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Il Napoli ha la manovra più efficace (13 gol su open play)

Il Napoli è equilibrato e meno intenso, le sue azioni sono sempre potenzialmente letali. Quarto per tiri in porta, secondo per tiri subiti.

Il Napoli ha la manovra più efficace (13 gol su open play)

Ormai è quasi un appuntamento fisso: ogni due partite. L’ultima volta c’eravamo lasciati con il Napoli primo in classifica, da solo. Oggi siamo secondi, abbiamo pareggiato a Genova dopo una partita bella, intensa e complicata (i due rigori non concessi a Marassi non hanno peso nelle statistiche, però…) e poi abbiamo battuto il Chievo. Senza esagerare, come piace dire ai critici: da grande squadra. Ci sta, quindi, l’aggiornamento statistico. Capire come sta evolvendo questa squadra, quali sono i numeri che alla fine fanno i risultati.

Iniziamo dalla difesa: zero gol subiti in due partite, anche grazie a Reina, ed entrambe non sono (mai) cose da poco. I tiri concessi a partita, indicatore massimo in questo senso, sono rimasti inalterati in questa settimana da 180 minuti di gioco: 8,8 allora, 8,8 oggi. La Juventus è sempre e sempre più prima in questa particolare classifica, con 6,8 tiri subiti a partita. Il dato dei bianconeri è migliorato dopo le vittorie con Cagliari e Palermo, e francamente non era molto difficile che questo accadesse. Il Napoli è secondo, dunque, e a questa solidità difensiva in crescendo accoppia il solito primato nel possesso di palla: maggior numero di passaggi tentati (3694) e riusciti (3268), primo posto in classifica per l’accuratezza negli appoggi e secondo, dopo la Roma, per percentuale media di possesso (56% contro 57%).

Conclusioni verso la porta. La situazione è un po’ cambiata in questo particolare parametro: il Napoli è diventato quarto per numero di tiri tentati, 104; prima degli azzurri ci sono Roma (125), Inter (108) e Juventus (106). Ovviamente, questi numeri portano a un quarto posto per numero di conclusioni a partita (17,3), ma consentono al Napoli di mantenere l’insospettabile primato nelle conclusioni da fuori (52 totali, quindi più di 8 a partita).

La caratteristica fondamentale del gioco offensivo azzurro, però, va ricercata nella qualità della manovra. Il Napoli è la squadra che ha realizzato non solo il maggior numero di gol (come la Roma), ma anche il maggior numero di gol su situazioni di open play, ovvero di azione manovrata: dei 14 gol messi a segno, 13 sono arrivati senza passare dai calci piazzati. Un record assoluto, considerando che l’altra big del potenziale offensivo, la Roma di Spalletti, ha segnato 5 volte su rigore e una volta su palla da fermo. Gli 8 gol realizzati dai giallorossi su azione manovrata ne fanno comunque la seconda squadra in Serie A in riferimento a questo parametro. La Juventus è terza con 7 reti realizzate attraverso questa particolare situazione di gioco.

Volendo mettere insieme tutti i dati e tutti i punti, ci viene da identificare questo “nuovo” Napoli come una squadra meno intensa rispetto all’anno scorso, più chirurgica perché più consapevole del suo gioco. Ovviamente, parliamo di una squadra d’attacco ma che, ancora prima, ha un’organizzazione che bada all’equilibrio (i risultati difensivi in costante miglioramento) perseguendo ancora la bellezza della manovra, che sta nella non casualità di tutti i gol segnati. O quasi tutti: un veloce ripasso mentale ci dice che, almeno per quanto riguarda il campionato, solo i gol di Milik con Milan (il secondo) e Bologna (il secondo) e quello di Gabbiadini con il Chievo non nascono da uno schema collaudato ma da una grande giocata personale o da una palla da fermo (per Gabbiadini, intendiamo soprattutto la palla di Hamsik per Callejon). Pensate agli altri gol: la solita giocata a convergere di Mertens (Pescara e due volte Milan), i cross dalle fasce (ancora Mertens a Pescara, Ghoulam per Hamsik a Palermo), l’asse Insigne-Callejon (Palermo, Bologna), quello Insigne-Hamsik (Chievo) e gli strappi di Zielinski (Callejon a Palermo). Tutta roba che non è estemporanea, che è riprodottae riproducibile. Forse non è un caso che Milik e Gabbiadini siano i sostituti di Higuain. Forse non è un caso che il Napoli sia cambiato, ma sia ancora lì, a un passo dalla squadra cui tutti assegna(va?)no lo scudetto fin dall’inizio di questa stagione.

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