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Jorginho non aveva mai tirato così. La Scansdoria mai giocato senza Muriel e Quagliarella

L’illusione di chiudere Napoli-Empoli in pochi minuti. Nessuno allo stadio, quegli strani schemi su calcio d’angolo.

Jorginho non aveva mai tirato così. La Scansdoria mai giocato senza Muriel e Quagliarella
Jorginho
Il mio Napoli – Empoli 2-0
– Sino a pochi istanti dall’inizio, ho avuto solo pensieri sporadici per l’Empoli.
L’ho considerata solo una breve ed insignificante distrazione.
– Sì, conosco la solfa: tutte le gare vanno giocate; si deve pensare partita per partita; sono tutte finali; la serie A è difficile; non ci sono squadre materasso.
– Ma ammetto di essere un immaturo, superficiale ed irrazionale tifoso di quarta serie: ho visto 3 volte il team toscano nelle ultime settimane e proprio non riuscivo ad immaginare con quali mezzi e giocatori avrebbe potuto creare pensieri al pur incerottato Napoli. Figuriamoci a me.
– Prima di ieri, in 9 partite aveva collezionato tre 0-0 e una vittoria. 11 gol subiti e solo 2 realizzati (2-1 all’ultima in classifica Crotone). In 8 gare non aveva segnato.
In base a questi impietosi numeri e in base alle partite di Pucciarelli & Co. che ho avuto il coraggio di guardare in tv, quali potevano essere i miei pensieri se non il terrore che qualcuno potesse infortunarsi in vista di sabato?
– “In 5 minuti gli rifiliamo un paio di gol e poi ci riposiamo” è l’unico pensiero reale che mi sono concesso.
– Dopo 5 minuti, la partita di sabato è evaporata dalla mia mente.
– Atmosfera surreale al San Paolo a cui non riesco mai ad abituarmici. Dalle nostre parti in Nisida, in posti non proprio alla portata, quando ho parlato col Minao già semidormiente si sentiva l’eco. A parte la mia solita vicina di posto che viene allo stadio per oscuri motivi visto che non parla e ho l’impressione che non distingua gli azzurri da quelli con le maglie arancioni simili all’antinfortunistica e che lo scopo di costoro sarebbe di buttare quell’oggetto rotondo nella rete avversaria, i tifosi più prossimi erano distanti 3 file di sediolini più in basso. Ho avuto anche la sensazione che per mostrare gli striscioni in curva, vista la moria di spettatori, hanno dovuto utilizzare degli attaccapanni o le mollette per il bucato. E se non fosse stato per la curva B che ha intonato un canto per l’intero primo tempo, avrei potuto tranquillamente pensare di essere al cinema.
– Dopo 5 minuti, ho capito che non avremmo segnato i 2 gol pensati alla vigilia con tanta facilità. E che il ritmo impresso alla gara necessitava di svariati borghetti. E mi sono detto “strunz, non impari mai. Tutte le gare vanno giocate, la serie A è difficile, non esistono squadre materasso ecc. ecc.”.
– La palla si recuperava agevolmente a centrocampo, ma le infinite triangolazioni, passaggi corti e dai e vai mancavano della giusta intensità e velocità. La manovra è risultata assai prevedibile e la difesa toscana riusciva senza troppi affanni a controllare Mertens imbottigliato tra i centrali e i due esterni defilati dal gioco.
Risultato: tiri approssimativi dalla distanza. Al lato, fuori, fuorissimo, alto, altissimo.
– Il primo nello specchio è stato di Kulì da fuori area. Al 14′. E già questo la dice lunga.
– Allora si è provato con le punizioni: Ghoulam sulla barriera, Insigne fuori e un altro paio di palloni buttati in area ma senza conseguenze rilevanti.
– Allora si è provato con gli angoli che ultimamente ci hanno regalato più di una soddisfazione: non li ho contati, ma in tutte le occasioni si è tentato con quel gioco a tre sulla bandierina che, ipoteticamente, dovrebbe muovere la zona difensiva empolese e liberare uno dei nostri per un cross basso. Risultato: palla sul fondo.
– La sfortuna di quando si è in pochi sugli spalti e si sta in posti non proprio alla portata, è che l’uomo dei borghetti si rompe di scalare l’Everest e tu, in partite del genere, con il Minao mezzo appisolato e una vicina muta che starà pensando a cosa ci faccia lì, rischi di entrare in coma.
– La fortuna di quando si è in pochi sugli spalti e si sta in posti non proprio alla portata, è che manca il classico scassambrella alle spalle che riuscirebbe a criticare il modo di allacciarsi le scarpe dei giocatori e ti innervosisce più di quanto già non faccia la squadra.
– Per evitare di addormentarmi, e per tenere sveglio il Minao, gli ho chiesto di raccontarmi di nuovo la favola del Milan antiJuve. Al passaggio su Paletta, ho avuto una crisi di risate.
– Il copione non è cambiato sino a quando non si è provato con gli schemi classici: lancio di Insigne per Calle.
Stavolta il colpo di testa ravvicinato dello spagnolo è uscito lento e centrale tra le braccia di Skorupski.
– Allora si è provato ad innescare il centravanti più forte che il Napoli ha avuto in questo ultimo mese: Mertens ha sfiorato il palo con una bella girata e ha impegnato 2 volte nella stessa azione l’estremo difensore empolese che in uscita ha sventato lo svantaggio.
– Nel finale di tempo il Napoli ha riacceso la mia emotività rendendosi pericoloso in più di una circostanza. Al posto dell’agognato borghetti, per farmi ritrovare la verve sono bastati un retropassaggio di Jorginho senza danni e un tiro di Calle dalla zona Calle. Palla deviata in angolo dal portiere.
– Nella ripresa si sono rotti gli equilibri col gol di Mertens in apertura.
Palla recuperata sulla tre quarti, Calle si è involato sulla destra e con un preciso passaggio rasoterra a tagliare tutta l’area e l’uscita fuori tempo di Skorupski, il belga ha potuto depositare in rete da tre passi.
– La mia vicina di posto mi ha guardato spaesata come a dire: perché tutti urlano? Cosa é successo?
– Immaturo e superficiale come al solito ho pensato: mo’ facciamo subito il secondo e poi ci riposiamo in vista di sabato.
– Si è alzato il ritmo del palleggio e dell’intensità a centrocampo e in un contropiede Mertens ha ceduto la palla a Jorginho che mai nella sua carriera aveva tirato così: ancora una volta il portiere dell’Empoli ha mostrato le ali.
– Ho pensato: bisogna chiuderla perché il retropassaggio è sempre dietro l’angolo.
– Dal 60′, il baricentro del Napoli si è abbassato paurosamente e nella stessa azione gli operai con l’antinfortunistica hanno colpito una traversa e Reina ha compiuto un autentico prodigio.
In quel preciso momento ho detto a me stesso: strunz, le partite vanno giocate fino alla fine, la serie A è difficile, non esistono le squadre materasso ecc. ecc.
– L’Empoli ha continuato ad attaccare e io stentavo a credere che stessi soffrendo. “Non segnano dai tempi di Ciccio Tavano, proprio ora devono cacciare la scienza?!”.
– Sarri è corso ai ripari con l’ingresso di Hamsik, Diawara e Hysaj.
– All’80’, in seguito ad un corner tirato finalmente in maniera classica da Ghoulam, la spizzata di Hamsik ha permesso a Chiriches di siglare il 2-0 da mezzo passo.
– Partita chiusa e in quel momento mi sono chiesto timidamente: ora ci possiamo riposare in vista di sabato?
Non prima di un’altra parata di Reina e dell’immancabile retropassaggio suicida, stavolta di Hamsik, stavolta senza disastri.
– Al triplice fischio, ho pensato che abbiamo vinto un’altra partita “sporca”, ma non ho più pensato all’Empoli. Esattamente come prima della gara.
– Anche se obiettivamente i toscani non hanno sfigurato come erroneamente e in maniera superficiale avevo pensato.
– A fine partita, dalla radio, ho scoperto che ha giocato anche Saponara. Sinceramente non l’ho visto. Ho pensato che, come contro la Juve, avesse fatto turnover.
– Tipo la Scansdoria che ieri a Torino si è presentata senza Muriel e Quagliarella.
– A proposito di turnover, sabato spero che la Juve non schieri Caressa e Tagliavento.
–  Per non sbagliare più, da tifoso maturo e responsabile, ho ripreso la solfa: tutte le gare vanno giocate; si deve pensare partita per partita; ogni gara è una finale; la serie A è difficile; non ci sono squadre imbattibili. Juve perda.
– Ora, senza insignificanti distrazioni, posso avere il mio pensiero fisso: sabato.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
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