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La mappa del tifo: il 38% degli italiani si dichiara tifoso, -20% rispetto al 2009

La fuga si spiega con una credibilità sempre minore del sistema. La Juve resta la squadra più seguita, ma anche la più odiata; Napoli al 13%.

La mappa del tifo: il 38% degli italiani si dichiara tifoso, -20% rispetto al 2009

Come sta la passione per il calcio in Italia? Non benissimo, anzi abbastanza male. Questo è il risultato del sondaggio condotto da Demos per Repubblica, e i cui risultati sono stati pubblicati questa mattina in un lungo articolo di Ilvo Diamanti. Il primo dato è quello di una fuga dal calcio: rispetto al 2009, la percentuale di italiani che si dichiarano “tifosi di calcio” è scesa del 20%, toccando quota 38%. Se scorporiamo questo dato, si fa il racconto della “militanza” del nostro tifo, di una divisione che va al di là del classico campanile: il 53% dei tifosi si dichiara infatti ultra-tifoso, quindi militante ma non necessariamente ultrà. Un ulteriore 31% si definisce “caldo”, aumentando quindi la percentuale di tifosi “divisi” dall’appartenenza a una particolare bandiera.

La squadra più tifata resta la Juventus, che è il primo club in moltissime aree geografiche (nel centro-Nord arriva anche a superare il 50%). Dietro i bianconeri, Inter e Milan (vicine al 14%) e poi il Napoli (13%), il cui sostegno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia. Dopo gli azzurri, la Roma e nessun altro «campione statisticamente rilevante». Allo stesso modo, i bianconeri sono la squadra più disprezzata da tutti coloro che non ne sostengono apertamente la causa: secondo i risultati del sondaggio, l’avversione dei napoletani è «una novità evidentemente amplificata dall’affare Higuain».

L’altra faccia della medaglia riguarda la credibilità del sistema: solo due tifosi su dieci pensano che l’intero movimento sia più trasparente rispetto a dieci anni fa, mentre appena un terzo del campione ripone fiducia nel presidente federale Carlo Tavecchio. Il grande paradosso è che i tifosi più convinti che il calcio sia marcio sono proprio quelli più caldi, più attaccati a questo sport. Per fare un parallelo, potremmo usare il senso del tabagismo: i fumatori sanno che fa male e che è sbagliato per tanti motivi, eppure continuano a farlo. Nonostante tutto.

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