ilNapolista

Besiktas-Napoli è Sarri che si affida ai giovani per raddrizzare la partita

Il Napoli ha mostrato di saper reagire e lo ha fatto grazie ai nuovi acquisti. E a uno strepitoso Hamsik. Sovvertire le gerarchie non è un male.

Besiktas-Napoli è Sarri che si affida ai giovani per raddrizzare la partita

Lo stato del girone Champions

Quattro partite, sette punti. Primo posto in classifica in condominio con il Benfica e con un punto di vantaggio sul Besiktas che contro di noi ha conquistato quattro dei sei punti in classifica. Questo, fin qui, è il cammino del Napoli in Champions. Impeccabile nelle prime due partite contro Dinamo Kiev e Benfica (con Milik in campo, sei gol fatti, tre subiti e sei punti); mediocre nel doppio confronto col Besiktas con la balorda sconfitta patita al San Paolo e il pareggio di ieri in trasferta in una partita dominata nel secondo tempo eppure acciuffata per i capelli grazie a uno splendida invenzione di Marek Hamsik. Senza Milik, tre gol fatti e quattro subiti.

La qualificazione non è né sicura né compromessa. Innanzitutto occorre battere in casa la Dinamo Kiev il prossimo 23 novembre. In caso di successo del Benfica sul campo del Besiktas, la qualificazione sarebbe sicura e a Lisbona si giocherebbe per il primo posto (nostro in caso di vittoria o di pareggio); in caso di vittoria del Besiktas, il Napoli potrebbe perdere anche 1-0 in casa del Benfica; in caso di pareggio, bisognerà aspettare l’esito dell’ultima giornata. In ogni caso, servirà non uscire sconfitti a Lisbona.

L’influenza, come scritto da Alfonso Fasano, sembra superata. C’è ancora qualche postumo, soprattutto davanti. È anche una questione di consapevolezza: fosse stato più sicuro di sé, probabilmente ieri sera Gabbiadini avrebbe segnato nei primi dieci minuti. Qualche segnale di risveglio c’è. È strano il mestiere dell’attaccante, basta un gol e cambia la prospettiva.

La forza dei giovani comincia a farsi sentire

Intanto altre cose sono cambiate nel Napoli. La rosa si è effettivamente allargata: Chiriches e Maksimovic possono essere considerati difensori affidabili (nonostante il rigore provocato ieri sera) e così i centrali difensivi salgono a quattro; Diawara ha ormai superato anche il secondo (o terzo) esame, ha dimostrato di essere stato un ottimo acquisto, con lui i centrocampisti salgono a cinque (in attesa di scoprire Rog); resta l’attacco, settore in cui stiamo pagando l’infortunio di Milik e un periodo non felice di Gabbiadini.

La scelta di Sarri nel momento decisivo

Ovviamente il bicchiere può essere considerato mezzo vuoto o mezzo pieno. Qui proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno. E visto che spesso ci siamo soffermati sulla personalità, sulla mentalità vincente, sulla capacità di reazione, beh va registrati che ieri il Napoli ha raddrizzato una partita che si era incredibilmente messa male. Un rigore subito a dodici minuti dalla fine dopo aver giocato il secondo tempo costantemente all’attacco. In quel momento, c’è stato uno scatto anche da parte di Sarri. Anzi, tutto è cominciato da Sarri. Mentre stavamo sacramentando tutto il sacramentabile, ci siamo accorti che in campo c’era Diawara e non Jorginho. Sotto di un gol, Sarri ha cambiato un centrocampista. E poi un altro: Zielinski per Allan. Sarri, che la partita la legge (se ne sono lette tante di critiche assurde), sapeva che in mezzo al campo il Napoli poteva migliorare, e non poco. Quindi, diciamolo, sa che i centrocampisti che ha in panchina valgono quantomeno quelli che ieri sono partiti titolari.

Diawara e Zielinski

Diawara e Zielinski nell’azione del pareggio contro il Besiktas

Il calcio è anche casualità, ma non crediamo che sia stato un caso la presenza di Zielinski (22 anni) e Diawara (19) nell’azione che ha portato al gol di Hamsik. Forze fresche sia fisiche che mentali. Quando Sarri ha pensato di dare una scossa, ha pensato a loro due. Poi la palla è finita ad Hamsik che ha disegnato una traiettoria superba. I giovani e l’esperienza. L’energia di un diciannovenne che si è fatto notare in dieci minuti dipartita come se fosse un attaccante, e la lucidità e la maestria del capitano che in fin dei conti è la perfetta fotografia di questo Napoli: inconsapevole delle proprie qualità.

L’importanza della reazione

In dieci minuti, dieci, il Napoli ha messo il Besiktas alle corde. Avrebbe potuto anche vincere se Insigne avesse fatto finire quel pallone all’incrocio dei pali. In qualche ruolo, le gerarchie sono state sovvertite. Non c’è niente di male. Del Piero tolse il posto a un certo Roberto Baggio nella Juventus. L’obiettivo comune è la crescita del Napoli. Non è una sconfitta di Sarri se Jorginho si accomoda in panchina e gioca Diawara: sarebbe assurdo pensarla così. È una vittoria del Napoli che ha messo a segno quello che sembra un ottimo colpo di mercato. È il quarto acquisto che mostra di essere azzeccato, dopo Milik, Zielinski e Maksimovic. Due ancora non hanno visto il terreno di gioco (Tonelli e Rog) e uno lo ha fatto per troppo poco tempo (Giaccherini). Ripetiamo, tempo ce n’è. Anche per vedere finalmente Gabbiadini competitivo. Ma Sarri tenga conto di quel che dice il campo. È la bellezza dello sport. Il fascino della competizione. A Istanbul il Napoli ha dimostrato di saper reagire e lo ha fatto anche grazie ai giovani. E il primo a saperlo è Sarri, altrimenti non avrebbe fatto entrare Zielinski e Diawara quando ha visto crollargli il mondo addosso.

ilnapolista © riproduzione riservata