ilNapolista

Milik infortunato, ovvero oggi ci disperiamo per chi due mesi fa abbiamo snobbato

Non crolla il mondo. Il Napoli ha la solidità per superare un imprevisto che rientra nella fisiologia del calcio.

Milik infortunato, ovvero oggi ci disperiamo per chi due mesi fa abbiamo snobbato
L'abbraccio di Insigne a Mertens sotto davanti a un sorridente Callejon (foto Cuomo - sito del Napoli)

Sembra caduto il mondo, in realtà si è fatto male il centravanti del Napoli, il nostro centravanti. Milik si è infortunato in una partita della sua Nazionale, la Polonia. E starà fermo per un po’. Non sappiamo quanto tempo, perché ancora non è stato sottoposto a tutti gli esami del caso. L’infortunio di Milik ha riaperto – ma sui social è inevitabile – la botola dei critici della gestione societaria. Un non-sense, come spiegato da Alfonso Fasano: quale squadra ha tre punte centrali in rosa? La risposta è superflua.

Nel calcio, nello sport, ci si infortuna. Anche con la propria Nazionale. Gigi Riva ne sa qualcosa. È inutile attardarsi in discussioni sterili. Andrebbero eliminate le Nazionali. Magari un giorno accadrà. E noi di certo non gioiremo.

È utile però evidenziare come è cambiata la situazione in un paio di mesi. Accolto da una generale atmosfera di scetticismo, Milik oggi fa disperare la gran parte dei tifosi del Napoli per il suo infortunio. In quaranta giorni il polacco è stato in grado di far cambiare idea a moltissimi tifosi e addetti ai lavori e si è conquistato il posto da centravanti titolare del Napoli. Al punto che oggi la sua assenza è considerata una mazzata letale per le ambizioni del Napoli. Un’esagerazione due mesi fa, un’esagerazione oggi. Abbiamo il centravanti infortunato. Ma abbiamo anche un secondo centravanti e una serie di soluzioni tattiche a disposizione. Senza prendere in considerazione un eventuale calciatore svincolato: deciderà il Napoli che cosa fare.

Il centravanti per sabato prossimo c’è. È Manolo Gabbiadini che in questo campionato è partito tre volte titolare (in sette partite) e ha realizzato un gol: al Chievo. Gabbiadini non è il centravanti ideale per il Napoli di Sarri ma discuterlo è fuori luogo. Bene ha fatto l’allenatore a schierarlo in campionato e a dargli la possibilità di sbloccarsi. Ovviamente – e da qui nasce la discussione – Gabbiadini non può certo giocarle tutte da qui a Natale. Al Napoli le soluzioni alternative non mancano, anche al classico schema. Come scritto oggi, già quest’estate Mertens è stato impiegato come falso nueve: disegno tattico che a Sarri non è mai dispiaciuto, al punto che il tecnico toscano è stato accarezzato dall’idea di far acquistare Jovetic.

È proprio l’ampiezza della rosa, a partire da Gabbiadini, che consente al Napoli di poter vagliare più ipotesi. È fisiologico che nell’arco di un campionato ci siano infortuni, anche di medio-lunga durata (al momento, ripetiamo, non sappiamo quanto tempo Milik dovrà rimanere lontano dai tempi di gioco). Vale la pena ricordare, a proposito di impianti di gioco, che il Milan 1987-88 – quello che ci strappò lo scudetto dalle maglie – giocò sei mesi senza Van Basten operato alla caviglia. Gli infortuni fanno parte del calcio. E dello sport. C’è da rammaricarsi ma non da farne una tragedia. Il Napoli ha un impianto solido, sia dal punto della vista della rosa sia dal punto di vista tattico.

Infine, una considerazione sul concetto “nun sputa’ ’ncielo che ‘nfaccia te torna”. In tanti hanno fatto riferimento agli auguri velenosi per Higuain che si sono ritorti come un boomerang. Auguri – chiamiamoli così – che noi non abbiamo mai fatto. Può essere una piccola lezione, francamente non lo sappiamo. La lezione più importante, secondo noi, è che oggi ci si dispera per un centravanti accolto nell’indifferenza e tra lo scetticismo generale. Continuiamo a disegnarci più deboli e “arrangiati” di quello che siamo. Milik avrà tutto il tempo per guarire. Ovviamente al primo passo falso, comparirà il suo fantasma. Così come ancora oggi, mesi dopo, dopo la sconfitta di Bergamo è comparso il fantasma di Higuain. Dobbiamo abituare, e del resto già lo siamo, a vivere con queste presenze.        

ilnapolista © riproduzione riservata