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Cavani non sarebbe un buon affare per il Napoli (leggete prima di insultarmi)

Cavani non è più il calciatore affamato di sei anni fa, ha trent’anni, non è adatto al gioco del Napoli. Converrebbe solo in prestito.

Cavani non sarebbe un buon affare per il Napoli (leggete prima di insultarmi)

Lo ammetto. Appena letta la notizia pure io ho cominciato a fantasticare. Subito mi è venuta voglia di andare a rivedere i video di quelle storiche rimonte, di quei gol di testa sul primo palo, delle cavalcate in contropiede, della sassata contro il Lecce…

Poi, però, al cuore è subentrato il cervello. E il cervello dice no: ri-acquistare Cavani, a queste cifre, non sarebbe un buon affare per il Napoli.

Prima di lanciarvi negli insulti lasciatemi spiegare. I motivi sono tanti e vari: fisici, tecnici, tattici, logici, scaramantici… Cercherò di sintetizzarli in poche righe.

Edinson ha 30 anni.

Carta d’identità alla mano, ha imboccato la parabola discendente della carriera.

E l’età pesa soprattutto per un attaccante come lui, che ha sempre puntato molto sulla fisicità: lo scatto, la potenza, l’elevazione in anticipo, la rapidità in zona gol.

Queste doti naturali in un 30enne non possono essere le stesse di un 25enne.

Noi abbiamo visto il miglior Cavani (quindi – se dovesse arrivare – che nessuno si aspettasse di rivedere quello di 4 anni fa).

A Napoli, il giovane Edinson aveva fame… sembrava un ragazzo cresciuto nella foresta che arriva in città e corre, salta, morde il doppio dei propri coetanei.
E oggi? Avrà la stessa fame o i soldi degli sceicchi l’hanno saziata?

Scenderà in campo con la stessa rabbia, la stessa voglia? O si è imborghesito?

La sensazione è che gli anni di Parigi e la presenza ingombrante di Ibra non solo lo abbiano intristito ma abbiano pure modificato il suo modo di giocare: quasi mai da prima punta, molto più spesso da esterno.

E qui veniamo alle ragioni tattiche.

Cavani arriverebbe in un Napoli molto diverso da quello che ha lasciato.

Mazzarri aveva costruito un meccanismo tattico fatto apposta per lui: la squadra si ritraeva e poi scattava in avanti come la corda di una balestra. E la freccia da lanciare era proprio lui, che sfruttava le praterie nel modo magnifico che abbiamo imparato a conoscere.

Ora invece il Napoli gioca nella metà campo avversaria, spesso negli ultimi 30 metri. Non ha contropiedisti ma rifinitori. Non ha mediani ma palleggiatori.

Cavani non avrebbe lo spazio che gli serve per far valere le sue doti migliori.

E non credo che Sarri sarebbe disposto a giocare in contropiede: “Piuttosto torno in banca”, disse a chi gli chiedeva se gli piaceva il gioco di Simeone.

Fatte queste riflessioni, vale davvero la pena spendere 50-55 milioni (se queste sono le cifre) per un calciatore di 30 anni che tornerebbe con tutte queste incognite?

Intendiamoci, Cavani è ancora un signor attaccante e sicuramente farebbe comodo pure a questo Napoli.

Ma a che prezzo?

In tanti abbiamo sorriso sotto i baffi quando la Juve si è svenata per il 29enne Higuain… e poi commettiamo lo stesso errore?

Con la differenza che:

  • noi non abbiamo i soldi della Juve (che si è pagata lo sfizio con la mega plusvalenza Pogba)
  • non puntiamo alla Champions (e, a detta di tutti, nemmeno allo scudetto)
  • Higuain, a differenza di Cavani, ha un tasso tecnico così elevato che gli permette di giocare (e far giocare la squadra) anche quando fisicamente non è al top.

Ecco perché accennavo alla “coerenza” come uno dei motivi del mio “no”.

La logica che ha sempre guidato le scelte societarie nell’era De Laurentiis faceva pensare che quella di Cavani fosse poco più che una boutade di fine estate. Ora, tra la notizia della telefonata e il comunicato, si capisce che non si tratta di fantasia.

Ah… c’era la scaramanzia: mi permetto di ricordare che quasi mai i “cavalli di ritorno” sono stati positivi. Così come in amore i ritorni di fiamma, quello che “prima” faceva palpitare “dopo” ha l’effetto di una minestra riscaldata.

Poi, certo… ogni regola ha la sua eccezione.

E all’inizio del pezzo ho detto che non considero un buon affare “riacquistare” Cavani.

Ma esistono tante possibilità oltre all’acquisto cash: per esempio, De Laurentiis potrebbe prendere spunto dall’amico Galliani, che tante volte negli anni scorsi ha piazzato il colpo di fine estate prendendo un pezzo da novanta da una big europea praticamente a costo zero (Ronaldinho, Beckham, Kakà bis, Balotelli…).

Se, anziché acquistarlo, per esempio riuscissimo a prendere Cavani in prestito… allora sì che ne varrebbe la pena.

Intanto potremmo sistemare l’attacco per quest’anno. E Milik avrebbe tutto il tempo di ambientarsi e studiare da bomber.

Poi, se ne riparlerebbe a giugno…

Pensaci, Aurelio!

 

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