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Al gol di Hamsik un angolo di New York sembra il San Paolo

Alla pizzeria Ribalta, luogo di ritrovo dei tifosi del Napoli nella Grande Mela. «Abbiamo contagiato anche qualche americano»

Al gol di Hamsik un angolo di New York sembra il San Paolo
Pizzeria Ribalta a New York

New York City. Il calcio di Napoli a New York è lontano da Little Italy: si trova all’incrocio tra Broadway e la dodicesima strada. Te ne accorgi entrando, sulla sinistra c’è il bancone del bar: i ripiani con le bottiglie e un gagliardetto del Napoli. È di quelli azzurri, ufficiali, ma c’è anche quello della Champioms: scuro, blu o nero, col pallone fatto di stellette. Rosario, che viene dal Vomero ed è il titolare del locale, abbraccia un ragazzo che indossa la maglia della Lazio e dice: “Anche stasera, lui è il benvenuto”. Il Napoli ha appena pareggiato 1-1 con la squadra capitolina, Rosario sta parlando con me della partita che si è conclusa da pochissimo: “Questa è la casa di tutti i tifosi italiani”.

La pizzeria Ribalta ë il luogo fisico del Napoli Club New York. Si mangia bene, la pizza ha una bella faccia – come si suol dire. Però questo ristorante è anche un luogo di aggregazione. Intorno al calcio, ovvio. Amicizie cementificate a 6mila km da casa, pure tra e per ex calciatori: nel locale, all’improvviso, entra Gennaro Delvecchio (ex di Samp,e Catania, tra le altre); poi Rosario non riesce a mascherare il suo orgoglio quando dice che “Pirlo e Ambrosini” sono clienti abituali.

La partita seguita a New York annulla le otto ore di volo: Napoli è lì, a spingere insieme i ragazzi di Sarri. Succede che al gol di Hamsik, un ristorante della 12esima si trasformi in una succursale del San Paolo, ma non si fa in tempo a urlare di gioia che Keita ha già fatto 1-1. “In questo periodo – spiega Rosario – non lo capisco, Sarri”. Poi spiega, mentre saluta in inglese un bambino che gli mostra il suo nuovo paio di scarpe.

“Qui non è sempre come oggi, di solito c’è molta più gente, si fa un gran casino. Non esiste un altro locale come questo, a NY”. Ribalta è il punto di riferimento di tutti gli italiani del pallone, al di là di tifo e bandiere e colori. Ci sono i club di Fiorentina e Roma, come ci ha spiegato Rosario, ma sono gruppi itineranti nei vari locali irlandesi o inglesi che trasmettono il calcio europeo. Alcuni vengono proprio al ristorante, insieme a nuovi gruppetti di tifosi: “Ci sono una decina di americani che con il calcio e con il Napoli non c’entrano nulla, eppure sono clienti fissi quando c’è la partita. Li abbiamo contagiati, ora sono dei nostri”.

Il locale, oltre mezz’ora dopo la partita, è ancora pieno. Anzi, ha già cambiato due volte tutti i clienti. Funziona, per dirla in breve. Scattiamo qualche foto, chiediamo un po’ in giro: emigranti dei tempi moderni, direttori di sala baresi (e juventini), gente di passaggio per la maratona. Un bel pezzo di Italia. L’ultima curiosità di e con Rosario: perché Ribalta? “Come verbo, volevamo ribaltare la gestione negativa dei precedenti proprietari. Sta funzionando. Speriamo di poter dire così, uguale identico, anche per la stagione del Napoli”. Sì, speriamo.

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