ilNapolista

La favoletta della Juventus imbattibile

Terza sconfitta in campionato (le stesse del Napoli). È autolesionistico continuare a definirsi sconfitti in partenza.

La favoletta della Juventus imbattibile

La Juve ha perso tre partite, come il Napoli

Genoa-Juventus 3-1. Una vittoria normale nel senso di netta, di una squadra che è più forte dell’altra e vince con merito. Tra l’altro senza l’attaccante titolare, Pavoletti, e con un giovane di 21 anni, Simeone, al centro dell’attacco e autore di una doppietta. Perché anche i giovani sanno giocare a calcio e anche con i giovani si può vincere. Ha vinto il Genoa e ha perso la Juventus. Juventus che quest’anno è tutt’altro che imbattibile. Lo dicono i numeri. Tre sconfitte in campionato in quattordici partite, le stesse del Napoli. Lo scorso anno, dopo Sassuolo-Juventus, mise il turbo. In questa stagione, non ha mai dato questa sensazione.

Siamo contenti, ma solo per una questione di classifica

Se domani il Napoli dovesse battere il Sassuolo, andrebbe a meno sei. Pochi? Molti? Non lo sappiamo. Di certo, non abbiamo mai avuto la sensazione di uno strapotere della Juventus. È per questo che siamo incazzati perché finora ci siamo dovuti sorbire la favoletta di una squadra imbattibile quando in realtà non lo è mai stata. Mai, in questo primo scorcio di stagione. Undici vittorie e tre sconfitte, ok, ma anche tante avvisaglie che alcuni di quegli undici successi fossero più frutto del caso che del gioco. Le vittorie della grande squadra, vengono definite così. Ma uno 0-1 a Palermo, frutto da un tiro da fuori deviato e poco altro, ci pare più giusto definirlo come “un successo tirato per i capelli”.

Le difficoltà dei bianconeri

Poi, tre sconfitte meritate su tre campi complicati (San Siro due volte, prima di Marassi). E in Champions due pareggi interni con Siviglia e Lione e due vittorie di misura in trasferta (con grande carattere, quello sì da grande squadra). Del resto, in beata solitudine, è da quest’estate che neghiamo la straordinaria campagna acquisti della Juventus. Una squadra che, si badi bene, ha vinto il girone di Champions e resta molto forte. Ma non è il Brasile del 1970. È una squadra che incontra oggettive difficoltà a portare a casa partite ad alto ritmo contro squadre organizzate e registrate. Del resto, Juve-Napoli è finita 2-1 solo perché Ghoulam ha servito due volte un bianconero solo davanti alla porta.

Il mantra di Sarri: sono più forti di noi

Il problema non è una Juventus meno forte di quello che dice la classifica, la discussione sul suo essere più brava o più fortunata. No, loro sono forti e hanno deciso di dimostrarlo così. Il problema è che la Juventus è meno forte di come ce l’hanno raccontata e di come ce la stiamo raccontando anche noi che ci atteggiamo sempre come sconfitti in partenza (così ripete Sarri come un mantra). È un’ottima squadra che può perdere, perché ha qualche problema di organico (chi è il vice-Marchisio di questa squadra? Hernanes? Lemina?), perché ha commesso qualche sciocchezza di mercato (solito discorso: tre attaccanti per due posti?) e perché potrebbe essere che si ritrovi costretta ad affrontare una squadra in giornata e ben organizzata (il Genoa) quando invece il suo serbatoio è al minimo e hai pure tanti calciatori infortunati.

L’autolesionismo di chi si sente sconfitto in partenza

Quel che colpisce è l’arrendevolezza ostentata. È autolesionistico dichiararsi non all’altezza degli avversari. Intanto, perché contribuisce a fare il gioco di quei media che definiremmo “leggermente filobianconeri”. Tanto che oggi, ad esempio, il sondaggio nel salottino di Mediaset Premium era “La Juventus può vincere la Champions League?”. E poi, perché ci si rassegna a una cosa che in realtà può essere sconvolta, ribaltata, basta giocare bene ed essere fortunati (non è un delitto, vincere così può capitare. Juve docet). Basta fare come Inter, Milan, Genoa, Lione, Siviglia. Non abbiamo scritto Real Madrid, Bayern o Barcellona. Fateci caso. 

Per il Napoli, per le altre

Il campionato è ancora vivo, è ancora aperto. La Juve non è ancora riuscita ad ammazzarlo, ed è un demerito solo suo. Così come è un demerito del Napoli non essere oggi a meno quattro o a meno cinque, ma a meno nove con la possibilità del meno sei. È il calcio, signori. Nulla di più, nulla di meno. Lo stesso calcio che ha portato oggi Allegri a schiantarsi senza paracadute su un’impostazione tattica probabilmente sbagliata. Con la auto-condanna all’uno contro uno fisico a tutto campo. Ovvero, entrare disarmato nella fossa dei leoni. Allegri ha sbagliato e sbaglierà ancora, non c’è nessun motivo di raccontarci la favoletta con cui abbiamo titolato, quella per cui la Juve è imbattibile e fa un campionato a parte e quindi non bisogna rischiare di giocarci contro, né sulla singola partita e figuriamoci sulle 38. Non è vero, è un atteggiamento da sconfitti in partenza. E lo possiamo dire, che non è vero. È successo, la Juve perde. E succederà ancora, siamo pronti a scommetterci. A quel punto, chi non sarà stato lì potrà e dovrà solo mangiarsi le mani, e dare la colpa solo ed esclusivamente a se stesso.

ilnapolista © riproduzione riservata