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Quanto è forte Callejon

Una selezione dei 50 gol dello spagnolo in maglia azzurra. Callejon è fondamentale in ogni zona del campo, e segna in tutti i modi.

Quanto è forte Callejon

Sono i suoi giorni, questi. La convocazione in nazionale da parte del (nuovo, non a caso) ct Lopetegui premia l’inizio di stagione fantascientifico di Callejon. Che, proprio per dare una misura esatta della sua importanza, è a 5 gol stagionali: solo in campionato, e non segna da tre partite tra Serie A e Champions League.

Non è una novità: Callejon ha sempre iniziato alla grande le sue stagioni napoletane. Entrambi i campionati del biennio Benitez sono stati aperti da un suo gol. Solo l’ultima annata, la prima di Sarri, non era stata bagnata da un gol iniziale dello spagnolo, che dopo aver preso le misure si è sbloccato, in campionato, solo alla prima di ritorno.

Il paradosso di Callejon è che riesce a ribaltare un dogma narrativo del calcio: con lui, assurdo solo a pensarci, i gol vengono dopo il contributo tattico e di corsa e di lettura del gioco. Callejon, anche quando è in crisi realizzativa, è assolutamente irrinunciabile per il Napoli. Eppure, oggi, in uno dei suoi giorni, vogliamo controribaltare la storia e celebrare le sue reti più belle in maglia azzurra. Ne ha realizzate 50 in tutte le competizioni, noi abbiamo lanciato una ricerca su Youtube con la chiave “Callejon Amazing Gol”. Esce bella roba, da grande campione prima che da uomo tattico.

L’assist di Higuain è da antologia del calcio, ma ovviamente c’è tanto merito dello spagnolo. La lettura dello spazio, l’inserimento, la capacità di farsi trovare alle spalle della linea difensiva, ma sempre e comunque in linea. Poi, il tiro: di prima, a incrociare. Ce ne sono tantissimi, così, tra i 50. Questo lo abbiamo preso per la palla d’esterno di Higuain (che è sempre un gran calciatore, eh) e per l’assoluta qualità dell’intera giocata offensiva.

Destro, sinistro. Un’altra qualità fondamentale dello spagnolo è l’assoluto bilanciamento tra i due piedi. Certo, non è mancino e quindi tende a preferire il piede buono. Solo che poi, quando arma anche l’altro, succedono cose belle come in questo gol qui. Scambio stretto a tre tra José, Higuain e Hamsik e spazio liberato per la conclusione. Se non fosse ancora più forte e tesa, questa conclusione entrerebbe nella shortlist di quelle alla Del Piero. Forse è anche meglio. Perché è realizzata con un piede opposto e perché è un vero fendente. Meraviglioso.

Come quello con la Fiorentina. Più bello ancora, perché se l’inserimento segue gli stessi parametri di perfezione, è il tiro al volo, in diagonale a fare la differenza. Quello dell’Artemio Franchi era schiacciato a terra, a sfruttare il rimbalzo per battere il portiere. Qui è teso, forte, sul secondo palo. Imprendibile perché velocissimo. Un capolavoro.

La testa. Come ispiratrice di movimenti e giocate, ma anche come parte del corpo per colpire il pallone. Lo sanno benissimo la Roma e Rudi Garcia, che nella stagione 2013/2014 vengono puniti in maniera similare dallo spagnolo, in campionato e in Coppa Italia. Questo qui è il gol dell’1-0 nella semifinale di ritorno, e abbiamo scelto questo piuttosto che quello dell’1-0 in campionato perché vive di una dinamica tattica diversa. Hamsik si apre sulla destra, supporta Maggio nel gioco a due. Nel frattempo, Callejon è già in area di rigore. Ha già letto il gioco, sa già che quella palla potrà arrivare a lui. E infatti, gli arriva. In mezzo ai centrali giallorossi, stacco col tempo perfetto e conclusione precisa e potente. La partita finirà 3-0. Un trionfo.

La testa, ancora. Qui c’è un po’ del Napoli 2.0 di Sarri, ma c’è anche un gesto d’astuzia totale dell’esterno spagnolo. Palla giocata da Insigne a sinistra, inserimento dall’altra parte e splendido cross. Nicola Lo Conte, nella sua rubrica dei cinque gesti tecnici, ha scritto così di quello che fa Callejon per trasformare in gol il pallone perfetto del suo dirimpettaio sulla fascia sinistra: «Un altro saggio di gran lucidità ce lo offre, ma non è una novità, Josè Maria Callejon. Che sul 2-0 realizza un gol apparentemente normale, ma non è esattamente così. Come si può vedere dall’immagine che abbiamo estrapolato, sul cross di Insigne, fin quando la palla non finisce in porta, lui guarda fisso sia la palla che Milik, per capire se e quando possa esserci la possibilità di servirlo con una sponda. Appurato che questa possibilità non c’è, per la chiusura della linea di passaggio di un difensore, lo spagnolo va per la conclusione diretta, ma continuando a guardare Milik e non la porta, prendendo perciò in controtempo Posavec che non ha tempo e modo di intervenire, anche perché nel frattempo Callejon ha anche schiacciato il pallone, facendolo rimbalzare al di sopra del portiere. Come sia riuscito a calcolare tutte queste variabili nel giro di un secondo scarso, e come riesca a fare tutto quello che fa abitualmente, resta inspiegabile» Non c’è bisogno di aggiungere molto.

Qui bypassiamo completamente il discorso sull’inserimento, ne abbiamo già parlato ampiamente. Il senso di questo gol sta nella freddezza a tu per tu con il portiere, l’idea della giocata migliore per superarlo. Certo, non è il più bello e ce ne sono alcuni, di simili, sbagliati clamorosamente (quello contro la Juventus in Supercoppa, ad esempio). Però, come dire: in cambio di quello che abbiamo visto sopra, più il lavoro tattico classico, ci teniamo il Callejon che una volta su tre sbaglia a tu per tu con il portiere. In altre occasioni, la maggioranza, José riesce a essere quello visto qui contro Marchetti. Più, ovviamente, tutto quello che abbiamo visto sopra più il lavoro tattico classico. L’unica cosa che ci viene da chiedere, alla fine: ma quanto è forte Callejon?

 

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