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Il Besiktas: difesa a quattro, manovra centrale e l’insospettabile record di Inler

Analisi tattica del Besiktas: esterni di fantasia, ma lo sviluppo del gioco (e la congestione degli spazi) spinge soprattutto al centro. E l’ex azzurro protagonista assoluto.

Il Besiktas: difesa a quattro, manovra centrale e l’insospettabile record di Inler

La sfida al Besiktas è diventata uno snodo fondamentale, ben più di quanto avremmo immaginato solo dieci giorni fa. Vincere vorrebbe dire mettere già da ora un’ipoteca quasi definitiva sulla qualificazione agli ottavi di finale (che diventerebbe certezza, come ormai noto, in caso di contemporaneo pari in Ucraina tra Dinamo Kiev e Benfica), garantendo una maggiore serenità nell’affrontare le restanti partite del girone e, magari, fornendo l’occasione per una più accentuata rotazione degli uomini e una migliore gestione delle energie, oltre che l’inserimento di chi finora ha avuto poche o nulle occasioni di scendere in campo. Soprattutto, però, vincere serve per ritrovare certezze di campo improvvisamente smarrite con l’infortunio di Milik.

Il Besiktas, però, come avevamo preannunciato già nella nostra presentazione all’indomani del sorteggio, pur non essendo trascendentale è tutto meno che il vaso di coccio del girone. Parliamo di una squadra ancora imbattuta nei 90’ in stagione (la finale di Supercoppa turca è stata persa soltanto ai rigori contro il Galatasaray). Parliamo anche di una squadra, rispetto alla nostra preview, abbastanza rinforzatasi negli ultimissimi giorni di mercato: sono arrivati il terzino Erkin dall’Inter, l’attaccante Aboubakar dal Porto, e, in mezzo al campo, un certo Gokhan Inler di cui ci ricordiamo piuttosto bene. Mettiamoci anche il talento preso in prestito dal Benfica, Talisca, che ha già dimostrato quello che sa fare proprio contro la sua ex squadra. Non proprio innesti di poco conto. Una trasformazione piuttosto sensibile, che oltretutto Senol Gunes ha trasferito nel modo di stare in campo della sua squadra. A partire dagli uomini: dopo le prime due gare di campionato ad agosto, non è mai più stato riproposto lo stesso undici. Dal punto di vista tattico, se pure i bianconeri partono più o meno sempre con lo stesso schieramento, il 4-2-3-1, si tratta di un modulo soggetto a diverse possibili modifiche rispetto all’assetto-base, dall’inizio come a partita in corso.

Benfica-Besiktas 1-1

Si evidenziano per lo più tre varianti principali. La prima riguarda l’inserimento della seconda punta, spesso Aboubakar: il titolare è stato quasi sempre Tosun, che in campionato finora ha ripagato ampiamente la fiducia con 5 gol e 2 assist in 7 gare ed è certamente l’uomo più caldo dal punto di vista offensivo. La seconda riguarda l’utilizzo del trequartista dietro la punta o le punte: il rendimento delle ultime gare fa pendere la bilancia decisamente verso Talisca (a proposito, il ragazzino ha personalità da vendere: tira 4 volte a partita, praticamente quanto Tosun che è il finalizzatore della squadra), ma in quel ruolo sono in grado di giostrare anche Ozyakup – anche se in un’accezione leggermente più difensiva, e infatti un paio di cambi tra i due si sono già visti – o Arslan, che era il titolare a inizio stagione ma nelle ultime gare è più che altro retrocesso in mediana quando è stato impiegato. La terza variante, che è forse la più interessante, riguarda la fascia sinistra. Come terzino, nelle primissime gare il titolare era l’ex Barça Adriano. Con l’arrivo di Erkin è cambiato tutto. L’interista di passaggio ha scalzato il brasiliano, che adesso viene utilizzato dal suo allenatore prevalentemente a partita in corso, ma come esterno alto. Il 4-2-3-1 può diventare poi, a seconda delle interpretazioni e delle necessità, un 4-4-2 o addirittura un 4-2-4. Va tuttavia considerato che dall’arrivo di Erkin le uniche due presenze di Adriano nell’undici titolare coincidono proprio con le gare giocate dai turchi nel girone di Champions. E’ questa, verosimilmente, una mossa con cui Senol Gunes ha cercato di imbrigliare due formazioni come Benfica e Dinamo Kiev molto abili nel gioco sugli esterni, per tenerli più bassi possibile. Per cui è molto probabile che verrà riproposta anche contro il Napoli.

In generale, Senol Gunes ha ridisegnato la sua squadra, a fine mercato, dandogli un assetto meno spregiudicato. Una svolta che ha preso il la dopo le prime tre gare di campionato, in cui il Besiktas aveva sì segnato 9 gol ma ne aveva anche subiti 4. Adesso, si segna meno, ma si subisce anche meno: nelle ultime cinque partite ufficiali, 7 gol segnati ma soltanto 3 subiti, di cui due nel derby contro il Galatasaray. Non è un caso che a centrocampo, prima di un piccolo infortunio che gli ha fatto saltare le ultime due gare, fosse diventato titolare inamovibile un giocatore dell’esperienza e del senso della posizione di Inler (2,7 tackles a partita, record di squadra: l’avreste mai detto?), a far coppia prevalentemente con Hutchinson, per fare maggior filtro davanti alla difesa. E forse non è un caso nemmeno che, nell’arco di tempo considerato, il posto tra i pali sia stato tolto a Tolga Zengin e consegnato allo spagnolo Fabri, fin qui dimostratosi più affidabile. Tuttavia, nonostante un modulo che cerchi, almeno apparentemente, di sfruttare l’ampiezza del campo, i turchi finiscono abbastanza spesso per condensare la loro manovra per vie centrali.

besk

Questi sono i campetti posizionali dei giocatori del Besiktas in tre delle ultime quattro partite, nell’ordine (dall’alto a sinistra in senso orario) contro Galatasaray, Dinamo Kiev e Rizespor (non abbiamo considerato l’ultima con il Kayserispor perché giocata dall’inizio con le due punte e quindi già soggetta di per sé a uno sviluppo più centrale della manovra).

Questo, dal punto di vista del Napoli, significa due cose: che difensivamente si andrà incontro al solito congestionamento dei corridoi centrali e a marcature molto strette sui centrocampisti. Di contro, gli stessi centrocampisti dovranno fare un lavoro di filtro molto migliore di quanto fatto con la Roma (9 palle intercettate in tre in tutta la gara) per evitare di essere presi d’infilata in ripartenza. Occhio però a non sottovalutare le fasce laterali: Erkin partecipa con profitto alla manovra (media di 4 passaggi chiave nelle ultime 4 partite) e in generale sforna cross che è un piacere (15 di media nelle stesse gare). Se De Boer ha letto queste statistiche, starà pensando che a Milano, dopotutto, poteva fargli comodo.

 

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