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I faraoni tornano a Napoli: venerdì al Mann riapre la Sezione Egizia

La più antica collezione d’Europa e la più importante in Italia dopo Torino torna visitabile dopo sei anni di chiusura

I faraoni tornano a Napoli: venerdì al Mann riapre la Sezione Egizia

Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli torna l’Egitto. Dopo sei anni di chiusura, venerdì 7 ottobre, a partire dalle 17, riapre al pubblico la Sezione Egizia del Museo, la più antica collezione in Europa e la più importante in Italia dopo Torino.

Fu il Real Museo Borbonico di Napoli il primo tra i grandi musei europei ad istituire una sezione dedicata alle antichità egizie. Era il 1821 e l’allora direttore, Michele Arditi, inaugurò il ‘Portico dei Monumenti Egizi’, facendovi confluire l’interessante collezione Borgia, il Naoforo Farnese, forse il primo oggetto egiziano acquisito dal Museo di Napoli, e svariati reperti rinvenuti in Campania in contesti archeologici di epoca romana. Dopo Napoli, seguirono a ruota gli altri Paesi: nel 1823 Berlino, nel 1824 Torino e Firenze, nel 1826 il Museo del Louvre, a Parigi e, nel 1830, i Musei Vaticani.

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Testa di una sfinge di Sesostri III o Amenemhat III. II metà della XII dinastia (1870-1786 a.C.). Collezione Borgia

La riapertura della Sezione Egizia conferma il processo di profondo rinnovamento avviato dal nuovo direttore del Mann, Paolo Giulierini. È di pochi mesi fa, del resto, anche l’inaugurazione della splendida Sala dedicata ai “Culti Orientali”: entrambi gli eventi concludono l’importante progetto “Pompei e l’Egitto”, condotto in collaborazione tra il Museo Egizio di Torino, la Soprintendenza di Pompei e, appunto, il Museo napoletano.

Gli oltre 1200 oggetti facenti parte della collezione egizia testimoniano una raccolta davvero unica, formatasi in gran parte prima della spedizione napoleonica: saranno esposti in 10 sale con un allestimento completamente diverso rispetto al precedente, datato alla fine degli anni Ottanta, grazie ad un progetto del Mann e dell’Università “l’Orientale” di Napoli.

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Vaso canopo di Paefciau(em)auyaset. XXVI dinastia (664-525 a.C.). Collezione Picchianti

Il percorso nelle sale del seminterrato del MANN – oggetto di specifici interventi per il controllo microclimatico e illuminotecnico e di accorgimenti di natura tecnica legati in particolare al restauro e alla conservazione dei reperti, grazie alla collaborazione dell’Università Suor Orsola – sarà ora tematico e comprenderà le seguenti aree: “Il faraone e gli uomini”, “La tomba e il suo corredo”, “La mummificazione”, “La religione e la magia”, “La scrittura e i mestieri” e “L’Egitto e il Mediterraneo antico”.

Un’ampia sezione introduttiva presenterà – anche attraverso l’esposizione di falsi settecenteschi, di calchi ottocenteschi e di esempi dell’arredo antico – le vicende della sezione e delle sue raccolte. I visitatori conosceranno la figura del cardinale Stefano Borgia che, animato da interesse storico e antiquario e agevolato dal suo ruolo di Segretario di Propaganda Fide, tra il 1770 e il 1789 implementò la collezione di famiglia di numerose antichità orientali dando vita a una vera e propria raccolta di “tesori dalle quattro parti del mondo”. Ereditata in parte dal nipote Camillo, la raccolta fu acquistata nel 1815 da Ferdinando IV di Borbone.

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Frammento di parete della tomba del pilota di nave Pasanesut e sua moglie Tanetmehyt. XIX-XX dinastia (1295-1069 a.C.). Collezione Borgia

E ancora, saranno raccontate le vicende del veneziano Giuseppe Picchianti e di sua moglie, contessa Angelica Drosso, che all’indomani delle campagne napoleoniche in Egitto e delle sensazionali scoperte nella valle del Nilo, in pieno XIX secolo, furono tra gli avventurieri e collezionisti pronti a recarsi nelle terre dei faraoni a caccia di reperti preziosi, animati dalla speranza di facili profitti. In un viaggio durato sei anni, misero insieme una raccolta notevolissima che tentarono di vendere prima al re di Sassonia e poi al Museo di Napoli, che tuttavia ne acquistò solo una parte nel 1828. Insoddisfatto dal ricavato, un mese dopo, Picchianti donò la restante collezione allo stesso Museo, a patto di essere assunto come custode e restauratore delle antichità egizie e, in questa veste, non esitò a sottrarre alla collezione alcuni oggetti rivenduti poi al British Museum.

Insieme alla Sezione Egizia, il 7 ottobre riapre anche quella Epigrafica, in un riordinamento curato dal dipartimento di Studi umanistici dell’Università Federico II di Napoli, con testimonianze significative per la storia della scrittura e le vicende dei principali centri dell’area napoletana.

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Cassetta porta-uscebti di Mutemuia, cantatrice di Amon. Fine XX-inizio XXI dinastia (1100-1000 a.C.). Collezione Picchianti

Per entrambe le sezioni, il Mann ha dedicato molta attenzione anche alla didattica, arricchendola di contenuti, grafica e contenuti multimediali. In particolare, la Sezione Egizia avrà una guida dedicata, in un nuovo formato editoriale, a cura di Electa. Ma la vera sorpresa sarà l’albo a fumetti dedicato alla Sezione: appositamente creato da Blasco Pisapia, architetto e fumettista napoletano che ha collaborato con le principali case editrici italiane di libri per ragazzi e che da vent’anni è autore Disney Italia/Panini: l’albo servirà a motivare i piccoli visitatori a scoprire le meraviglie racchiuse nel Museo. Il fumetto rientra nel progetto OBVIA coordinato da Daniela Savy (Università Federico II di Napoli) con il quale il Museo Archeologico Nazionale di Napoli intende proporre nuove modalità di fruizione e valorizzazione delle opere d’arte al di fuori dei consueti confini dei musei e dei siti culturali.

L’appuntamento con i faraoni a Napoli è dunque per venerdì 7 ottobre, dalle ore 17, al Mann. In occasione dell’inaugurazione della Sezione, insieme al direttore del Mann, Paolo Giulierini, interverranno anche Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino e Massimo Osanna, Soprintendente Archeologo di Pompei.

Sotto, la gallery dell’inaugurazione della sezione egizia.

https://www.ilnapolista.it/2016/10/fotogallery-la-nuova-sezione-egizia-del-mann/

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