ilNapolista

Milik, il centravanti passato sotto silenzio (anche per colpa del Napoli)

È il secondo acquisto più costoso della storia azzurra, ed è un ottimo giocatore. Ma nessuno se n’è accorto, e non solo perché (forse) non basterà a sostituire Higuain.

Milik, il centravanti passato sotto silenzio (anche per colpa del Napoli)

Ci sono affari di calciomercato che sono in qualche modo destinati a passare sotto silenzio. Pensiamo e scriviamo questa frase e ci viene in mente Arkadiusz Milik, fino a prova contraria l’attuale centravanti titolare del Napoli. Volessimo fare i cattivi e aumentare la pressione su di lui, potremmo definirlo in maniera alternativa e aumentata: l’attuale centravanti del Napoli e l’erede di Gonzalo Higuain. Fino a prova contraria, Arek Milik è entrambe le cose, ad oggi.

Lo possiamo definire in questi due modi non per elezione o per una maggiore considerazione tecnica rispetto a Gabbiadini, ma proprio per una dimensione di mercato passata (inspiegabilmente) inosservata. Al momento in cui scriviamo, quindi al netto di Icardi al Napoli per le cifre che leggiamo ormai da giorni, Milik è il secondo trasferimento più costoso della storia del club partenopeo. I 30 e passa milioni, confermati ufficialmente solo dall’Ajax, lo piazzano dietro solamente ai 37 investiti tre anni fa per Gonzalo Higuain. Non è poco, anzi è tantissimo. Eppure nessuno se n’è accorto.

Ed è un peccato, non tanto perché sia necessario sbandierare la cifra ai quattro venti, ma perché Milik al Napoli è un acquisto che ha un senso. Un senso progettuale, storico, tecnico. Proprio per questo, andava celebrato meglio. Ben oltre una semplice e breve e piccola porzione di applausi in una serata che non era dedicata solo a lui. Con una presentazione vera, in cui avrebbe potuto dire quello che pensava. Magari quella frase bella, importante e significativa rilasciata a calciomercato.it («Io non sono Gonzalo Higuain, ma voglio ugualmente regalare emozioni a questa gente») e che la Ssc Napoli si è subito affrettata a smentire.

Sarebbe stato giusto, sarebbe stato bello. Anche perché, come detto, Milik al Napoli è una cosa piena di senso e piena di importanza. Per i media nazionali, il fatto che Milik abbia scelto Napoli piuttosto che un’altra piazza italiana ha ridimensionato il giudizio nei suoi confronti: ieri, con un pezzo illuminante di Francesco Grasso, abbiamo in qualche modo (di)mostrato come un mancato arrivo in determinate squadre possa cambiare la narrazione di un calciatore. Giusto ieri, la dimostrazione fattiva di questa dinamica: la stessa Gazzetta che incensava il calciatore ha scritto di come il Napoli l’abbia «strapagato». Vero, in un certo senso. Perché parliamo del secondo trasferimento più costoso nella storia di una club importante e nella sessione di mercato italiana in corso. Del quindicesimo affare per costo del cartellino a livello mondiale nell’estate del 2016. Che però all’improvviso, e come d’incanto, prende ad avere una valutazione eccessiva.

Milik in azzurro è roba grossa, che però è avvenuta senza troppo clamore, ha finito per essere sottostimata. Colpa del Napoli e dei media, certo, ma anche di contingenze particolari non imputabili a qualcuno in particolar. Milik viene a Napoli a sostituire uno che ha battuto un record storico, vecchio di 65 anni, e che intanto ha scelto di passare alla Juventus. La retorica del tradimento, dell’investimento folle, del colpo di mercato più inatteso e polemico di sempre. Poi, mettici il fatto che vieni dall’Ajax (non dal Real Madrid) e che nel frattempo giornali e tv si scatenano su un affare parallelo (Icardi), ed ecco un racconto importante che però non è mai stato scritto perché nessuno ha voluto farlo. Ed è un peccato, anche alla luce dei dati e delle caratteristiche tecniche che il sito Sciabolata Morbida, ripreso anche da noi del Napolista, ha descritto all’interno di questo pezzo. Di cui vogliamo isolare cose semplici, comprensibili a tutti: Milik è un classe 1994 e ha segnato, con l’Ajax un goal ogni 117 minuti (Higuain si è fermato a uno ogni 122 minuti a Napoli). 

Quindi è uno forte, innanzitutto. È uno che, pur senza fare le proporzioni con quello che è successo dopo, sta all’Edinson Cavani dell’estate 2010. Anzi, pure qualcosa in più: il Cavani di Palermo era arrivato a Napoli con 2 presenze nelle Coppe europee e 20 in nazionale. Con 49 gol segnati in tutto e un anno in più rispetto a Milik, 22enne da 71 reti realizzate in carriera, 31 caps con la Polonia e 20 match tra Champions ed Europa League. L’Ajax non gioca nel campionato italiano, certo, ma l’esperienza europea esiste ed è certificata, non è in divenire come quella che sei anni fa Cavani presentava come un’incognita. Sappiamo com’è andata a finire, la speranza è che vada a finire pure meglio. Anche se, come da pensiero diffuso nella redazione del Napolista, l’eventuale arrivo di Icardi o di un altro attaccante accanto a Milik sarebbe una perfetta ciliegina sulla torta. Come dire: Milik è un grande acquisto, importante e significativo, ma potrebbe non bastare appena dopo Higuain. Ne siamo coscienti, ma abbiamo usato il condizionale. Perché i 36 gol del Pipita sono stati un’eccezione difficilmente ripetibile. È bene essere coscienti, di questo. E non chiedere la luna a un ragazzo che sa fare bene il centravanti e sa giocare pure con la squadra. Lo vedi nei video su Youtube, nei pezzi che lo descrivono e lo presentano. Tanti, qualcuno pure entusiasta. Siamo noi che non abbiamo capito il valore, altissimo ma contestualizzato male e raccontato peggio, di questo trasferimento.

Ci sono affari di calciomercato che sono destinati a passare sotto silenzio. A volte è meglio così, senza dubbio. In altre occasioni, invece, fare così è un errore. Questo è uno di quei casi: Milik non varrà Higuain, anzi sicuramente non lo vale. Ma presentarlo meglio, in sordina ma meglio, forse avrebbe dato una mano ad accettare di più l’addio di chi ha preferito andare via. Ed è stato sostituto, finora, nel modo giusto. Non in quello migliore, forse, ma è già un qualcosa. Un qualcosa da 33 milioni. Don’t forget.

ilnapolista © riproduzione riservata