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Ventura è un pessimo replay di Conte: Immobile e Belotti dimostrano che è meglio qualcosa di nuovo

Il ct ha sacrificato se stesso sull’altare del risultato, dei rischi zero. In questo modo, cosa sarà rimasto del suo biennio se non una (complicata) qualificazione ai Mondiali?

Ventura è un pessimo replay di Conte: Immobile e Belotti dimostrano che è meglio qualcosa di nuovo
Ventura, commissario tecnico dell'Italia

Il day after di Italia-Spagna sul Napolista è per criticare Ventura. Per criticare, non per attaccare. Sono due cose diverse, la critica e l’attacco: la prima è fondata, motivata, argomentata. Il secondo è strumentale, diretto, talvolta anche personale. Non ci sentiamo di poter dire o fare cose del genere, ma ci viene voglia di dire la nostra su quello che abbiamo visto ieri sera. Che ci pare semplice, pulito, limpido: Ventura ha sbagliato.

Ventura ha sbagliato, crediamo di poterlo dire con onestà, nella scelta di uomini e modulo. E ci siamo resi conto tutti, di questo errore, quando l’ingresso in campo di due calciatori dalla panchina ha letteralmente ribaltato una partita che aveva visto l’Italia soffrire senza ripartire, subire senza rispondere. I giocatori in questione sono ovviamente Immobile e Belotti, che nella parte finale del secondo tempo hanno riscritto l’Italia, il suo modo di stare in campo e di attaccare. Nessuna bacchetta magica, per carità: gli spagnoli erano spompati da una partita giocata a mille all’ora, in pressing, col possesso palla. Eppure, sono bastati loro per dare la sensazione di una freschezza tutta diversa rispetto a quella di Pellé, anche pure a quella dell’Eder visto nella prima parte di partita. L’oriundo della Samp si è procurato il rigore decisivo, e non è un caso che questo episodio sia avvenuto nel momento in cui l’Italia è riuscita a salire, spinta dalla forza d’urto dei due nuovi attaccanti. Insomma, non avremo mai la controprova perché la partita non si può rigiocare con Immobile e Belotti al posto di Eder e Pellé, o addirittura col tridente fin dal primo minuto. Però, il dato di fatto è facilmente individuabile: con Immobile e Belotti, l’Italia ha creato le uniche occasioni della sua partita. Ha giocato meglio, semplicemente. Per proprietà transitiva: Ventura ha sbagliato a mettere in campo Eder e Pellé.

Ora, ovviamente, non vogliamo buttare la croce sui due attaccanti, anche se magari Pellé si meriterebbe questo e altro dopo il gesto sconsiderato appena dopo il cambio, per il quale è stato (giustamente) punito dal Ct. Il problema è un altro: è una roba iniziale, primordiale, che sta a monte e non a valle. E che vogliamo analizzare con una domanda al ct: caro Ventura, perdonami se ti do del tu, ma in questo modo cosa pensi di poter lasciare come ct della nazionale? O meglio: cosa pensi di poter lasciare di tuo? 

Chi scrive, in un acceso dibattito calcistico, ha spiegato al suo interlocutore che Ventura era stato scelto perché “faceva giocare bene il Torino”. E crede ancora in questa motivazione, ci crede perché è giusta e meritocratica. Come Conte era la miglior scelta possibile dopo lo scempio brasiliano, come Prandelli nel 2010, Ventura era la più logica quattro mesi fa. Ma Ventura, quello vero. Non la copia carbone di Conte, nelle scelte e nell’impostazione. E chi pensa sia tutta una questione di modulo, è lontano dal punto: anche a Torino, soprattutto a Torino, Ventura ha fatto vedere il meglio con la difesa a tre, un centrocampo a cinque e due attaccanti. Il modulo-Juve esclude qualche tipologia di giocatore per incompatibilità, ma può essere declinato anche in maniera offensiva, con un atteggiamento diverso. Come il Torino champagne di Ventura, appunto, capace di violare San Mamés, di far tremare lo Zenit in Europa League. Roba buona, seria. Bella da vedere.

Il problema è la scelta degli uomini in campo ieri sera, che in Eder e Pellé trova la sua massima sublimazione: c’era qualcuno di meglio in panchina, e non vogliamo dire a casa perché la selezione per una nazionale è un lavoro talmente ampio e suscettibile di giudizi che è completamente inutile aprire il dibattito. Bastava limitarsi alla panchina di ieri sera per capire che le scelte del ct sono orientate al rischio zero piuttosto che a un progetto vero da selezionatore. Passi per il monumento Buffon (anche se ieri sera…) e per l’ottimo Barzagli, ma Parolo e Montolivo con Verratti e Bonaventura in panchina? Eder e Pellé, rieccoli, con questi Belotti e Immobile a fare riscaldamento? Volendo forzare la mano, anche De Rossi al posto di un Candreva o di un Bernardeschi. Scelte non solo impopolari, ma anche difficilmente spiegabili dal punto di vista tecnico. E lo dice il risultato, la storia della partita.

Ventura sta facendo le stesse scelte di Conte, ma al tempo stesso sta completamente ignorando l’esempio del predecessore. Che fece una scelta precisa, progettuale: io convoco i giocatori migliori per il mio modo di giocare, il resto può anche rimanere a casa davanti alla tv. Siamo arrivati agli Europei, abbiamo superato i nostri limiti e ci siamo inchinati alla Germania (alla Germania!) solo ai rigori dopo aver battuto con merito Spagna e Belgio. Era la scelta giusta, il modo migliore per chiudere un ciclo e riaprirne un altro diverso, meno tattico e più premiante per la new generation. E invece, ecco il Ventura che non ti aspetti: che sacrifica e violenta se stesso per il risultato, che schiera (ancora!) Eder e Pellé quando il suo miglior Torino metteva in campo Immobile e Cerci come attaccanti. E non è una questione di nomi, quanto di caratteristiche e idealtipo di attaccanti.

E allora, la domanda di sopra: cosa c’è di tuo, Ventura? Nel momento in cui dovessimo riuscire ad andare ai Mondiali con questa squadra, quali sono le nostre prospettive? Abbiamo costruito qualcosa o abbiamo spremuto le ultime gocce di succo da un frutto già vicino alla sua scadenza naturale? Insomma, vogliamo essere brutali: anche con un Mondiale finito in gloria, e se diciamo gloria siamo realistici a non pensare oltre un quarto di finale, a cosa sarebbe servito il tuo biennio come ct? A farci capire che Buffon è inarrivabile, che Barzagli è un difensore fantastico e che Montolivo avrebbe meritato di più degli sfottò a cui è costretto da anni? Le sappiamo già, queste cose. Vogliamo vedere altro, vogliamo vedere gli altri. Siamo su un sito che parla di Napoli, ma non pensiamo a Insigne o Gabbiadini. Sappiamo che con il tuo modo di giocare c’entrano poco. Ma andrebbero bene già pure un Belotti, un Immobile, un Verratti, il Romagnoli visto ieri sera (ah, che belllo!), un Bonaventura titolare e un Bernardeschi a inventare calcio di qualità. Magari un Berardi ora infortunato ma mai chiamato in causa. Vorremmo vedere una cosa prodotta da te, ancora prima che nuova e coraggiosa. Dovesse andare male, almeno avresti perso con qualcosa di tuo e non con il riciclo di idee e concezioni e nomi altrui. Ce ne faremmo una ragione, nel caso. Ma almeno ci hai provato proprio tu.

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