ilNapolista

De Laurentiis e Sarri, così è dura la convivenza

Sembrano la Lazio del 1974. Sarri dichiara sempre contro il mercato e De Laurentiis replica punzecchiandolo su giovani, modulo e Aubemayang.

De Laurentiis e Sarri, così è dura la convivenza
De Laurentiis e Sarri

Il rapporto tra De Laurentiis e Sarri ricorda quelli che c’erano nello spogliatoio della Lazio del 1974. Docce separate e partitella infrasettimanale ben più importante della distensiva giornata di campionato domenicale contro l’avversario di turno. Se qualcuno, incredibilmente, nutriva ancora qualche dubbio sulla reale natura del rapporto che lega il presidente e l’allenatore del Napoli, dopo l’intervento di De Laurentiis a Kiss Kiss Napoli non dovrebbero più esserci titubanze. A voler essere buoni, tra Sarri e De Laurentiis è guerra fredda.

Aubemayang come Verratti

Oggi De Laurentiis ha rilasciato un’intervista di ventitré minuti all’emittente radiofonica ufficiale in cui ha infiocchettato non poche stoccate indirizzate all’allenatore. Dal passaggio sui giovani («Gli errori possono farli tutti, Maksimovic mica è giovane») a quello sul modulo («Probabilmente Gabbiadini giocherebbe meglio con un altro modulo, il 4-3-1-2 tanto caro a Maurizio Sarri», il riferimento al trequartista è tutt’altro che casuale), addirittura – udite udite – un complimento a Rafa Benitez e addirittura per la controversa questione Hamsik («Con Benitez giocò più avanti e segnò tanti gol, anche se Hamsik ama giocare più dietro»). Ogni frase una stilettata. Fino all’acme (non sappiamo quanto credibile): «Ho proposto tanti di quegli attaccanti a Maurizio Sarri, anche Aubemayang ma lui mi ha sempre detto no, e ha ragione, adesso ho capito che ha ragione, perché lui è un maestro di calcio, il suo è un gioco particolare e c’è bisogno di calciatori congeniali al suo modo di intendere il calcio». Stilettata con infiocchettamento. Aubemayang come Verratti.

Il precedente di Genova

Ovviamente questa è la versione di Aurelio De Laurentiis. Crediamo che prima o poi arriverà quella di Sarri. Che dall’inizio dell’anno non fa che ripetere che il calciomercato del Napoli è stato di prospettiva, che a Torino ha ripetuto ancora una volta che non si può pensare di sostituire Higuain con i giovani e pretendere di essere l’anti-Juve. E tutto quello che ben sappiamo. Con la ciliegina di quell’abbraccio a Higuain che il presidente, così come tanti tifosi, non ha particolarmente gradito.

Non dimentichiamo che a settembre i due furono protagonisti di un caso senza precedenti nella comunicazione di una società di calcio. Al fischio finale di Genoa-Napoli, con uno/due rigori negati al Napoli, Sarri invece di attaccare gli arbitri denunciò l’assenza della società; una performance cui il giorno dopo seguì il comunicato ufficiale con cui De Laurentiis difese la correttezza arbitrale pur condannando gli errori e invitò l’allenatore a sfruttare al meglio la rosa molto competitiva.

Convivenza forzata

Siamo ben oltre i separati in casa. I rumors che si rincorrono in città accreditano l’ipotesi che i due parlino molto poco, per non dire praticamente mai, che Giuntoli è di fatto l’intermediario, che i rapporti siano al minimo. Resta incomprensibile, a questo punto, la scelta dei due di proseguire insieme col rinnovo del contratto. O meglio, per certi versi è comprensibile. I due non si amano, e questo è pacifico. De Laurentiis è il presidente e i risultati di Sarri sono innegabili, così come la popolarità dell’allenatore tra i tifosi (ora in declino ma ancora superiore rispetto a quella del presidente) e un suo esonero avrebbe provocato non pochi turbamenti (eufemismo) nella tifoseria; dall’altra parte, Sarri è consapevole di avere tra le mani la squadra più forte che abbia mai allenato (il riferimento è al Napoli, senza indagare sulle differenze tra quest’anno e l’anno scorso) e pur ritenendo la campagna acquisti non all’altezza e sé stesso pronto per altri lidi, non se l’è sentita di rinunciare alla Champions e a un secondo anno a Napoli.

Attenti a non finire alla piazzata

Ma le modalità di convivenza tra i due sono ormai fin troppo evidenti. Dispiace, perché quest’annata rischia di essere rovinata daun rapporto che al momento è tenuto in piedi esclusivamente dai risultati. Sarri e De Laurentiis sono pianeti distanti. La speranza è che si crei la stessa alchimia della Lazio del 1974, nemici fino a odiarsi eppure capaci di una vittoria straordinaria. Alla fine, è una questione di equilibri. Magari il Napoli trova il suo equilibrio nella freddezza tra allenatore e presidente. Che, va detto, francamente stanno dando vita a una commedia che dura da troppo tempo. Come auspicammo un mesetto fa, il silenzio ipocrita sarebbe la soluzione migliore. Di frecciata in frecciata, si rischia di finire alla piazzata. E non sarebbe una bella scena.

ilnapolista © riproduzione riservata