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Atalanta e Milan, le squadre più giovani, hanno più punti di tutti in trasferta

Una dimostrazione, l’ennesima, che non esistono giocatori giovani o vecchi, ma solo forti o scarsi. Anche nel nostro campionato.

Atalanta e Milan, le squadre più giovani, hanno più punti di tutti in trasferta

Atalanta e Milan

Sì, così. Brutalmente. È un po’ che ci ronza in testa questo discorso infinito sui giovani, che ci chiediamo cosa vuol dire, nel calcio, “essere pronti”. Ci sentiamo parte in causa, il Napoli ha fatto una campagna acquisti young oriented e quindi vogliamo verificare questa cosa. Qualche settimana fa, il Cies (osservatorio statistico sul calcio) ci ha dato una mano, pubblicando un rapporto sulle squadre più giovani d’Europa. Giusto per chiarire, prima di parlarne: in quest’analisi, si parla di undici titolari. Ovvero, dei calciatori che sono stati scelti, volta per volta, per iniziare le partite.

Tra le 50 squadre più giovani provenienti dai 5 campionati top, la prima italiana è il Milan. La squadra di Montella è dodicesima in classifica, con un’età media poco superiore ai 25 anni (25,3). Il secondo club italiano di questa graduatoria è l’Atalanta, 27esima con 26,46. Le due squadre italiane che hanno il miglior rendimento in trasferta, nel nostro campionato, sono Milan e Atalanta. Rossoneri e nerazzurri hanno conquistato 13 punti nelle 7 partite giocate fuori casa.

Fiducia, in se stessi e nel futuro

Per questo abbiamo titolato così. Perché i giovani possono vincere le partite. Possono farlo anche in Italia, dove la forza dell’autonarrazione sul “campionato più difficile del mondo” resiste nonostante il malinteso col tempo (e con la Premier, magari). I ragazzini di Atalanta e Milan (qualche nome buttato a caso, senza pensarci: Caldara, Freuler, Spinazzola, Gagliardini, Kessié, Donnarumma, Locatelli, Calabria, De Sciglio) hanno fatto più punti fuori casa della Juventus vecchia e (potenzialmente) schiacciasassi, stanno dimostrando che la fiducia paga e paga pure bene.

In realtà, se non fossimo così impegnati ad autocommiserarci, anche noi tifosi del Napoli potremmo accorgerci che i nostri giovani non sono poi così male. Milik ha 22 anni, Zielinski ha 22 anni, Hysaj ha 22 anni, Zielinski ha 22 anni, Diawara addirittura 19. Insigne ne ha solo 25, esattamente come Ghoulam e Allan. Sono tutti calciatori titolari. E il Napoli è in piena corsa per i suoi obiettivi in campionato e in Champions, come spiegato da Massimiliano Gallo questa mattina in un pezzo sull’anniversario statistico di Napoli-Inter, quattordicesima giornata della scorsa stagione e primato solitario dopo 25 anni.

Capire questo discorso

Abbiamo la dimostrazione numerica che i giovani possono dire la loro, fare bene, andare oltre le più rosee aspettative. Succede anche in Italia, nonostante qualcuno si ostini a farci credere che da noi non si può. Non si poteva, magari. La realtà non è che si tratta di giovani, è che si tratta di avere i giocatori migliori. Quelli non hanno età, e lo capisci guardando i calciatori più decisivi nell’ultimo campionato della Juventus. Ovvero, Pogba e Dybala: 46 anni in due. Qualcuno obietterà che Buffon, Bonucci, Barzagli e Chiellini sono più determinanti, che la difesa e la sua esperienza sono la vera forza della Juve. Condivisibile. Ma hai la miglior difesa possibile, le partite non le perdi. Per vincerle, devi anche segnare. Buffon, Bonucci, Barzagli e Chiellini hanno messo insieme 4 gol l’anno scorso. Non bastano per vincere lo scudetto. 

Sarri ha interiorizzato e capito questo nostro discorso. Dopo un primo momento di smarrimento mediatico, in cui «con i nati nel 1994 sei competitivo sul lungo periodo», la musica è leggermente cambiata. Ora, «c’è gusto ad allenare questa squadra». Oppure, «c’è la sensazione che stiamo costruendo qualcosa di importante». È vero, è possibile. Il Milan e l’Atalanta sono lì a testimoniarlo, e anche il Napoli (pure se non entra nella shortlist del Cies) può essere un modello, un esempio. Prima di Napoli-Dinamo Kiev, il tecnico azzurro ha detto che non esistono giocatori giovani o vecchi, esistono giocatori forti e giocatori scarsi. Le dichiarazioni che vogliamo sentire sempre, che inquadrano il momento e centrano il punto. E fanno capire al pubblico che ci sono molti modi per cercare di vincere, o di fare il meglio possibile. 

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