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Il caso Nainggolan e il regolamento Fifa: può giocare se c’è stato accordo tra Roma e Belgio

La posizione del centrocampista belga: in settimana, la notizia di una sua ineleggibilità per Napoli-Roma. Oggi sarà in campo, il regolamento lo concede solo in caso di accordo tra le parti.

Il caso Nainggolan e il regolamento Fifa: può giocare se c’è stato accordo tra Roma e Belgio
As Frosinone 14/04/2019 - campionato di calcio serie A / Frosinone-Inter / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Radja Nainggolan

In questi giorni, è stato montato e rimontato il caso Nainggolan. In maniera sempre diversa, ogni volta un pezzo veniva spostato e risistemato. Alla fine, ieri, il colpo di grazia alla vicenda: Kevin Strootman, attesissimo alla vigilia per il suo ritorno al San Paolo dopo i fatti di febbraio/marzo 2014, ha dato forfait per un problema di lombalgia. In tutte le probabili formazioni, Nainggolan viene dato titolare. Eppure, negli ultimi giorni, un po’ tutti gli organi di informazione hanno riportato la notizia sulla sua possibile ineleggibilità a causa del regolamento Fifa, che non permetterebbe ai calciatori dichiaratisi infortunati – e quindi, per questo impossibilitati a rispondere alla convocazione della propria nazionale -di essere schierati dai club per i cinque giorni successivi all’ultimo impegno della nazionale stessa.

Come va a finire la storia? Ce lo siamo chiesti anche noi, e abbiamo trovato conforto nel regolamento Fifa su queste casistiche (qui il pdf ufficiale, in inglese): agli aricoli 4 e 5, si legge quanto segue:

Un giocatore che, a causa di infortunio o per malattia, non è in grado di rispettare la convocazione da parte dell’associazione che è idoneo a rappresentare in base della sua nazionalità, deve sottoporsi a visita medica qualora la federazione di riferimento lo richiedesse. Il medico sarà scelto dalla federazione, ma il calciatore può decidere di sottoporsi alla visita nel territorio della federazione in cui risiede.

Un giocatore che è stato convocato dalla sua nazionale per, se non diversamente concordato dalla competente associazione, non ha diritto a giocare per il suo club durante il periodo per il quale è stato rilasciato o avrebbe dovuto essere rilasciato ai sensi delle disposizioni del presente allegato. Questa restrizione riguardo le partite giocate con il club deve, inoltre, essere prolungata fino a cinque giorni nel caso in cui il giocatore, per qualsiasi ragione, non ha voluto o era in grado di rispettare la convocazione.

Leggendo questi regolamenti e ripercorrendo la vicenda Nainggolan, non ci sarebbero e non ci sono dubbi di sorta: il calciatore è stato convocato dal Belgio ma non ha risposto alla chiamata causa infortunio. Ergo, quindi, non potrebbe essere in campo oggi contro il Napoli. Pena, come si legge sempre nel regolamento Fifa, «la sconfitta a tavolino – quindi l’invalidazione – di tutte le partite giocate in contravvenzione a questa regola».

C’è però una postilla fondamentale, nel testo sopra, che viene confermata come reale e realistica in un articolo del Messaggero (questo): «Lunedì il centrocampista non risponde alla convocazione del ct Martinez per un problema al flessore della coscia destra. Il tira e molla si protrae fino giovedì sera quando di comune accordo viene deciso che Radja può restare a Trigoria». Quel “di comune accordo”, pur dovendo essere comunque verificato, permetterebbe a Nainggolan di essere schierato oggi. Il calciatore belga, nel caso avesse deciso unilateralmente di rifiutare la convocazione, sarebbe ineleggibile per il match di oggi. Se, invece, c’è stato una accordo tra la società giallorossa e la federcalcio di Bruxelles, l’ex del Cagliari potrà essere regolarmente schierato oggi al San Paolo.

Andrà proprio così, probabilmente. La polemica sorta sui giornali, più che il fattore strettamente regolamentare, riguarda proprio il fatto che per Nainggolan sia stato concordato un periodo di riposo a cui il calciatore non è sottostato: ha giocato con la Primavera, un’amichevole. Da qui, la rabbia del ct Martinez e l’attacco dei giornali belgi. Da qui, un equivoco regolamentare che potrebbe essere finito qui. A meno che, ma ne dubitiamo, dal Belgio rivendichino il fatto che non ci sia stato nessun accordo tra le parti. A quel punto, non sarebbe eccessivo parlare di sconfitta a tavolino. Parla il regolamento.

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