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Io, dirigente scolastico, stretto tra il diritto alla scuola e il diritto alla sicurezza

Il dirigente scolastico della “D’Aosta-Scura” racconta una storia di ordinaria manutenzione (e non solo)

Io, dirigente scolastico, stretto tra il diritto alla scuola e il diritto alla sicurezza
L'ingresso della scuola D'Aosta-Scura

Il 18 settembre vengo a sapere di una voragine che s’è creata all’interno della chiesa della Concezione a Montecalvario (ai Quartieri Spagnoli).

Il 20 settembre, alla ripresa delle lezioni dopo la festa del santo patrono, mi assumo la pesante responsabilità  di non far entrare i bambini a scuola, al plesso “Paisiello” sito a piazza Montecalvario 24, poiché la chiesa si trova a ridosso dell’edificio scolastico e c’e’ pericolo per l’incolumità delle persone (alunni e insegnanti).

Scrivo al sindaco di Napoli, al prefetto di Napoli e all’ufficio scolastico provinciale di Napoli. 470 allievi non fanno scuola: 192 alunni della scuola dell’infanzia e 278 alunni della scuola primaria.

I genitori sono esasperati per la chiusura (molti lavorano), eppure mi danno ragione: vogliono la sicurezza per i loro figli.

L’unica che si fa sentire telefonicamente è l’assessore all’Istruzione Palmieri, ma il Comune demanda tutta la questione alla seconda municipalità che si occupa della manutenzione della nostra scuola, ben sapendo che essa non dispone di soldi né di ditta di manutenzione.

L’ingegnere Ambrosino, dell’ufficio tecnico della seconda municipalità, ci dice in una riunione che si è tenuta presso la nostra scuola, presente il presidente della II municipalità Francesco Chirico e il vicepresidente Luigi Carbone nonché l’rspp della scuola architetto Annunziata Elia, che occorre costruire un ponteggio nel vialetto che confina con il muro lesionato della chiesa, in modo che gli alunni possano accedere all’uscita di sicurezza senza pericolo.

Costo previsto: due-tremila euro. Tempi previsti: un paio di giorni. Ma la municipalità è senza soldi e non ha ditte di manutenzione, allora ci viene l’idea: chiediamo alla Curia che è proprietaria della chiesa. Il cardinale Sepe dimostra la sua disponibilità e per questo lo ringraziamo.

Però mi chiedo: è possibile che si chiuda una scuola e il Comune di Napoli non se ne interessa, non invia tecnici qualificati a fare sopralluoghi e rilievi e,soprattutto, a mettere per iscritto che la scuola può riprendere a funzionare adottando le soluzioni tecniche più idonee?

Perché tutta la responsabilità, se aprire o meno il plesso, ricade sul povero preside, lasciato solo dagli enti preposti.

E poi faccio un’altra domanda: visto che il mio istituto ha quattro plessi, se si ottura un bagno, visto che non ci sono soldi per la manutenzione, devo chiudere anche altre scuole?

Aggiungo: mi risulta che il Comune di Napoli non ha stanziato fondi né per la piccola manutenzione (che la scuola riceveva ogni anno per le piccole riparazioni, circa 200 euro) né per gli arredi scolastici (ho dovuto far acquistare con i soldi del funzionamento della scuola banchi e sedie per le nuove sezioni di scuola dell’infanzia e per le prime elementari, per non far sedere a terra i bambini).

Mi chiedo prima da cittadino e poi da dirigente scolastico:ma come stiamo combinati se non riusciamo ad assicurare la manutenzione ordinaria delle scuole? Figuriamoci se chiediamo l’adeguamento antisismico degli edifici scolastici che pure chiederò per mettermi a posto (ma so già che non lo avremo mai). Capisco che l’ente comunale ha debiti pregressi, ma qui si tratta di individuare le priorità. E la scuola è un servizio pubblico essenziale. Non si può risparmiare su di essa.

Cordiali saluti,
Eugenio Tipaldi
(dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “D’Aosta-Scura” di Napoli)

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