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Champions, la riforma è in pericolo: le piccole federazioni pronte alla guerra contro l’Uefa

La nuova Champions League con quattro club ai gironi per le leghe di Inghilterra, Spagna, Germania e Italia è avversa ai piccoli paesi, che, capeggiati dalla Francia, meditano di stracciare l’accordo quadro.

Champions, la riforma è in pericolo: le piccole federazioni pronte alla guerra contro l’Uefa

Torna in discussione la riforma della Champions League, quella dei quattro posti ai gironi per i quattro maggiori campionati europei. Il ripensamento scaturisce dal diktat della Epfl (European professional football league), ovvero l’associazione che riunisce le leghe calcistiche di primo livello europee (32 in tutto, tra cui anche Spagna, Germania, Inghilterra e Italia). Riunitasi ieri a Zurigo, l’associazione che rappresenta un totale da 46 leghe ha minacciato di rompere l’accordo quadro che la lega all’Uefa se non venisse annullata o comunque rivista la riforma che porterà 16 club direttamente ai gironi, lasciando appena 16 posti ai rappresentanti di tutte le altre nazioni.

Secondo quanto riportato da Calcio&Finanza, la ribellione delle piccole federazioni (capeggiata dalla Francia, che si ritiene penalizzata dall’esclusione da questa élite) sta facendo pressione sul neoeletto presidente Uefa Ceferin, che ha sottolinaeato a sua volta come la riforma, in realtà, «non sia ancora definitiva». La situazione, oggi, è in fase di stallo: da una parte, c’è il desiderio della Uefa di non scontentare le federazioni minori (ovviamente in maggioranza), dall’altra c’è la volontà di aumentare i ricavi di una competizione che acquisisce lustro e importanza solo con la partecipazione dei grandi club piuttosto che con la presenza di quelli minori.

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