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La crisi dell’Argentina, i Mondiali sono a rischio: «È finito un ciclo?»

La sconfitta casalinga con il Paraguay complica notevolmente il cammino verso Russia 2018. Le reazioni dei giornali atgentini.

La crisi dell’Argentina, i Mondiali sono a rischio: «È finito un ciclo?»

Argentina-Paraguay 0-1, gol di Gonzalez in avvio di partita erigore sbagliato da Aguero in apertura di ripresa. Ma non è questo il problema, seppure parliamo di una sconfitta che è già storica, ovviamente in negativo, per il calcio argentino. La vera cosa complessa è che l’Argentina non vince da tre partite, è quinta nel girone sudamericano e ha messo insieme due punti in tutto dalle sfide contro Peru, Venezuela (in trasferta) e Paraguay. Giusto per renderci conto della dimensione della cosa: il Venezuela ha due punti in classifica su  10 partite disputate. Uno l’ha fatto contro la Seleccion.

I giornali argentini sono fantastici, da leggere, in giorni come questi. Il titolo più bello, per chi ha fatto questo tour tra i vari pezzi e tra i vari siti, è quello che Olé dedica al mancato ricambio generazionale. Semplice, pulito, chiaro, preciso: “È finito un ciclo?”. Nel testo, scritto da Hernan Claus, si denuncia come dietro i vari Higuain, Di Maria, Aguero, Mascherano, Demichelis, che intanto non riescono a dare e fare quello che danno e fanno nei loro club, ci sia un preoccupante «futuro ignoto, che significa pure che i giovani di oggi non possono superare i calciatori che abbiamo avuto nel recente passato». Non si riesce ad essere ottimisti, evidentemente, in un giorno così.

Altri bei pezzi di Olé sono quelli di Martin Eula, che scrive di come l’Argentina «abbia toccato il fondo» e di come Bauza, il ct argentino, «abbia impostato la sua quarta formazione diversa in quattro partite, deciso di rinunciare alla freschezza di Dybala, insistito con Aguero come compagno di Higuain, inserito un difensore che ha compiuto 35 anni cinque mesi fa, che non gioca titolare». Per Leo Farinella, siamo sullo stesso livello di depressione: «Siamo perduti. Non sapendo come attaccare, diamo vantaggi agli altri nel difendere. In questo ciclo di quattro partite, abbiamo giocato un match peggio dell’altro. Tranne che per qualche minuto contro l’Uruguay, con Messi in campo, avremmo meritato di perdere contro Venezuela e Perù fino a quando, finalmente, abbiamo perso contro il Paraguay. Giocando in maniera orribile, mostrando il nostro ritardo, lasciando cader in un pozzo di depressione».

Il ct argentino si difende: sul Grafico, ecco una sua intervista in cui spiega che «questa squadra, tuttavia, ha ancora qualcosa da dare». Che, pur non avendo giocato una buona partita, «non era una prestazione da sconfitta contro una squadra che si è difesa benissimo». Mario Kempes, un idolo del calcio argentino, sempre sul Grafico, non è che sia molto d’accordo col ct: «Hanno giocato in modo terribile, abbiamo visto una riluttanza incredibile nei giocatori, senza motivazioni. Se devo venire a giocare in nazionale in quest condizioni, meglio non venire». Un altro tema importante è quello dell’assenza di Leo Messi, che Demichelis tratta tra il serio e il faceto: «Casualmente o meno, non vinciamo senza Messi».

L’ultimo pezzo che vogliamo segnalare è quello del Clarin, che titola con semplicità: “Il campo minato che attende la Seleccion sulla strada per il Mondiale”. La situazione è effettivamente complicata: la squadra di Bauza, 16 punti in 10 partite, è quinta in classifica (in zona ripescaggio) ed è attesa da Brasile-Argentina. Non proprio una passeggiatina di salute. In seguito, tra novembre e marzo, la Seleccion affronterà anche Colombia e Cile, rispettivamente a 17 e 14 punti. Veri e propri scontri diretti per la qualificazione, che faranno da anteprima ad altri match complicati: in Bolivia, in Uruguay, in Ecuador. Insomma, il cammino è complesso e il Mondiale sembra davvero, incredibilmente, a rischio.

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