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Napoli-Roma 1-3, Sarri perde meritatamente l’imbattibilità interna. Roma spavalda e ordinata

Seconda sconfitta consecutiva per la squadra di Sarri, in difficoltà tattica e fisica. Male Jorginho e Gabbiadini.

Napoli-Roma 1-3, Sarri perde meritatamente l’imbattibilità interna. Roma spavalda e ordinata

La prima sconfitta interna del Napoli di Sarri. Meritata, contro una Roma spavalda e registrata tatticamente . Male il Napoli, per disposizione in campo e pure per le risposte fisiche (soprattutto nel primo tempo). Prestazioni altamente negative per Jorginho, Gabbiadini e la difesa, con l’errore di Koulibaly sul primo gol che ha indirizzato la gara.

Il racconto si apre con il sole e con il caldo, al San Paolo è estate. Napoli-Roma, secondo i pi, è uno spareggio per “il primo posto delle altre”, per il campionato alternativo alle spalle di madama Juventus. Sarri, che ieri ha chiarito le parole dette a Bergamo nel dopopartita, dà seguito all’idea del turnover: Maksimovic, Allan e Insigne lasciano presumibilmente ad Albiol, Zielinski e Mertens l’impegno di mercoledì col Besiktas. Dall’altra parte, Spalletti fa la conta degli assenti ed è costretto a schierare Nainggolan non al massimo, nel ruolo di trequartista incursore alla Perrotta. Florenzi esterno basso, al posto di Bruno Peres. Dzeko davanti, con Perotti e Salah ai suoi lati.

Pronti via, si capisce subito che partita sarà: Napoli e Roma sono due squadre che attaccano, e lo fanno fin da subito nonostante la scelta a sorpresa di Spalletti, che va in campo con la difesa a tre e schiera Florenzi e Perotti come esterni di centrocampo. Comunque, subito due occasioni: punizione di Insigne dai 20 metri, palla che esce di pochissimo alla sinistra di Szczesny; pochi secondi dopo è Dzeko a impattare male a centro area su cross di Perotti.

Il Napoli è lungo, non tiene le solite distanze tra difesa e centrocampo. Nainggolan a uomo su Jorginho, nel finale del primo tempo questa funzione viene svolta da Paredes. La Roma è più compatta, ma concede sempre qualcosa indietro, soprattutto quando il Napoli riesce a trovare i giusti corridoi tra gli esterni e le mezzali. Allora, la partita diventa di ping pong, colpo su colpo: percussione di Allan e poi cross dalla sinistra per Gabbiadini (che è in ritardo di un attimo), poi grandi occasioni per Nainggolan e Perotti. Splendida la conclusione a giro dell’argentino ex Genoa, palla fuori di un nulla alla sinistra di Reina.

Ancora, a tambur battente: Hamsik indovina una grande progressione in area, poi è Dzejo (servito in profondità da Salah) a trovarsi a tu per tu con Reina. Il portiere spagnolo è bravissimo nell’uscita, in questo caso. In mezzo, la più grande occasione per il Napoli: triplo tentativo con Callejon, Insigne e Jorginho. In tutti e tre i casi, bravissimo Manolas nel respingere le conclusioni.

A un soffio dal riposo, il gol della Roma: Koulibaly compie un buon intervento difensivo, poi si attarda nel giocare il pallone. Si allarga sulla sinistra, Salah lo chiude bene e recupera il pallone, immediata palla nello spazio per Nainggolan; il belga è intelligentissimo nel sentire Dzeko alle sue spalle, velo e palla troppo facile a porta praticamente sguarnita. Il primo tempo finisce qui, e la sensazione è quella di un Napoli sfasato, soprattutto incapace di far partire il gioco con la solita qualità. La Roma, non ordinatissima ma con un’organizzazione ad hoc per la partita, si ritrova in vantaggio nel punteggio e nella sensazione tattica ed emotiva della partita. Perché l’errore di Koulibaly è un infortunio, sì. Ma indotto dal pressing giallorosso e quindi dal piano partita di Spalletti. Che, a onor del vero, ha copiato pedissequamente l’impostazione di Juric e Gasperini. E questo è solo un merito.

Nel secondo tempo, succede quello che ti aspetti e che non ti aspetti. Perché il Napoli sembra rientrare in campo bene, ma è la Roma a trovare il vantaggio alla primissima occasione. Fallo (dubbio) di Koulibaly su Dzeko, calcio di punizione dalla destra. Cross tagliato, Dzeko si mette davanti a Hysaj e batte Reina. Lo 0-2 sveglia il Napoli e mette fine alla partita di Gabbiadini. L’ingresso di Mertens è una scossa, c’è un calcio d’angolo e Koulibaly fa gol, riscattando in parte la sua giornata nera.

Da qui, la squadra di Sarri sembra ritrovare sé stessa, ma è solo un’impressione. Il ritorno al predominio territoriale è solo un’illusione, anche se c’è qualche protesta per un secondo giallo (probabile) risparmato a Juan Jesus per un fallo sull’indiavolato Mertens, entrato benissimo in partita. Dopo, la partita si stabilizza: la Roma è tutta dietro, cerca di bloccare il gioco del Napoli e ci riesce pure. Mancano sbocchi, l’ingresso di El Kaddouri non toglie e non mette.

La doccia fredda all’86esimo: palla in uscita, la difesa si alza malissimo e De Rossi trova il corridoio per servire Salah alle spalle di Ghoulam. Uno contro uno con Reina, palla in buca d’angolo e arrivederci. In realtà mancherebbe ancora molto, ma nel finale ci sono le due occasioni che sono la foto della partita: Mertens fa tutto da solo, indovina pure il tiro in diagonale dalla sua zolla, ma Szczesny è bravissimo; subito dopo, ancora Mertens sulla destra la mette al centro, Szczesny respinge male e consegna a Jorginho una palla facile facile. Il peggiore in campo, l’italobrasiliano, sparacchia malissimo. Finisce così, il San Paolo non fischia e non applaude. È in silenzio, per la seconda sconfitta consecutiva. Questa squadra, per la prima volta, mostra di avere qualche problema importante. La Champions e il Besiktas sono l’occasione per riscattarsi subito, ma ci vorrà un gran lavoro. Questa volta, pure in campo e non solo sulla testa.

 

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