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Insigne ricorda una scena di “This must be the place”

Aveva ragione Sacchi su Insigne? Deve lasciare Napoli per il salto definitivo? Forse. A 25 anni, ancora non si sa se diventerà un campione o no.

Insigne ricorda una scena di “This must be the place”
Insigne deve lasciare Napoli per fare il salto di qualità?

I fatti stanno dimostrando che – ahinoi – aveva ragione Arrigo Sacchi.

Insigne dovrebbe andar via da Napoli. Ha un talento enorme, però la città partenopea ti travolge, è troppo piena di entusiasmo. Quindi può creare dei problemi ad un calciatore nato a Napoli. In azzurro ha giocato in maniera non continua, può fare di più: io ho una fiducia illimitata in lui.

La querelle contrattuale

Dichiarazioni rilasciate pochi mesi fa. Prima dell’estate in cui Insigne – non sappiamo quanto per volere suo – ha dato prova del suo autolesionismo impelagandosi in una querelle contrattuale che lo ha allontanato ancora di più dalla tifoseria e a onor del vero anche dal mondo reale. Insigne ha 25 anni compiuti a giugno. È stato convocato per un Mondiale e un Europeo. Più della comparsa non ha fatto. L’anno scorso, per la prima volta nella sua carriera, è andato in doppia cifra in Serie A. Ancora adesso è nel giro della Nazionale ma non è affatto un titolare fisso, anzi. Ha giocato mezz’ora contro il Liechtenstein e nemmeno un minuto contro la Germania. È ancora considerato un calciatore che deve esplodere. Quando, non si sa.

Che cosa può diventare Insigne?

Le qualità di Insigne sono indubbie. È un calciatore che può stare a pieno titolo nel Napoli. Non è in discussione. Sta facendo una buona carriera. Il discorso verte su un altro punto: che cosa può diventare Insigne? Questa è la domanda. Domanda che tre anni fa sembrava avere la seguente risposta: un campione. Uno che ti segna due gol in Champions League contro il Borussia Dortmund: uno al San Paolo su una punizione straordinaria, l’altro a Dortmund riaprendo per qualche minuto il discorso qualificazione. Insomma un calciatore che fa la differenza. Anche nelle occasioni importanti, come la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina.

Il discorso alla fine è tutto qui: il campione si fa sentire, risolve le partite. Se le risolve nei momenti decisivi, è un fuoriclasse. Che cos’è adesso Insigne? Non si sa. Francamente non si può attribuire alcuna responsabilità a Sarri, anzi. Sarri lo protegge, lo fa giocare quasi sempre, lo ha impiegato quasi più di Mertens in un inizio stagione in cui il divario tra i due – ovviamente in favore del belga – è più che evidente. Eppure Insigne resta un’incognita. Almeno per un livello alto, quel livello in cui un calciatore entra in campo e offre una prestazione mai al di sotto di un determinato standard.

Bruno Conti

Probabilmente ha ragione Sacchi, gli nuoce Napoli. Dovrebbe trasferirsi, magari all’estero. Verratti all’estero, al Psg, si è affermato (anche se ultimamente ha qualche tensione con Emery); Immobile invece non è riuscito a imporsi ed è tornato in Italia, in una realtà come la Lazio: probabilmente è la sua dimensione, una piazza come il Torino, in cui si esprime bene. Qual è la piazza ideale di Insigne? Sarebbe capace di imporsi al Paris Saint Germain a comunque in un top club? Oppure la sua dimensione è più simile a quella di Immobile? Dovrebbe capirlo e pure in fretta. L’ideale sarebbe che lo comprendesse a Napoli, che diventasse qui quel che è stato – Nettuno ci perdoni – quel che Bruno Conti è stato per la Roma. Bruno Conti, ricordiamolo, a 27 anni vinse un Mondiale stregando il mondo intero. A 25, va detto, non era ancora Bruno Conti: esordì con la Nazionale proprio a quell’età. Poi, grazie a Liedholm, ebbe una trasformazione straordinaria.

This must be the place

Insigne è giunto in quella fase in cui deve comprendere chi è e dove può arrivare. Ma deve farlo in fretta. Tempo ne ha. Perché se diventa fortissimo, avrà tutto il tempo per godersi fama, gloria e soldi. È stato un errore cercare di percorrere il percorso inverso. Se diventi fortissimo, se diventi decisivo, i soldi te li offrono senza nemmeno chiederli. Perché sul campo senza di te non è la stessa cosa. Al momento, però, non è così. Al momento, Insigne ricorda troppo la scena del film di Sorrentino “This must be the place”.

 

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