l’oceano: Mertens segnava mentre l’aereo sorvolava la Groenlandia. Raniero nel pezzo mi cita e scrive: partita non vista, e mi fa pensare al fatto che esista una differenza tra non vista e non guardata. Vediamo le cose che ci troviamo davanti, guardiamo quando cominciamo a osservarle. È probabile che in questi anni ci siano state delle partite non viste alternate alle non guardate, ovvero partite in cui ciò che ho immaginato è stato meno preciso e ricco, sfocato; e mi chiedo se si possa immaginare rimanendo in superficie. Forse no, spero di no.

“Su queste domande m’affaccio
come a cercarmi in uno specchio oscuro”, scriveva Giovanni Raboni.

Il post- it del drone Giggino

Primo tempo: Tu mi fai girar tu mi fai girar come fossi una bambolaaaa. Secondo tempo: Poi mi butti giù poi mi butti giù come fossi una bambolaaa. Fine partita: Mister, ti amo, fumiamo? È da tanto tempo che non lo facciamo.

Notizie dall’Inghilterra

Segnali di vita dal Leicester che strapazza il Manchester City. Il Chelsea di Conte è sempre più primo. La notizia riguarda, però, il nostro Watford che batte 3 a 2 l’Everton. Doppietta di Okaka e Britos, Behrami e Zuniga titolari. Tutti e tre.

Note a margine

  • Si è svegliato dal coma Helio Nieto, uno dei tre sopravvissuti al disastro aereo che ha distrutto molte vite e una squadra di calcio. La sua prima frase è stata: “Com’è finita la partita con l’Atletico Nacional?”. Non sa nulla dell’incidente.
  • Mertens uno di noi, ma migliore di noi.
  • Il capitano stacca Cavani e ora andiamo a prendere Maradona.
  • Un caro saluto in generale mentre ci divertiamo.
  • Champions League: Ci toccano sempre le debuttanti, quelle che vengono dalle serie minori. Che noia.
  • #IoStoConSarri of course.
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