ilNapolista

I giornali scoprono la “solitudine” di Higuain

«L’unico vantaggio, al momento, è di aver tolto Higuain al Napoli». Così scrive Repubblica. Il momento non facile del nueve analizzato dalla stampa.

Tutti concordi, o quasi, con la frase di Emanuele Gamba, giornalista di Repubblica. Che apre così un suo pezzo d’analisi sul rendimento dell’attaccante argentino alla Juventus: «Il vantaggio di avere Higuain è averlo tolto al Napoli, per il momento». Semplice, netto, preciso. E comprensibile, visti i numeri e lette le opinioni pubblicate in queste ore.

Repubblica: «Tanti scatti ma nessun pallone»

Iniziamo proprio dallo stesso Gamba, che spiega la difficile situazione dell’ex nueve azzurro con la forza incontrovertibile dei numeri:

«La Juve l’ha portato via da dove s’era fatto re, ma non è ancora riuscita a fare in modo che si incastrasse ai compagni che ha trovato qui, ai quali è già legato da stima reciproca. La Juve non è fatta per un centravanti così e sembra che ci siano resistenze al cambiamento, con il risultato che, in una partita come quella di sabato, dominata a livello di possesso palla (57%) e di presidio del territorio, i bianconeri hanno tirato 17 volte tagliando fuori il giocatore che sa tirare meglio di tutti».

Situazione estremamente semplice: Gonzalo ha concluso due volte verso la porta, uno solo dei soli due tiri è stato pulito, cioè scoccato verso la porta senza l’intervento di un difensore avversario. La Juventus ha crossato 30 volte dalle due fasce, e solo in una di queste 30 occasioni ha trovato il Pipita in area. Poco, troppo poco. Anche perché, come spiega ancora Gamba, «non c’è mai corrispondenza tra il suo movimento a smarcarsi e l’assist in arrivo».

Nel pezzo, ci sono anche le parole di Allegri («Dobbiamo essere bravi a cercare meglio e di più Higuain, che si smarca sempre in certe situazioni di gioco»), altri numeri e graduatorie (il Pipita è quinto nella classifica delle conclusioni tentate mentre l’anno scorso era primo con il doppio dei tiri di tutti gli altri), confronti con gli attaccanti bianconeri del passato recente, il generoso Mandzukic o gli atipici Morata e Tevez.

Gazzetta dello Sport: «Niente ali, così Higuain è solo»

Il pezzo della rosea è più di confronto. Si paragonano i due contesti tattici e tecnici in cui Higuain si è ritrovato a giocare, la Juventus e il Napoli. Precisazione immediata sulle differenze:

La Juve non è il Napoli, e neanche un assegno da 90 milioni può trasformare l’argentino nell’unico sole attorno a cui gira il pianeta bianconero. Ma, nel complesso, anche la nuova squadra di star può metterlo nelle condizione per fare fuoco: infiocchettargli più palloni in area, ad esempio. Ma pure muovere le pedine per arrivare allo scacco matto.

Il 3-5-2 è la coperta di questi anni di gloria, ma forse non scalda a dovere l’argentino. Il passaggio a un tris di attaccanti è un’opzione sul tavolo del tecnico, e la presenza in rosa di Cuadrado più Pjaca e lo stesso Dybala (quando recupereranno) aiuterebbe a perfezionare l’incastro.

In appoggio, tantissimi numeri: passaggi ricevuti a partita (32,9 nella scorsa stagione, 12,8 in questa), palloni giocati nell’area avversaria (6,2 nel 2015/2016, 3,8 oggi), i passaggi fatti dallo stesso Higuain (25,9 nell’annata del record, 14 oggi). Insomma, qualcosa è cambiato. E un po’ tutti a Napoli, tra il serio e il faceto e la scaramanzia, l’avevano detto.

La Stampa: «Diamo più palloni a Higuain»

La Juve non è il Napoli, per giocatori, ambizioni e pressioni, ma si può continuare a essere una grande stella senza poi dover collassare in un buco nero, che tutto attrae e risucchia, palloni e soluzioni.

Comincia in maniera enfatica il pezzo di Massimiliano Nerozzi, che fa un box con i numeri (gli stessi della Gazzetta, o giù di lì) e ci aggiunge che sono 5 le partite stagionali senza tiri nello specchio. Troppe. Questione di conoscenza con i compagni, certo, ma anche di passaggi che non riescono ad assecondare i suoi movimenti. Perché «è il centrocampo a doverlo pescare, perché Higuain si fa vedere, non si imbosca». Del resto, come spiega lo stesso Nerozzi, «basta riguardarsi i gol della nuova avventura bianconera per capire che ci sono più situazioni col dolo del grande centravanti piuttosto che la premeditazione del gioco di squadra». Che, però langue: «La Juve ha troppa abbondanza di giocatori bravi per ridurre il fatturato delle ultime tre partite a un solo gol su azione (quello di Cuadrado a Lione, un’azione comunque personale ndr). Higuain, solo là davanti, rischia di fare la fine dei quattrini lasciati fermi sul conto corrente: non frutta».

Conclusioni

La Juventus è in testa, Higuain è vice capocannoniere con 6 gol e ha iniziato benissimo la sua nuova avventura. Il problema, più che la Juventus, riguarda le aspettative che c’erano intorno alla Juventus e a questo acquisto. Chi si aspettava una squadra schiacciasassi, in grado di vincere tutte le partite, avrebbe potuto guardare quella bianconera nella seconda parte della scorsa stagione. Perfetta, o quasi, nel suo ruolino di marcia. Diverso il discorso sullo spettacolo, sui gol a grappoli, sull’illegalità (Caressa in Juve-Sassuolo docet) di questa nuova armata bianconera. Che, pure con Higuain (ma senza Pogba) non è altro, ancora, che una squadra dominante nel possesso, bravissima a fare slow play ma incapace di impartire veri e seri cambi di ritmo alla partita. Per il momento, tutto questo gli vale il 77% di vittorie in campionato e le critiche di una parte della stampa e dei tifosi. Tutto sta nell’aspettativa: spendere 90 milioni per acquistare il capocannoniere dell’ultimo campionato ha portato a questo, almeno per ora Se vi basta, va bene così.

Stesso discorso vale per il Pipita: noi sapevamo e sappiamo che l’argentino avrebbe mantenuto e manterrà una media gol di altissimo livello, non era e non è francamente immaginabile che il miglior attaccante (per i numeri) della storia del nostro campionato si trasformasse o si trasformi di colpo in un brocco. Però, come dire: quando dicevamo che “Higuain, alla Juventus, non si sarebbe trovato come a Napoli e come con il Napoli”, dicevamo quello che hanno scritto gli amici di RepubblicaGazzetta, Stampa. Se ne sono accorti loro, che evidentemente non tifano per il Napoli e non hanno risentimenti da tifoso. Noi, questa volta, non facciamo altro che riportare. 

Ma l’avevamo detto e scritto e pensato, maledizione.

ilnapolista © riproduzione riservata