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Salah pizzaiolo a Fuorigrotta e Jorginho tarallaro a Villaricca

Strani sogni prima di Napoli-Roma: mio padre (Benitez) è il datore di lavoro di Jorginho, mia madre ha una fissazione per Maggio.

Salah pizzaiolo a Fuorigrotta e Jorginho tarallaro a Villaricca

Di solito non ricordo mai i sogni che faccio, quelli che sto facendo a ottobre sono strani e terribili e me li ricordo tutti. Non mi resta che raccontarveli, almeno quelli di questa settimana.

In un sogno che ho fatto una mia collega mi telefona dicendomi che stava male per motivi sentimentali e che doveva confessarmi una cosa. Io le dicevo che non era necessario, non amo molto le confessioni e non capisco l’eccessivo bisogno delle persone di confidarsi; lei però insisteva. Mi pregava di ascoltarla, piangeva, diceva parole come “dilaniata”, come “devastata”, così alla fine – nel sogno – cedevo e la ascoltavo. Mi diceva che suo marito Salah, sì, il calciatore, voleva lasciare il segno al San Paolo e poi lasciarne un altro definitivo e più bello, aprendo una pizzeria a Fuorigrotta. Ero sconcertato, nominarmi un romanista in sogno prima della partita: o erano numeri o erano mazzate. Mi disturbava pure ‘sto fatto della pizzeria, mo’ non è che qualsiasi seconda punta, seppur egiziana, possa aprire una pizzeria (l’ennesima) a Napoli. Ma soprattutto mi chiedevo perché tutto questo a lei la devastasse. E lei rispondeva che essendo nata di Carate Brianza era firmataria dell’editto “No pizza”, e non poteva accettare che suo marito mostrasse una simile debolezza. “E il segno al San Paolo?”, domandavo. “Di quello non mi importa nulla. Ora devo andare, ciao”.

In un sogno che ho fatto mio padre era Benitez, mio fratello Jorginho. Avevamo un piccolo tarallificio a Villaricca, gli affari andavano abbastanza bene, solo una cosa angustiava Rafa, mio padre: la lentezza di Jorginho. Mio fratello negli ultimi mesi aveva perso qualcosa nel ritmo ed essendo lui l’addetto alle mandorle, la faccenda diventava problematica. Passavano taralli con una mandorla in meno. Taralli troppo lunghi, taralli troppo corti. Taralli sformati. Taralli lenti. Taralli scocciati. Taralli senza miele e senza pepe. Un vero disastro. Rafa mi diceva: “Gianni, come dobbiamo fare? Ma che è successo, si è innamorato?”, non avevo mai visto nostro padre così afflitto e gli rispondevo: “Magari fosse innamorato papà, è una questione di testa, si sente pressato e sbaglia le dosi, come quando un centrocampista sbaglia la misura del passaggio. Facciamo così, mettiamolo per un po’ solo all’impasto e speriamo che si ripigli”. Papà mi guardava e diceva: “Speriamo succeda in fretta, ma resistiamo, tutti insieme: Mandorla a mandorla, ‘nzogna a ‘nzogna, pepe a pepe”. Dio santo che incubo e che fame.

In un sogno che ho fatto mia madre era una straordinaria e irriducibile groupie di Maggio. Mia madre che anticipava ogni errore di Hysaj, sottolineandolo con una frase “Metti a Maggio, metti a Maggio”. Ma non era solo questo quella frase per mia madre era come un mantra, uno dei misteri del Rosario. La ripeteva costantemente come se fosse una supplica alla Madonna: “Metti a Maggio”. Che ne so, pioveva? “Metti a Maggio”. Mio padre aveva dimenticato di comprare il pane? “Metti a Maggio”. Davano il premio Nobel a Dylan (che non le mai piaciuto nemmeno nella vita vera)? “Metti a Maggio”. Voleva rimproverarmi perché mi facevo sentire poco? “Statt’ accort’ ca te mann’ a Maggio”. Un vero incubo, nonostante l’affetto che provo per Maggio. Dopo la partita ho capito che mia madre non è sola, fa parte di un coro, un coro di devoti che non si rende conto che Maggio può giocare, e anche decentemente, una partita ogni tanto. Mamma mia e che settimana.

In un sogno che ho fatto il Napoli non era più in grado di centrare lo specchio della porta, come se mancasse la mira, come se mancasse la lucidità, come se mancasse la sicurezza, come se qualcuno avesse fretta di tirare, come se qualcuno aspettasse troppo a tirare. Nel sogno che ho fatto Sarri diceva: “Abbiamo fatto undici tiri in porta nel primo tempo”. E aveva ragione, il Napoli fa sempre un sacco di tiri, ma quando finiscono fuori, quando vengono rimpallati, quando il portiere para, quando manchi il bersaglio troppo spesso vuol dire che qualcosa non gira per il verso giusto. Nel sogno non mi preoccupavo anche se perdevamo con la Roma, meritatamente. Nello stesso sogno commettevamo molti errori individuali, errori incredibili, perdevamo un sacco di palle “uscendo”, mai successo fin qui. Eppure succedeva, e allora questo mi preoccupava. Mi preoccupava la leggerezza dei calciatori e la pesantezza sullo stomaco, tre peperoni che non se ne scendevano, da qui gli incubi.

In un sogno che ho fatto Dzeko non era diventato Marco Van Basten ma era sempre il solito buon attaccante che è sempre stato. In questo sogno faceva due gol abbastanza facili, i nostri calciatori commettevano due errori, uno gravissimo, l’altro grave.

Altri sogni ve li risparmio. Oggi è stata una domenica di sole qui a Milano, bellissima. Stamattina mi dicevo che in una domenica così non sarebbe stato giusto soffrire per una sconfitta, bastavano un sabato sera (di pioggia, non a caso) e una nottata. Ho apprezzato la signorilità di alcuni miei amici romanisti, che hanno perfino evitato di sfottermi. Non sono miei amici per caso. Mercoledì c’è la Champions, prepariamoci.

Il post – it del drone Giggino

Primo tempo: avremmo potuto segnare, non l’abbiamo fatto. Secondo tempo: avremmo potuto morire ed è successo. Fine partita: Mister, squaglia ‘sta pret’ ‘e fumm’.

Notizie dall’Inghilterra:

Il Watford vince ancora. Britos e Behrami sempre più titolarissimi, per dirla con Mazzarri. Zuniga parte dalla panchina, corre e gioca come un essere umano normale, adesso. Ciao Leicester, il famoso secondo anno di Ranieri continua anche quest’anno. Chissà se Mazzarri viene considerato un “Italian Any Other” o nu napulitane. Mah

Note a margine:

  • Ho molto apprezzato la solidarietà a Bonucci, arrivata anche da molti tifosi del Napoli. Un in bocca al lupo anche da parte mia.
  • Le conoscenze tattiche di molti tifosi le avevo scordate. Come li sappiamo noi i movimenti del falso nueve, nessuno. Ma perché sta dentro la parola “falso” che pensiamo di sapere tutto?
  • Ne abbiamo perse due, almeno per il girone d’andata facciamocele bastare.
  • Devo vedere di togliere questi sogni da mezzo.
  • #IoStoConSarri dalla prima più di prima.
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