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I fatti dicono che il 9 non esiste. Il 99 sì

Il calciomercato è una malattia. Il Napoli che abbiamo, invece, è una squadra forte. Mertens in gran forma. Il nostro problema non è il gol.

I fatti dicono che il 9 non esiste. Il 99 sì
Milik o Mertens: chi dei due giocherà a Madrid?
Il mio Napoli – Milan 4-2
– Quali indicazioni può offrire il calcio d’agosto?
– “I giocatori soffrono il caldo”; “i giocatori soffrono i carichi di lavoro”; “i giocatori soffrono perché molti non conoscono ancora il proprio destino”; “i giocatori soffrono perché non si sono ambientati”; “i giocatori soffrono perché sono distratti dal calciomercato”; “i calciatori soffrono perché non hanno ancora imparato gli schemi”; “i giocatori soffrono”.
– Il calcio d’agosto è un altro sport rispetto al resto del campionato e le prime giornate rappresentano una prosecuzione dei faticosi ritiri. Sono bozze, schizzi ed embrioni di ciò che sarà la squadra nel prossimo futuro. Il calcio d’agosto è sofferenza. Ma non solo per gli atleti.
– A me risulta istintivo ad ogni azione, tiro, punizione o qualsiasi situazione di gioco, di pensare a chi, in giro per il mondo, avrebbe saputo sfruttarlo meglio. È un gioco perverso della mente.
– Hysaj si fa superare facilmente da Niang? E io penso, senza volerlo: ma Darmian è ancora sul mercato?
Reina sul gol ha la stessa reazione di mia nonna quando le chiedo cosa ha mangiato la sera precedente? E io, inconsciamente, penso: ma Handanovic non voleva fare la Champions?
Ghoulam si addormenta e dà un senso a quello sguardo da pesce lesso dimenticandosi Abate in mezzo all’area? E io, senza ragionare, penso: ma Brehme gioca ancora?
Jorginho alza sicuro il dito su quella punizione che puntualmente passa la palla al portiere avversario? E io, come colto da un febbrone da cavallo, penso: ma Diamanti ha ancora 20 anni?
Maggio si appisola in panchina? E io, di getto, penso: ma quel terzino finlandese che ho visto 4 anni fa in una partita del campionato paraguaiano non farebbe al caso nostro?
– La sofferenza dell’acido lattico è una reale ed innegabile giustificazione che disturba il raggiungimento immediato dell’obiettivo di ciascuna squadra: equilibrio e costanza di rendimento per 90 minuti.
– Ma la sofferenza schizofrenica derivante da presunte cessioni ed improbabili acquisti supera cime ineguagliabili per noi tifosi. Specie quando il calcio giocato e il calciomercato vanno in scena contemporaneamente e si mescolano.
– Un mix potentissimo che, per esempio, ci ha addirittura mostrato dei fantasmi. E addirittura non abbiamo dormito, siamo usciti per inseguirli, abbiamo fantasticato e li abbiamo attesi in ogni luogo in cui si è vociferato che fossero apparsi. Solo perché una refola ci aveva sussurrato il suo nome. Per poi soffrire la disillusione.
– Follia collettiva consumatasi alla vigilia di una partita.
– Vogliamo comprendere chi siamo, quanto siamo competitivi e forti e smettere di lambiccarci il cervello? Dobbiamo solo allontanarci il più possibile dal 31 agosto e da questa estate che ci ha sfinito come poche.
– Hysaj, Reina, Ghoulam e Jorginho sono più o meno dove devono essere. E devo smettere di pensare a chi è stato, a chi poteva esserci e a come spegnere la centrifuga di questa lavatrice. Più ci penso e più gira.
– Il calcio d’agosto è come una domanda di Marzullo e non si possono che estrarre indicazioni alterate dalla sofferenza dei giocatori e dei tifosi. Se poi aggiungiamo il dolore fisico causato dalla mancata presenza allo stadio dopo 3 mesi di astinenza, allora diventa tutto più complicato.
Ma guardiamo ai fatti senza azzardarci in analisi troppo oltre una comprensione ora delirante.
I fatti dicono che il 9 non esiste. Il 99 sì.
Dicono che Milik, vagamente somigliante a Schumacher, pur parlando ancora una lingua diversa in campo, ha siglato già 2 gol. Uno di suola, che nemmeno Pippo Inzaghi avrebbe segnato nel suo giorno fortunato e l’altro, di testa, bellissimo, realizzato da calcio d’angolo.
I fatti dicono che un calcio d’angolo così, calciato da Calle, non lo ricordavo dai tempi di Zola.
– I fatti dicono che il terzo gol è merito di Calle che lo realizza. Di Mertens che ha impegnato Donnarumma. Di Zielinski che si è prodotto in una lunga cavalcata alla Bagni che tanto piace ai tifosi e che ha spaccato in due il Milan. Ma soprattutto di Jorginho in partenza il cui gesto tecnico ha aperto un’autostrada al polacco.
– I fatti dicono che finalmente a centrocampo abbiamo i titolari, le riserve titolari e le riserve. E i tempi in cui Blasi non giocava una partita, Santana si doveva adattare in mediana e Pazienza era l’uomo di punta sono definitivamente terminati.
I fatti dicono che Mertens è il più forma del momento, che Abate preferirà nei prossimi 2 mesi l’insonnia agli incubi che gli procurerebbe il belga, che ieri abbiamo avuto 10 chiare occasioni da rete e che segnare 4 gol ad una difesa senza Paletta e Zapata non era facile.
– I fatti dicono che il vero blackout che poteva costarci caro stavolta è durato solo 5 minuti e le fasi migliori hanno di gran lunga superato le cose buone fatte a Pescara.
– I fatti dicono che a Pescara abbiamo visto un Napoli dai due volti, mentre col Milan abbiamo assistito ad una squadra migliore, ma con infinite sfaccettature.
– I fatti dicono che Insigne è in palese ritardo, la difesa è in fase di assestamento e che abbiamo subito 4 reti su 4 tiri in porta.
– I fatti dicono che una partita così, 12 mesi fa, l’avremmo, anzi, l’abbiamo pareggiata 2-2.
–  I fatti dicono che il Napoli non ha ancora equilibrio e costanza ma, a differenza della maggior parte delle squadre di serie A, non è una creatura in fasce o un cantiere aperto. Dicono inoltre che i giocatori soffrono ma abbiamo 4 punti: 3 in più rispetto alla scorsa stagione (porta bene ribadirlo).
– I fatti dicono che abbiamo inventato il rigore revocato e che Rocchi, per premio, oggi arbitrerà Torino Bologna.
– I fatti dicono che il nostro girone Champions è facile solo perché in passato abbiamo visto i mostri. (Io ho sempre voluto bene a Ian Rush. Perché quando per sfottermi tiravano in mezzo Calderon, io rispondevo col suo nome).
– I fatti dicono che abbiamo realizzato 3 doppiette e subito 4 gol in 2 partite. I fatti dicono che oggi il problema non è il gol. Non è il 9. Non è Kalinic, Zaza o Cotechinho. Non è il vitello grasso o il fantasma. Ma è la capa mia che continua a girare vorticosamente e a farsi fregare dalle bozze, gli schizzi e la sofferenza di un calcio ancora incomprensibile, da chi c’era o chi poteva esserci. Mentre, molto probabilmente, i fatti ancora una volta diranno altro.
– I giocatori soffrono, i tifosi soffrono, ma ancora per poco: meno due giorni allo fine del calcio d’agosto, allo spegnimento della lavatrice e alla liberazione.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
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