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Biglietti Napoli-Real a ruba: è la sconfitta ideologica del papponismo

Il mercato premia De Laurentiis. Se era un referendum, il presidente lo ha vinto nettamente. Napoli ha capito quanto costano questi eventi.

Biglietti Napoli-Real a ruba: è la sconfitta ideologica del papponismo

Notizie dai botteghini

Prendi una mattinata di fine anno, due giorni dopo la comunicazione ufficiale dei prezzi per Napoli-Real Madrid. Due giorni di mezze polemiche verso De Laurentiis, per i prezzi, per le condizioni del San Paolo. Insomma, il classico bailamme mediatico e social che circonda ogni decisione e ogni fatto inerente alla Ssc Napoli. Ecco, prendi e ribalta tutto. E arriva a questa mattinata, alla notizia che in venti minuti sono stati venduti tutti i biglietti messi in vendita. Quelli più costosi: Tribuna Posillipo, Nisida e Family. Polverizzate le scorte. File ai botteghini. Abbiamo anche la testimonianza, praticamente live, da parte di un nostro lettore. Ecco la foto.

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Il primo giorno

Equipariamo questa operazione alla politica. Se De Laurentiis avesse indetto un referendum in città, partirebbe con la maggioranza dei consensi. E il quorum già raggiunto. Sì, perché la vendita è iniziata oggi, e Radio Kiss Kiss Napoli già scrive e parla di «delusione tra i tifosi che hanno riempito le ricevitorie». Insomma, non è solo una questione di Napoli-bene o Napoli-ricca. È una questione di contestualizzazione, di comprensione della situazione. I tifosi sono accorsi in massa all’apertura della vendita, anche per i settori più costosi del San Paolo. Comprensibile immaginare che questi stessi tifosi, quelli “delusi” che non sono riusciti ad acquistare i primi biglietti messi in vendita dalla società, ricorreranno ad altri settori. Ripiegheranno sui distinti. A questi, evidentemente più benestanti (la tribuna Posillipo costa 190 €), si aggiungeranno via via i tifosi con un altro tipo di reddito. Cioè, lo possiamo dire tranquillamente: ci sarà il tutto esaurito, nonostante i prezzi tanto contestati.

Una vittoria (quindi una sconfitta) ideologica

Il San Paolo sarà gremito, ed è il trionfo delle leggi di mercato. Quindi, in qualche modo, la disfatta del papponismo. Sul web, anche sul nostro sito, si sono scatenate (incomprensibili) voci di protesta per la politica dei prezzi adottata per questa occasione. Neanche tante, questa volta, per la verità. C’era già il sentore di una possibile “conversione”. Una posizione che non sta né in cielo e né in terra, ma non lo diciamo (solo) noi. Da questa mattina, lo dicono pure i fatti. La larghissima maggioranza della tifoseria ha in qualche modo recepito cosa voglia dire questa partita. Quale sia il valore commerciale, di pari passo con quello sportivo, di un evento che da trent’anni era irripetibile. E che, invece, a marzo diventerà realtà. Sì, in mezzo il Napoli ha giocato contro Bayern Monaco, Manchester City e Chelsea. Più una semifinale europea. Ma il Real, poi pure agli ottavi, eliminazione diretta, è un’altra cosa. Ecco, Napoli ha capito proprio questo.

De Laurentiis, come avevamo scritto anche nel nostro primo commento “a caldo”, non ha fatto altro che applicare a questo match i meccanismi che regolano tutti gli altri settori del mercato. Cinema, arte, musica, ma pure viaggi, telefonia, videogames. Il grande avvenimento si paga e si fa pagare. A qualcuno, magari quelli che legano la loro critica a un’idea romantica del pallone, potrà non piacere. Avrà tutte le ragioni, ma sono solo sue. Oggi è stato smentito dal mercato. Dai numeri, inoppugnabili. Che descrivono una realtà, chiara e precisa: Napoli ha visto, ha letto e ha scelto. Ha scelto di pagare un determinato prezzo per un determinato evento. Perché, evidentemente, l’ha ritenuto congruo e giusto. E non crediamo ci sia qualcosa di male, o di sbagliato.

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