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Arriva il Bologna e noi scopriamo come nasce il tortellino

Alla ricerca delle tradizioni gastronomiche di Bologna. Il voyeurismo e il ruolo di Lucrezia Borgia.

Arriva il Bologna e noi scopriamo come nasce il tortellino

Mentre in occasione delle trasferte proveremo a tracciare delle mini guide delle località nelle quali il Napoli giocherà seguito, presumibilmente, da un gruppo più o meno nutrito di tifosi, per le gare casalinghe vi proporremo di conoscere dal punto di vista enogastronomico la squadra che verrà al San Paolo, attraverso qualche prodotto o qualche piatto tipico della loro tradizione.

Per alcune sarà più semplice, come nel caso del Bologna; per altre dovremo faticare di più, del resto come diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach “L’uomo è ciò che mangia”; ma lo scopo di questa rubrichetta, in fondo, è quello di tentare dei gemellaggi, almeno a tavola o soltanto a tavola. Oscar Wilde sosteneva: “A tavola perdonerei chiunque” e noi parafrasando un vecchio adagio secondo il quale a tavola non si invecchia, diremo che quando gioca il Napoli, a tavola non si litiga con gli avversari. Oppure, come direbbe zi’ Totonno Sisàl (di cui parleremo ancora): “’O Napule s’ ‘e magne dint’ ‘o campo e je m’ ‘e magne a tavola!”

Fatta la necessaria premessa, visto che ospitiamo i felsinei, possiamo senz’altro scegliere nella ricca offerta gastronomica di quella città per scoprire qualche notizia curiosa. A proposito, felsinei deriva dal latino Felsinius, derivazione di Felsĭna, che è l’antico nome, di origine etrusca, di Bologna.

I tortellini sono il simbolo per eccellenza della cucina bolognese. Sapete come nascono? La leggenda più accreditata “ne associa la creazione al voyeurismo del proprietario della locanda Corona, a Castelfranco Emilia, il quale, sbirciando dal buco della serratura, rimase folgorato dalla bellezza dell’ombelico di una delle sue ospiti e ne volle riprodurre una copia culinaria”. Secondo la guida Storie Enogastronomiche, “la ricetta tradizionale, depositata presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna, prescrive l’utilizzo del lombo di maiale, del prosciutto crudo, della mortadella, del parmigiano reggiano e della noce moscata per la riuscita dei veri tortellini”.

Ecco invece, pubblicata dal portale bolognagourmet, la ricetta depositata il 7/12/74 dalla Confraternita del Tortellino e l’Accademia Italiana della Cucina, Delegazione di Bologna per 1.000 tortellini.
 Il ripieno dei tortellini richiede i seguenti ingredienti nella dose per 6 persone (melius abundare quam deficere…): 300 g di lombo di maiale; 300 g di prosciutto crudo
; 300 g di vera mortadella di Bologna
; 450 g di Parmigiano Reggiano con almeno 3 anni di stagionatura
; 3 uova di gallina; noce moscata. “Tenere a riposo due giorni il lombo di maiale in un battuto di sale, pepe, rosmarino e aglio. Cuocere il tutto a fuoco lento con del burro. Quindi eliminare il battuto. Con il battilardo tritare finemente il lombo, il prosciutto e la mortadella e impastare il tutto con il parmigiano, l’uovo e la noce moscata. L’impasto ben amalgamato va lasciato a riposare 24 ore prima di utilizzarlo”.

E le tagliatelle? Altra specialità bolognese, il cui mito ruoterebbe intorno a Lucrezia Borgia. Pare, infatti, che in occasione del suo matrimonio, “un cuoco bolognese, tal Zefirano, avrebbe tratto spunto dai lunghi e dorati capelli della sposa per dare forma e consistenza a questa sottile e arrotolata pasta all’uovo”.

Per concludere, al di là di ogni valutazione tattica sulla partita che gli azzurri disputeranno, ci piace pensare che esista un filo sottile che unisce Cicerone e zi’ Totonno Sisàl; sarà la fame o il tifo o tutt’e due insieme ma se provate a chiedere al secondo il significato della frase del grande oratore: “Cibi condimentum esse famem”, questi vi risponderà senza indugio: “Significa che ‘o Napule s’ ‘e magne dint’ ‘o campo e je m’ ‘e magne a tavola!”

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